Alcuni giorni dopo...
Ema si muoveva e rimuoveva nel suo letto, il suo sonno era continuamente disturbato, già da alcune notti orsono.
Si rigirò di nuovo dalla parte del muro, poi aprì di scatto i suoi visto si occhi arancioni.
«Ahhh!Non ce la faccio più!» sbatté entrambi i pugni sul letto e incrociò le braccia al petto.
Era da giorni che faceva dei sogni, o meglio, lo stesso identico sogno ogni notte.Eh già, la nostra Ema era intrappolata in un sogno ripetitivo.Certe volte passava ore insonne, senza nemmeno chiudere occhio.
Ogni notte sognava se stessa ed un'altra figura davanti a sé, che si scambiavano un bacio seduti su un bel prato verde di un boschetto.
La castana scosse la testa, togliendo la scena dalla sua mente, e sbuffò per l'ennesima volta.
Guardò l'ora sulla sua sveglia.Erano le 04:30 del mattino.Orario insolito per lei.
Appoggiò la testa sul suo cuscino e guardò il soffitto.
«Perché mi fa questo effetto...?»
E dopo quella domanda fatta a se stessa, richiuse gli occhi, addormentandosi, forse rifacendo quel sogno che la tormenta da ormai una settimana.
***
«Ema, cavolo, sono le otto in punto, alzati!»
La voce di Mark risuonò più volte nelle orecchie di sua figlia, che dormiva beatamente nel suo letto da due ore e mezza.
Dopo aver risentito le parole di suo padre, si tolse di colpo la sua coperta e si fiondò di fronte al suo armadio, aprendolo, dove teneva la divisa ben piegata e le scarpe pulite la sera prima da lei.Erano lucidissime.
Senza perdere altro tempo, si spogliò togliendosi il pigiama e mettendo poi la divisa insieme alle scarpe. Si guardò un'ultima volta allo specchio.
Ripenso un momento al sogno che che faceva ormai da sette giorni.Solo una parola: imbarazzo.
Mai e poi mai aveva fatto sogni del genere, ed ella non era abituata a ciò.Uscì dalla sua piccola trance e si guardò di nuovo allo specchio.Era uscita dalla sua camera in fretta e in furia per non fare tardi a scuola, anche se fuori sembrava ancora molto presto.Ma l'apparenza può ingannare chiunque.
Si diresse in cucina, trovando sua madre, ed ella stava lavando i piatti che hanno usato ieri sera per cenare, ed il padre, che aveva iniziato a ridacchiare, non appena vide sua figlia con un'aria al quanto stanca.
«Buongiorno!» salutò Ema si suoi genitori.
Nelly sobbalzò sentendo la voce della figlia a quell'orario, si voltò e la vide già pronta con la borsa in spalla.
«Ema...?Non credi di esagerare?» le chiese sua madre vedendola già pronta «Guarda che devi entrare alle otto e mezza...»
«Appunto, sto andando a scuola per essere in orario!» fece ancora Ema esasperata.
Nelly sbuffò.
«Quindi mi stai facendo capire che tu vuoi andare a scuola alle sette meno un quarto!» urlò Nelly usando lo stesso tono della figlia.Ema strabuzzò gli occhi più volte, non credendo alle parole dette da sua madre.Poi cadde (in stile Anime), facendo un verso strano.
Si rialzò e si grattò la nuca con un dito.
«Aaahh, ma quindi -poi si ricordò del padre che l'aveva svegliata- ....TU!»
La piccola Evans cercò di andare dal padre, ma per fortuna la fermò la madre, che l'afferrò per la vita.
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Inazuma Eleven Go:La Luce nei nostri cuori #Wattys2017
FanfictionCiao a tutti, mi chiamo Ema Evans, ho undici anni, e sono figlia di Mark Evans e Nelly Raimon.Per un po' di tempo, dovrò tenere nascosto il mio cognome, che sarà temporaneamente Suzuki, ma non vi posso dire il motivo.Lo scoprire te solo leggendo!