Sharlene alzò gli occhi, sussultando leggermente non appena guardò dritto negli occhi del suo interlocutore.
Le si chiuse lo stomaco dalla sorpresa e dalla panico sfociato ufficialmente nel caos più totale. E adesso? Che doveva dire?
-Sei Sharlene Johnson?
Ripeté l'uomo facendo un passo avanti e indurendo leggermente la voce, facendo scorrere un brivido ghiacciato lungo la colonna vertebrale della ragazza che aveva le guance rosse come fragole.
-Si....?
Il volto di lui scaricò improvvisamente la tensione, sciogliendosi in un largo sorriso che creava delle piccole fossette ai lati della bocca, lo rendevano semplicemente adorabile.
Sharlene era ancora lì con la paura di dire qualcosa di inopportuno che la faceva tremare da capo a piedi. Non appena l'uomo tese la mano verso di lei si alzò, stringendo la sua piccola mano in quella grande e calda.
Cercava di controllare il tremore.
Accennò un sorriso appena visibile non appena la timidezza tornò a bloccarle la gola.
-Sai chi sono?
Sharlene annuì ancora pietrificata.
Di tutta risposta l'uomo alzò le sopracciglia come stupito e la fissò a bocca aperta.
-E non mi sei ancora saltata addosso, iniziato a piangere o simili? Notevole.
Sharlene, non sapendo come rispondere, iniziò a stropicciarsi le mani mentre rivolgeva uno sguardo timoroso verso l'uomo per puro terrore di dire qualcosa di stupido.
Non era abituata a dire ciò che pensava.
Lui rimase con il sopracciglio alzato e l'angolo della bocca lievemente arricciato per scrutare ogni singola reazione della ragazzina, mettendola a disagio.
Quasi si sentiva male ma tutto ciò che riusciva a fare era starsene lì con gli occhi smeraldo timorosi e prudenti.
-Ho capito: sei una di quelle timide. Non ti preoccupare Sharlene, con me non devi aver paura di parlare, né tantomeno di farmi qualche battutina ironica e qualsiasi cosa ti passi per la mente, spara.
La ragazza attutii il colpo del suo nome pronunciato per l'ennesima volta da quelle labbra che non avevano nulla di particolare, ma quando si stiravano per scoprire i denti perfetti rappresentavano una bellezza unica.
Ma lei stava zitta perché non sapeva cosa dire e la timidezza la teneva ferma per il colletto. Quella sua intima parte logorroica che appena le davi occasione veniva fuori adesso non ne voleva sapere di farsi sentire.
-Ah, le timidone, quanto le adoro. So che con voi bisogna andarci piano, ma prima che tu fraintenda le mie intenzioni posso prenderti la mano?
Sharlene involontariamente si portò la mano al petto, spingendola verso lo sterno quasi per nasconderla e facendo un passo indietro. Non è che odiava le persone: le detestava. Solo che lui era diverso dal suo significato della parola persone, ma comunque lei quasi schifava il contatto fisico con gli altri sempre per paura di fare una mossa sbagliata, sempre che non si tratti di lavoro.
L'uomo rimase stupito da quella reazione e con estrema cautela le si avvicinò, alzando una mano verso quella che Sharlene Johnson nascondeva sullo sterno.
-Tranquilla, non ti preoccupare.
Con gentilezza le tolse la mano che difendeva quella che l'uomo voleva prendere, sfiorando con le dita il dorso della piccola fuggitiva.
L'uomo non smetteva di guardarla negli occhi e stranamente Sharlene non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, sembravano due calamite.
Ma lei non si sarebbe mai aspettata che un giorno lui le avrebbe chiesto di prenderle la mano dopo neanche due minuti di conversazione, le sembrava solo uno stupido sogno.
Si, adesso si sarebbe svegliata nel letto della sua camera, nella sua casa a Bradford.
Tremò leggermente quando le dita gentili staccarono la mano dal suo petto per poi avvolgerla completamente con le dita.
-Shhh, sei qua, va tutto bene.
Quei due occhi magnetici sprizzavano di gentilezza, iniziando a tranquillizzare l'anima schiva della Johnson che d'altro canto iniziò a smettere di credere al sogno e vedere tutto come una realtà.
-Scusami tanto se non sono venuto a prenderti in aeroporto...mi ero addormentato.
Rise piano, passandosi una mano sul collo con un sorriso imbarazzato ma contagioso, contagiando anche Sharlene.
-Finalmente sorridi! Hai dei bei dentini sai?
La ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata e l'uomo le accarezzò il dorso della mano che stringeva ancora con il pollice, attirando di nuovo l'attenzione di Sharlene su di se.
-Hai ragione: meno battute più spiegazioni. Adesso tu vieni con me che ti porto nel tuo hotel dove alloggerai e nel frattempo ti spiegherò tutto del film!
Lei annuì abbozzando un sorriso sincero e finalmente trovò il coraggio di chiedere.
-Ma io ho la mia macchina qua, come...
-Allora guido io!
Detto questo le fece segno di aprire la C3 e la ragazza obbedì subito, vedendolo correre verso la porta del guidatore per farle cenno di salire a bordo.
Sharlene si chiuse la portiera dietro e guardò impotente Robert Downey Jr che le rubava la chiave per l'accensione dalle mani, poggiando una mano sul volante, senza badare alla preoccupazione padrona della ragazza che provava paura verso la sua macchina guidata da uno sconosciuto.
Mise in moto.
-Comunque è un piacere conoscerti, signorina timidina.
Detto ciò si sporse verso di lei e le stampò un sonoro bacio sulla guancia, facendola arrossire.
Sarà lunga dirigere questo film.*odio il giovedì. Ci sono persone che hanno finito oggi la scuola e io invece dovrò subirmi altri due giorni del cavolo! Io denuncio la scuola perché non è legale sta storia qua. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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Siamo Uguali
RomanceSharlene Johnson è una giovane regista alle prime armi ma con un immenso talento, per questo le affidano la creazione di un film popolato dai migliori di Hollywood, tra cui il suo idolo. Sharlene ha un grosso problema: odia le persone. Nessuno riesc...