3. "Sono pazza?"

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Quel giorno finì così, si era addormentata ma non aveva sognato niente, al suo risveglio rimase tristissima, aveva paura che non avrebbe mai più letto, pensato, sognato e ragionato su quel libro. Voleva quella continuazione, ma i bei sogni sono belli solo quando li sogni, quando ti risvegli è tutto più brutto. Se Ilaria avesse potuto scegliere sarebbe rimasta lì, insieme a quel ragazzo misterioso, la quale non conosce niente di lui, non sa neanche se esiste, figuriamoci sapere il nome!
Quel vuoto che provava era strano, non aveva senso, cioè spiegatemi:
"Chi puó mai provare del vuoto senza un reale motivo? Non puoi sentirti male per quel sogno apparentemente reale ma, falso davanti ai tuoi occhi, non puoi." -Ecco quello che si chiedeva Ilaria.
Però allo stesso tempo si sentiva male e quindi pensava:
"Cosa faccio adesso?"
Cosa strana, stavolta riuscì a darsi una risposta, così non ci pensó più.
Quella giornata era passata con quel pensiero, non sapeva cosa le aspettava, perció appena arrivò a casa mangió, fece tutto quello che un essere umano non è capace di fare in due giorni, ma nonostante tutto, non riusciva a liberarsi, aveva bisogno di uno sfogo, subito.
Così salì in soffitta e inizió a scrivere, scrivere e ancora scrivere. Si liberó di tutto, tutto quello che pensava l'aveva scritto in quel foglio, la cosa bella è che adesso si sentiva meglio, ma come sempre devo ribattere che le cose belle non durano niente, un minuto di felicità non puó competere con una giornata di angoscia, purtroppo.
Arrivó sua madre da lavoro, la quale ne approfitto per parlarne, si chiama Loredana, ed è la mamma più dolce del mondo, Ilaria l'ha sempre saputo, ma non è mai riuscita a dimostrarglielo è complicata come situazione la sua, ma se fosse semplice si sentirebbe peggio. Sua madre chiamava e richiamava ma di Ilaria nessuna risposta, così dopo aver controllato ogni stanza esistente in quella casa, andó in soffitta e la trovó con la testa china su quel foglio scritto, addormentata.
La tenerezza che provó sua madre in quel momento è indescrivibile, le dispiaceva peró svegliarla ma, ci provó lo stesso, così dopo un pó di vani tentativi si arrese e inizió a leggere quelle parole su quel foglio di carta.
Iniziava così:
"Non ha senso che io mi senta male adesso, senza un motivo, forse sono io che non ho un senso chi lo sà. Sono così complicata, così confusa che non ci capisco niente e mi odio di più, perché penso sempre a quel libro, in continuazione, maledetto il giorno in cui l'ho sognato, adesso non riesco più a toglierlo dalla mia mente, chissà se sto parlando del libro o di lui.
Sono una frana a darmi delle risposte, sono capace di capire gli altri, ma non sono capace di capire me stessa, che problema ho? Perchè tutte queste domande mi stanno uccidendo? Giuro odio le domande, dovrebbero abolire questi punti di domanda, seriamente..."
E poi ad un tratto sua madre notó che in quel foglio c'era uno spazio enorme, non aveva finito il suo discorso, perché c'era scritto altro. Se Ilaria era confusa quando scriveva, sua madre era il doppio della sua confusione, perché quello che c'era scritto su quel foglio era una conversazione, assurdo pensó la madre, ma lesse lo stesso, la curiosità d'altronde è un dono di tutti.

Ilaria:"Perché non entri più nei miei sogni? Perché mi hai lasciata senza una risposta? Ti sembra normale?"
Lui:"Non voglio torturarti, sono un'anima dannata io."
Ilaria:"Sei un'anima dannata ma ti sei intrufolato nella mia mente, mi spieghi chi sei?"
Lui:"Non posso mi odieresti."
Ilaria:" Ti odio già da adesso, peró è un odio strano, perché non capisco più cosa penso. Sento di avere seri problemi, perché sto parlando da sola, tu non sei reale."
Lui:"Io sono reale, solo che tu non te ne accorgi."
Ilaria:"Ma quale reale, non farmi ridere, sono io quella matta qua, tu sei un sogno, sono io che recito parole che non conosco, sono io quella strana perché tu non esisti, giacchè adesso parlo pure con i sogni, o meglio li scrivo, perché sono consapevole di star scrivendo questa conversazione assurda."
Lui:"Ma allora secondo te, come faccio io a sapere la tua risposta a quelle bellissime parole? O meglio sono io che dovrei darti una risposta, perché tu non la conosci."
Ilaria:"Di che parli, non capisco..."
Lui:"Invece capisci, lasciati solo trasportare da me e ti spiegheró tutto."
Ilaria:"Sono già trasportata se non lo capisci, ma scusatemi quando finisce questo sogno strano? Niente domani vado da un dottore, non sono normale."
Lui:"Quel sogno così bello..quelle parole così profonde..mi hanno toccato l'anima, non credo esista ragazza più bella di te nell'espimere situazioni e sentimenti..."
Ilaria:"Aspetta ma cosa? Lasciami continuare...ricordo qualcosa."
(In quel momento Ilaria ricordó tutto e come quel sogno che tanto la tormentava, inizió a recitare parole che neanche lei sapeva di saper conoscere.) Continuó così:
"Dai insomma chi scrive un libro basandosi su un capitolo? La persona che l'ha fatto, non aveva senso diceva scrivere un capitolo, uno solo, ma sai che non è vero? Io posso scriverti dieci capitoli della mia vita, ma senza senso senza significato, a chi piacerebbe la storia?
A nessuno. Sai perché? Perché non c'è niente di vero, perché è tutto falso, l'inchiostro con cui macchiavi la carta piangeva se stesso, perché era come se egli stesso scrivesse quello che non vorrebbe, piange anche chi è una cosa. Peró, se poi io scrivo un capitolo, uno solo e ci metto dentro tutto, ma proprio tutto, non importa se sono due, tre pagine, l'importanza sono il valore delle parole, perché se ti esprimi, si esprime anche chi legge, se tu piangi, piange anche lui. Motivo? Perché l'hai travolto semplice, l'hai risucchiato tra le pagine, talmente è finito dentro che ormai non riesce più a tirarsi fuori. Peró sai qual'è la cosa più bella? A lui non gliene frega niente di tirarsi indietro, neanche ci prova, perché ha capito ed ha compreso che è bello essere capiti e dato che nessuno l'aveva mai capito, adesso non vuole più vivere nella realtà, ma vuole rimanere nelle pagine di quel libro che lui tanto ama..("Anch'io voglio rimanere nelle pagine di questo libro." -Pensó Ilaria in quel momento.) perché adesso puó dire di essere felice, grazie ad una persona, che gli sarà debitore per tutta la vita, per averlo tirato, scusa il termine, rovino l'atmosfera, tutta la merda che lo circondava. Fine."

Si risveglió in quel momento, in quello stato di trans, neanche lei ha capito cos'ha detto, o meglio l'ha capito, ma non capisce come puó dire quelle belle parole, se non le ha mai studiate, pensate, peró prima di ritornare nel mondo reale, riesce a sentire la sua risposta a quel suo bel discorso.

Lui:"Io sono rimasto tra le righe, tu sei quella persona e la merda da cui scappo con te non esiste, perchè quella storia mi legge, perché sono io...ora spiegami come hai fatto a mettere me e un testo così profondo assieme, a leggermi e a farne una poesia, nessuna l'aveva mai fatto..."

Voleva rispondergli, eccome se lo voleva, peró il problema è che non lo sapeva neanche lei come aveva fatto, non ci capiva più niente, si stava innamorando di un sogno, impossibile...peró poi pensó:
"E se lui fosse reale? Sarebbe bellissimo."
Quei punti di domanda erano rimasti così, in sospeso, sentì ad un tratto la voce di sua madre e ritornó in quel mondo che odia tanto. Trovó sua madre confusa, molto confusa, ma con gli occhi lucidi, quindi non sapendo bene cosa fare, fece l'unica cosa che le riesce meglio, l'abbracció, un solo abbraccio, uno solo, in grado di trasmettere tutto quello che entrambe avevano dentro.

Se vi è piaciuto anche questo lunghissimo capitolo, non esitate a commentare, tutti noi abbiamo bisogno di esprimere la propria opinione, quindi esprimete anche  voi la vostra. Le stelline diventano tristi come Ilaria, se non le votate ahahah, vi voglio bene.
Spero vivamente che vi sia piaciuto questo capitolo, lo spero davvero.

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