Pioggia

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Sharlene Johnson strabuzzò gli occhi e le sue guance si macchiarono di un rosso intenso.
Non rispose al bacio, non sentiva niente se non solo il rumore delle labbra di Robert che si muovevano sulle sue. Si allontanò, guardandolo con la bocca semi aperta e due occhi capaci di dire tutto tranne di essere felici.
Non sapeva cosa provare, non osava.
Doveva restare in macchina a piangere per tutta la notte. Corse fuori senza guardare l'espressione stupita di Rob un minuto di più, dirigendosi verso la sua C3 per scappare di nuovo e questa volta non sapeva dove andare.
Sgommò via dalla villa, la pioggia che lavava le strade e un urlo dietro di lei che la chiamava per nome.
Solo il vuoto, solo l'inferno.
Non era la persona che Maggie sperava diventasse, non era lei quella su cui scommettevano gli altri. Solo la pioggia e l'inferno. Prendeva strade a caso, si incastrava nella sua stessa rete dove impazziva per la perdita. Quel bacio non aveva smosso nulla dentro di lei, solo necessità di allontanarsi da Robert perché l'energia che l'aveva invasa non le piaceva.
Quando ci si abbraccia i cuori si toccano, ma lei aveva sentito solo quello di lui battere e il suo silenzioso.
Si fermò sul ciglio di una strada vuota e totalmente sconosciuta, le lacrime non riuscivano più a scendere.
Bastò uno sguardo alla pioggia che fuori infervorava per spintonarle fuori dai suoi occhi, si fissò di nuovo nello specchietto retrovisore.
Sorrise alla vista di come si era ridotta, ma piangeva lo stesso.
Una lacrima tra i denti e due occhi da perdente.
Il cuore non parlava. Abbassò lo sguardo con lentezza, strizzando gli occhi per spremere come arance le lacrime che indecise erano sull'orlo della caduta.
Le stelle di sicuro fuori erano un pianto luminoso sulla tela nera della notte.
Non vedeva via d'uscita, non ci riusciva e non ci provava neanche. Non stava bene, non riusciva più a stare bene e non starà bene per sempre probabilmente.
Sharlene continuò a fissarsi.
-Chi sei tu? Chi diavolo sei tu?
Si ripeteva tra singhiozzi e respiri spezzati. Le mani tremavano talmente tanto da non riuscire ad appoggiarle sul volante e ripartire.
Guardò il soffitto della sua auto, vedendo però il cielo sfocato dalle gocce.
E fu un attimo, un gioco di luci che le fecero cadere lo sguardo davanti a se appena in tempo per vedere una macchina a tutta velocità piombarle addosso.

*corto ma oggi è il mio compleanno quindi non potete dirmi nulla. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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