Capitolo 5

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D'istinto mi volto letteralmente per "scappare" e mi ritrovo inconsapevolmente vicino alle finestre.

Decido di prendere una boccata d'aria fresca.

Quell'uomo mi fa uno strano effetto, meglio girare alla larga!

Un lacché apre la portafinestra ed io mi avvio sul terrazzino.

Mi guardo alle spalle per assicurarmi di non essere seguita.
Non so perché, ma avevo il terrore (o forse la speranza) che fosse dietro di me, ma per fortuna era una sensazione sbagliata.

Ora che sono certa di essere sola mi avvicino alla balaustra.

Il panorama è magnifico!
Una distesa verde si estende al di sotto.
Il giardino è raggiungibile mediante due scale in marmo di Carrara che si intersecano per poi ricongiungersi in un'unica rampa.
In lontananza distinguo un bianco gazebo le cui colonne sono ricoperte da rampicanti.

Varrebbe la pena scendere per visitare il giardino ma non è il momento opportuno, sarebbe troppo sconveniente abbandonare il thè della contessina!

Ciò non toglie che posso sedermi per qualche minuto sulla panca marmorea posta nel punto migliore della terrazza ed osservare l'indescrivibile panorama che ho davanti.

È piacevole sentire sul viso la tiepida brezza primaverile!
Chiudo gli occhi per meglio saggiarne il tepore...

Mille sensazioni investono i miei sensi ed il profumo dei fiori mi delizia con il suo aroma sempre nuovo, seppur vecchio di millenni.

Resto così, assorbita da me stessa per un po', quando d'improvviso si attenua la rifrazione di luce che percepisco con gli occhi chiusi, come se una nuvola si fosse fermata davanti al sole impedendo ai suoi raggi di raggiungermi.

Istintivamente apro gli occhi.

Non è una nuvola, ma la sagoma di una persona... a causa della forte luminosità dei raggi solari che irradiano alle sue spalle non riesco subito a focalizzarne i tratti somatici, ma dopo qualche secondo i miei occhi si abituano alla forza della luce e riconosco il figlio di Lord Rushmore... sempre lui!

Sorride sornione e questo mi infastidisce.

"Insomma, cosa volete?!"

Resta fermo in silenzio per un po', poi:
"Più che altro dovreste chiedermi chi voglio!"

Rifletto un momento sul significato recondito della sua affermazione.

Nel frattempo lui prosegue il suo monologo:
"... Ed è molto semplice rispondere a questa domanda... voglio voi!"

Sento le pupille dilatarsi, ma non ho altro tempo per riflettere che lui, cogliendomi ulteriormente di sorpresa, appoggia la sua mano sullo schienale della panca per potersi abbassare a livello del mio viso e, in un battito d'ali, la sua bocca copre la mia.

All'inizio non reagisco.

Le sue labbra restano immobili.
I suoi occhi fissano i miei.

Finalmente rientro in possesso del bene dell'intelletto e cerco di respingerlo.

Come la prima volta non ottengo risultati positivi, anzi!

Lui continua a premere le sue labbra sulle mie.

Ora ha entrambe le mani poggiate sullo schienale della panca creando una sorta di prigione intorno a me.

Se qualcuno ci vedesse sarebbe l'inizio della fine... aiutooooo!

Cerco di protestare.
Tento di parlare, ma è proprio ciò che vuole! Inconsciamente faccio il suo gioco e così la sua lingua invade la mia bocca...

Chiude gli occhi, mentre io li spalanco meravigliata, ma dopo poco anche i miei si chiudono e le nostre lingue si intrecciano in una danza sensuale di cui finora ignoravo l'esistenza, figuriamoci sapere di essere in grado di danzarla!

Ho smesso di pensare e di riflettere parecchi minuti fa...

Rientro in me soltanto quando lo sento sorridere mentre cerca di liberarsi dalle mie braccia che, non so come né quando né perché, si sono allacciate al suo collo.

Sono ammutolita, ma sentire la sua risatina di scherno accende la mia ira.

"Ma come vi permettete! State lontano da me!"

Il suono della sua risata diventa più forte.

Sta ridendo di me, mentre la mia rabbia aumenta di pari passo alla sua ilarità.

Prendo la borsetta e cerco di colpirlo con quanta forza possiedo, ma lui fa in tempo a bloccarmi i polsi e, avvicinando di nuovo il suo viso al mio, mi dice:

"Vorrei poterti accontentare, ma entrambi sappiamo che in realtà tu vuoi che io mi allontani da te quanto lo voglio io!"

Stavolta il suo assalto è ancora più famelico.

La mia bocca ormai risponde alla sua e non a me.

In breve seguo il suo ritmo e, visto che mi ha lasciato liberi i polsi, afferro il colletto della sua giacca fino ad avvicinarlo il più possibile a me.

Il palmo della sua mano si appoggia alla mia guancia.

Sono fuoco liquido nelle sue mani, ma non mi importa!
Voglio che questo momento non abbia fine, al resto penserò dopo, quando avrò tempo e testa per riflettere.

Passa un minuto, un'ora, un giorno... Non saprei!
Ma finalmente si stacca da me e si siede al mio fianco.

Solo ora mi rendo conto che in realtà sono passati soltanto pochi minuti... e solo ora focalizzo che il suo comportamento non è stato affatto cavalleresco né tantomeno lecito, anche se nemmeno il mio è stato irreprensibile... anzi!

Cosa ho fatto?!
Cosa ho rischiato che accadesse?!
E se qualcuno ci avesse visti?!

Ciò mi porta ad alzare la testa di scatto, fissare i suoi occhi e guardare alle spalle della panca su cui siamo seduti, tutto nel giro di poco tempo.

Forse comprende le mie preoccupazioni tanto che comincia ad accarezzarmi la mano.
Calca piccoli cerchi al centro del mio palmo e, sottovoce, comincia a dirmi:
"Non devi temere, nessuno ha potuto vederci. Siamo solo noi due! Gli altri sono troppo distratti dai pettegolezzi per rendersi conto della nostra uscita."

Lo guardo in silenzio.

Mi sento un'idiota.
Sembra che il gatto mi abbia mangiato la lingua!

Comincio a tremare, ma non per il freddo, non so spiegarne il motivo.

Lui, forse comprendendo il mio stato, mi circonda le spalle con un braccio.

Devo alzarmi e tornare subito dentro.

Cerco di passare all'azione, ma ho le gambe molli e gli cado praticamente in braccio.

"Oh!"
"Tesoro, capisco che l'attrazione che proviamo l'uno per l'altra è irresistibile, ma non è il momento adatto per dare sfogo alle passioni. Dovremmo attendere occasioni migliori!"

Alla sua uscita mi si elettrizzano i neuroni!

"Ma come vi permettete?! Io non provo assolutamente nulla per voi, solo repulsione!"
"Eppure non mi sembra che ti sia dispiaciuto che ti abbia baciato!" afferma sorridente.

"Non mi avete dato possibilità di replica, mi avete preso alla sprovvista!"
"Ebbene, allora dovresti ringraziarmi. Se non ti avessi trovato io tutta sola probabilmente ora saresti alla mercé di qualche vecchio bavoso, amico della contessina..."

Non so cosa replicare, così finalmente mi sollevo dalla sua persona e vado di filato verso la portafinestra.

Non mi giro indietro.

Mi fermo soltanto quando sono ormai all'intero della sala, nei pressi del buffet.

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Il Canto della Sirena (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora