Capitolo III

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I polmoni di Anastasia si erano riempiti di un insopportabile tanfo di vecchio, tossiva ogni cinque minuti e beveva piccoli sorsi di caffè sperando incessantemente che quel retrogusto di polvere sarebbe andato via.
Si chiedeva come Simon riuscisse a vivere in una simile abitazione ma preferiva rimanere in silenzio per non risultare troppo scortese.
I due erano rimasti per un paio di minuti in silenzio, senza minimamente fiatare.
Improvvisamente il suo cellulare aveva iniziato a squillare interrompendo quel momento "statico" e a dir poco silenzioso.
Anastasia aveva aperto la sua borsetta e non appena aveva iniziato a scavare come una forsennata nel tentativo di trovare quel dannato cellulare, notò il libro che qualche ora prima aveva riposto nella borsa.
Lo aveva preso tra le mani, lo osservava in tutti i suoi angoli con la bocca socchiusa.
La sua attenzione s'era spostata per un attimo dalla suoneria insistente alla scritta a caratteri cubitali sul retro della copertina: "FATTI AVANTI"
«Cosa c'è? Non rispondi al cellulare?» per l'ennesima volta la voce di Simon aveva risvegliato la giovane dai suoi profondi pensieri.
«Non importa, richiamerò dopo chiunque mi stia cercando» lui la guardava con un sopracciglio aggrottato, la notava molto distaccata e pensierosa.
«Perché osservi con tanto interesse questo libro? È una delle solite trovate pubblicitarie che da come ho capito ben sai...»
Anastasia rimaneva in silenzio mentre leggeva la breve biografia di Mike Nelson, l'autore di quel libro.
«Ha finanziato il premio di Golden Lake attraverso le vendite del suo libro, in più ha fatto molti sopralluoghi.
Tutta la sua esperienza è nero su bianco...sarebbe meraviglioso poterlo incontrare»
«Mi stai dicendo che sei ancora intenzionata a fare una simile pazzia? E in più stai ammirando un riccone che improvvisamente ha iniziato a fare il sentimentale. Dov'è finita la ragazza matura e razionale che conosco?» Simon era piuttosto preoccupato ma nonostante ciò, Anastasia non cambiava minimamente idea.
Per un singolo attimo aveva pensato di abbandonare " la missione Golden Lake" poi si era fermata un minuto e aveva finalmente capito come unire i diversi puntini: sarebbe stata lei a salvare quelle vite, sarebbe stata lei ad avere quei requisiti, sarebbe stata lei a varcare quella soglia con la polizia.
«Il firma copie è domani, devo assolutamente andarci, devo parlargli» aveva finalmente rimosso la sua attenzione dalle pagine ruvide e profumate del libro.
«Stasia pensaci ti prego! Affronterai qualcosa molto più grande di te che potrebbe ucciderti!» aveva detto quasi con le lacrime agli occhi il barista dalla chioma rossa.
«Tentar non nuoce. Non posso rimanere qui seduta con quel costante dubbio ed un possibile rimorso.
Ringrazio la tua premura nei miei confronti, ma credo che agire sarà la migliore delle soluzioni, te lo garantisco» quella voce più sicura che mai, aveva convinto Simon che ormai non c'era più nulla da fare.
Lui continuava a guardarla intensamente, con un viso incupito senza più quel sorriso che tanto lo caratterizzava, lei invece ricambiava uno sguardo che ogni tanto dall'imbarazzo si posava sul tappeto bordeaux accanto al divanetto di pelle bianca su cui erano seduti.
«Signorina, in ogni caso conta sul mio aiuto, sei una buona amica e ti prometto che quando avrai bisogno di me io ci sarò. Anche se non appoggio la tua scelta, ciò non vuol dire che in caso di difficoltà ti lascerò sola»
Anastasia stava quasi per svenire dall'emozione smisurata, era la prima volta che un ragazzo carino le prometteva qualcosa del genere.
I due s'erano abbracciati velocemente.
I loro cuori li spingevano uno contro l'altra ma entrambi, erano abbastanza forti da contrastare quelle emozioni.
Entrambi provavano qualcosa.
Entrambi provavano di dire basta a quella deprimente situazione.
S'erano salutati in fretta, con una colloquiale stretta di mano, cosa che fece male a tutti e due.
Anastasia quindi s'era rimessa in cammino verso casa, facendo un profondo respiro di sollievo.
Si sentiva meglio, più libera dopo aver espresso il proprio parere, soprattutto da quando Simon le aveva promesso la propria fiducia.
Una volta rientrata in casa, s'era liberata della borsa e delle scomode scarpe per poi buttarsi sul divano con il computer sulle gambe.
Aveva iniziato a scrivere una lettera per il famigerato Mike Nelson.
Sinceramente, non riesco a descrivervi le emozioni che provava in quel momento, sono solo certo che sicuramente non stava nella pelle.

"Buongiorno,
Sono Anastasia Stan, una giovane lettrice che da poco ha iniziato a leggere la sua opera" come suo solito aveva esagerato.
Addirittura considerare "opera" quel misero ammasso di carta e inchiostro era a dir poco assurdo.
"Mi piacerebbe conoscerla e confrontarmi con lei ancora meglio visto che io parteciperò a quella sorta di concorso che lei ha finanziato.
La ringrazio se accetterà questa proposta gliene sarei immensamente grata.
Mi contatti alla seguente email: stanstasia@gmail.com"

Una breve e coincisa lettera che esprimeva quanto la Stan fosse agitata più di qualsiasi altra persona.
Un interesse che ha coinvolto a dir poco la giovane.
Entrambi sapevano perfettamente che sarebbe stato difficile lasciarsi.
Anastasia aveva cenato velocemente con del tè e dei biscotti e s'era catapultata a letto.
Continuava incessantemente a sfogliare le pagine profumate del romanzo rimanendone sempre più coinvolta.
«Domani sarà la giornata decisiva»

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