«Abbiamo bisogno di volontari, abbiamo bisogno di qualcuno che si faccia avanti...»
-Commissario di Middleware
«OFFERTA IN DENARO INCREDIBILE!»
-Float Hall Magazine
«Chi riuscirà a portare a casa i 78 dispersi insieme a 500.000$?»
-Middleware news
...
Dopo aver montato ogni singola tenda, e dopo che ogni attrezzatura era stata riposta al suolo sotto la meticolosa protezione di Alvin, Mike e Logan, tutti i volontari potevano finalmente meritarsi un po' di sonno dopo la lunga giornata trascorsa a Nist Grove.
Anastasia e Natalie condividevano quel piccolo spazio asfissiante che però, in quel momento, pareva il paradiso in terra. Cercavano di non parlare e di preservare al meglio le ultime energie rimaste, per addormentarsi il più presto possibile e finalmente distendere un po' i muscoli.
Le prime ore della notte passavano tranquille sia per chi dormiva, sia per chi era sveglio tentando di evitare il peggio.
«Vedi qualcosa Mike?» aveva detto Alvin scrutando dinanzi a sé, l'oscurità che si diffondeva a macchia d'olio tra i rami degli alberi.
«Niente per adesso» tutto pareva tranquillo e silenzioso se non per dei grilli che ogni tanto, si facevano sentire.
Logan invece pareva già nel mondo dei sogni, visto che era l'unico ad avere tutto il peso della spedizione sulle spalle. Per questo, il soldato e lo scrittore, inteneriti dal povero commissario, non l'avevano svegliato.
La notte proseguiva tra sbadigli ed occhi non del tutto aperti finché Mike, aveva compreso che qualcosa non andava nel verso giusto.
«Lo senti questo odore?» aveva sussurrato all'orecchio di Alvin.
«Si...lo sento eccome!» il soldato aveva iniziato a tossire per poi coprirsi naso e bocca con la maglietta.
«È gas soporifero! Non possiamo urlare gli altri potrebbero svegliarsi e...» Nelson era entrato in panico, la situazione stava velocemente sfuggendo di mano.
«Cavolo Mike, cosa cazzo stai dicendo?! Hanno le mascherine antigas! Urla anche tu...aiutateci! Gas soporifero!» le urla dei due erano durate ben poco visto che man mano, s'erano addormentati lasciando le attrezzature senza alcuna protezione.
Owen aveva un sonno leggero e non appena aveva sentito le grida disperate dei due, aveva capito subito che qualcosa di grave era successo. Aveva indossato una mascherina antigas in fretta e furia per poi recarsi all'esterno dove vi erano i corpi stesi incoscienti dei tre uomini.
Questi ultimi però non erano soli, visto che vi era una quarta figura vestita completamente in nero con un passamontagna, che scappava via nella foresta.
L'infermiere stava dando un'occhiata anche all'attrezzatura, sperando fino all'ultimo secondo, che quello strano soggetto non avesse preso nulla; ma purtroppo poco dopo, s'era reso conto che alcune borracce e mappe mancavano. Per fortuna, nulla di così grave.
Nessuno s'era svegliato oltre lui e per questo, temeva un possibile ritorno da parte dello strano sconosciuto apparso poco prima.
«Cos'è successo?» la voce di Natalie l'aveva fatto sussultare.
«Siamo stati "attaccati" da un tipo tutto strano...non so chi sia dato che indossava un passamontagna» aveva tentato di spiegare al meglio la situazione.
«Si riprenderanno?» li aveva indicati la donna speranzosa ricevendo con sollievo, una risposta affermativa.
«Aiutami a portarli nelle tende» con un po' di fatica Natalie e Rafton avevano preso per le braccia e per le gambe prima Mike, poi Logan ed infine Alvin. Li avevano sistemati nelle tende pregando per un risveglio imminente.
«Grazie mille» s'erano stretti la mano in modo amichevole.
«Di niente caro...prima mi sono spaventata dopo aver sentito dei rumori sospetti. Mi sono svegliata di soprassalto e ho deciso quindi di dare uno sguardo fuori per vedere se fosse tutto apposto» ed effettivamente qualcosa era successo.
Natalie, una volta aver raccontato la dinamica della vicenda aveva augurato cordialmente la buonanotte, ed era tornata in tenda dove vi era una dolce Anastasia addormentata.
«La vita è difficile per noi, non è vero?» aveva detto guardandola dormire beatamente.
«A volte però, dobbiamo essere egoisti per il bene altrui. Spesso non possiamo essere amici perfetti, mogli o mariti perfetti, madri o padri perfetti. Quando non ci sentiamo all'altezza, speriamo che qualcun altro possa donare ciò che noi non potremo mai donare a chi amiamo. Egoismo a fin di bene, per salvare una vita.»
La mattina seguente...
Nessuno dei volontari, oltre Natalie e Owen, aveva assistito a ciò che era accaduto la notte precedente. Non appena la voce s'era sparsa, anche le voci di corridoio su "l'uomo in passamontagna" aumentavano di conseguenza a perdita d'occhio.
Il percorso che avrebbero dovuto affrontare non era molto lungo, ma di sicuro dopo questi avvenimenti, molto più rischioso di quanto pensassero in precedenza.
Bisognava in tutti modi rivelare l'identità "dell'uomo in passamontagna":
«Ne sono certo, non era un semplice senzatetto» aveva raccontato Owen ad Anastasia che stupita, ascoltava a bocca aperta.
«Sapeva perfettamente come agire, era troppo astuto per essere un povero ubriacone in cerca di denaro o cibo» qualcosa di losco si nascondeva dietro i recenti avvenimenti. Tutto combaciava perfettamente. Stavano prendendo tempo, non volevano che arrivassero in anticipo a Golden Lake.
A questo punto l'unica cosa da fare, dopo una misera colazione, era ripartire e muoversi il più velocemente possibile.
C'erano settantasette persone che chissà cosa stavano subendo in quegli attimi, chissà quanto mancava loro casa, la famiglia.
Riportare loro la felicità, era uno degli scopi che pochi volontari, tra cui la stessa Anastasia, avevano deciso di dare a quella importante missione.
Tutti i presenti in quegli attimi di tensione, aspettavano il risveglio dei poveri tre uomini che però, non aveva tardato.
«Cosa succede? Credevo quasi di essere morto» aveva detto a bassa voce Mike con degli occhi quasi del tutto serrati.
Uno dopo l'altro, erano riusciti a svegliarsi senza ulteriori problemi.
«Grazie al cielo» Kim sorrideva in un angolino mentre guardava i primi ghigni buffi dei tre uomini che non appena del tutto coscienti, erano scoppiati in una grossa risata.
«Credeva di eliminarci, credeva nella nostra resa. Ci dispiace tanto ma questo è solo l'inizio! Noi non ci arrenderemo mai» aveva detto Logan con la poca forza che aveva in corpo.
«La speranza non morirà mai se ci saremo noi, uniti più di qualsiasi altra cosa» Mike con quelle parole in pieno stile da "buon coach", aveva fatto commuovere i più sensibili mentre i più esuberanti, applaudivano e ridevano alle battutine del sarcastico Alvin.
«Toccherete uno, toccherete tutti»
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