Quella notte fu un vero incubo per lei, non riuscì a dormire per niente, ogni volta che provava a chiudere gli occhi, c'era sempre qualcosa che la tormentava, come se qualcuno la disturbasse e non volesse che lei si addormentasse. Così si mise a sedere e accese la luce della sua stanza, dato che l'interruttore era vicino al suo letto. Prese il cellulare e guardó l'orario, erano le 03:00 di notte e lei rimase ferma, perché non sapeva cosa fare. Se provava ad addormentarsi i suoi fantasmi le avrebbero fatto visita, se provava a guardare il soffitto avrebbe pensato troppo e alla fine avrebbe pianto, quindi l'unica cosa possibile da fare era mangiare. Mangiare si, ecco. Il cibo è una bellissima e gustosa distrazione quando si è malinconici. Si alzó è andó in cucina e prese la prima cosa che vide, cioè un barattolo di nutella.
"Che coincidenza!"-pensó in quel momento.
C'è sempre quando ti serve è inutile dirlo. Quel barattolo gli serviva come sfogo, come se ad ogni cucchiaiata ingoiasse un pó del suo cattivo umore, fino a consumarlo tutto. Restó lì in cucina, per una mezz'oretta all'incirca, quando non ne potè più di quella nutella, perché ormai ne aveva mangiata troppa, andó in camera.
A suo malincuore si mise sul suo letto e provó a chiudere gli occhi e per miracolo riuscì ad addormentarsi.
Un'altra giornata le attendeva, era stanca della solita vita, ma non poteva farci niente, doveva andare a scuola e fare sempre le solite cose, così quando si accorse di essere sull'autobus capì che la sua vita faceva davvero schifo, almeno come la reputava lei.
Quelle musiche che ascoltava le davano la nausea, erano sempre le stesse e non cambiavano mai, così disse:"Sono stufa di vivere questa vita è sempre la stessa, mi ci vuole un cambiamento!"
Menomale che sull'autobus tutti dormivano sennó l'avrebbero sentita e l'avrebbero scambiata per pazza.
Arrivata a scuola, cambió il suo umore o meglio fece finta di cambiarlo, nessuno doveva capire la guerra che avveniva dentro di sè, perché non l'avrebbero capita, quindi aveva rinunciato a far capire alle persone cose che non avrebbero mai capito.
Quella mattinata passó così, la solita monotonia che tutti conosciamo, sempre uguale, mai niente di diverso."Fa schifo tutto questo.."-pensó in quel momento.
Voleva che cambiasse qualcosa nella sua vita, aveva bisogno di provare nuove sensazioni, aveva bisogno di ricominciare a vivere.
Era quello il punto, ne aveva bisogno ma non era possibile. Perché per "ricominciare a vivere" doveva prima venir fuori da quella situazione assurda, i suoi sogni..e da sola non poteva farlo.
Quei sogni..quel sogno.."Così strano, ma così bello..."-pensó Ilaria.
Le vennero in mente quelle parole, quelle parole così belle che avrebbe voluto commentare ma non era riuscita a farlo.
"Io sono rimasto tra le righe, tu sei quella persona e la merda da cui scappo con te non esiste, perchè quella storia mi legge, perché sono io..ora spiegami come hai fatto a mettere me e un testo così profondo assieme, a leggermi e a farne una poesia, nessuna l'aveva mai fatto..."
Rimase sbalordita del fatto che ricordava quelle parole a memoria, se quella sera le aveva a malapena sentite, non si spiegava come potesse ricordarle.
Ma come ho sempre detto, Ilaria ha una buona memoria, sembra che non ricorda niente, ma invece ricorda sempre tutto...
Rimase così, immobile, quelle parole ancora una volta le avevano toccato l'anima..quell'anima tormentata che non le dava pace."Non voglio torturarti, sono un'anima dannata io.."
Si stava uccidendo, stava pensando a tutto quello che lui aveva detto in quel sogno, ogni cosa che diceva, pensava, le ricordavano quelle parole, come se tutto e tutti la conducessero da lui.
Ma purtroppo lei non conosceva la strada per arrivarci...
Buonasera, ragazze❤
Come state? Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, gradirei molto i vostri commenti, vorrei capire se questa storia vi stia piacendo.
Detto questo, vi saluto, mi raccomando votate!
Alla prossima, un bacio a tutte.❤
STAI LEGGENDO
"Lui."
RomanceUn giorno accadde tutto all'improvviso, neanche lei sapeva cosa fosse, tutto surreale, qualcosa di sconosciuto, non sapeva dare un nome a quel sentimento, perché lei non riusciva a provare un sentimento del genere. Lei, la ragazza tormentata si chia...