Capitolo 15

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Sono passati pochi minuti dall'inizio del pranzo.
Non ho molto appetito.
Vorrei essere lontana chilometri...
Spilucco qualcosina mentre sento in sottofondo le voci degli uomini.
Non seguo il discorso fino a quando non vengo chiamata in causa da Sebastian...

"Miss Southampton?!"

Cerco di raccattare qualche frammento di conversazione che possa darmi un indizio sull'argomento per cui mi ha tirato in ballo, ma proprio non riesco nell'impresa.
Sono quindi costretta ad ammettere la mia distrazione con una muta richiesta.
Sebastian afferra al volo la mia difficoltà e (proprio non me lo aspettavo) mi aiuta a districarmi dai fili della trappola che io stessa ho teso.

"Miss Southampton, vorrei soltanto avere la conferma che voi sarete così gentile sabato da accompagnarci nella battuta di caccia alla volpe..."

Oh... ecco! Io odio la caccia...

"Lo farò con molto piacere... a patto che non uccidiate nessun animale innocente soltanto per puro divertimento."

Ovviamente mio padre, da grande appassionato di caccia, interviene contro la mia richiesta...

"Nicole, proprio in questo momento stiamo mangiando carne di animali che noi stessi abbiamo cacciato.
Non credo che ti dispiaccia ciò che hai nel piatto... e non mi sembra giusto imporre un proprio parere in questo modo!"

Inorridisco al pensiero della provenienza della carne che ho davanti a me... quel poco di appetito che avevo è andato a farsi benedire!

Noto che Sebastian sta cercando di non ridere... grrrrrrrr!!!
Ma chi si crede?!
In più davvero sono stanca degli ordini paterni.

Mio padre ride apertamente appoggiato dal duca.

Li guardo contrariata.

Sebastian mi sta osservando e sta diventando sempre più rubicondo a furia di trattenere la risata.
È troppo buffo.
Non ce la faccio.
Mi sta contagiando...

Scoppio in una grassa risata, dimenticando il cruento argomento di partenza, accompagnata da lui stesso.
È come se nella sala fossimo da soli, ma dopo un po' un lieve tossicchiare mi riporta alla realtà.

"Vedo che avete trovato qualcosa su cui ridere insieme!" afferma il duca di Hawckhearth.

Mio padre sorride compiaciuto, anche se silenzioso.

Già vedo i meccanismi del suo cervello mettersi in moto!

Abbasso gli occhi sul piatto.
Il momento di euforia è passato!!!
Non reggo più il suo sguardo da predatore che si sta mentalmente sfregando le mani convinto di aver raggiunto il suo obiettivo.

Gli uomini proseguono con le loro elucubrazioni sul prossimo weekend.
Perdo gran parte del discorso che nel frattempo ha preso una piega più leggera, o almeno deduco dai pochi stralci che riesco ad afferrare.

Continuo a rigirare il cibo nel piatto, fino a quando non arriva il momento del whisky da cui sono ovviamente esclusa.

"Ebbene signori, vi farò degustare qualcosa che di certo non potete aver mai assaggiato!"

Questo preludio mi dà il via libera per defilarmi.
Non ascolto il resto...

Sto quasi per accommiatarmi quando le parole di Sebastian mi costringono a restare dove sono.

"Milord, potrei approfittare della guida di vostra figlia per visitare i giardini?"

Inutile descrivere la nuova luminosità che ha acquisito il volto di mio padre, che prontamente risponde con uno sguardo interessato.

"Ma certo... Nicole, mostra al nostro ospite le bellezze dei giardini."

Non mi sfugge che non abbia menzionato Gemma o uno chaperon e questo mi conferma che farebbe di tutto per portare a termine i suoi piani.
Anche se non volessi, e non è questo il caso, non potrei oppormi, quindi rispondo affermativamente con un cenno del capo.

Sebastian mi osserva compiaciuto, mi si avvicina sinuoso come un gatto e mi porge galantemente il braccio a cui mi aggrappo per inerzia.
Non posso fare a meno di notare l'occhiata d'intesa che si scambiano i nostri due genitori che subitaneamente si dileguano lasciandoci soli.

Ci incamminiamo silenziosi verso le portafinestre che conducono sul terrazzo, da cui si raggiunge facilmente il giardino attraverso due rampe di scale marmoree.
L'odore dell'erba è piacevole, come pure i raggi del sole che riscaldano, senza infastidire, la nostra pelle.

Siamo sull'ultimo gradino quando Sebastian rompe il silenzio.

"Nicole, credo sia il caso di parlare!... Ormai non possiamo fare altro, non abbiamo facoltà di scelta."

Resto un attimo allibita dalle implicazioni del discorso, mi fermo a guardare in viso il mio accompagnatore.
Ho tante domande in testa ma le parole non vengono fuori.

Notando la mia difficoltà, Sebastian continua nel suo discorso, fissandomi.

"Siamo entrambi vittime delle nostre origini. Qualcuno pensa che siamo fortunati, possiamo avere tutto...e ciò che non abbiamo possiamo comunque comprarlo...ma spesso negli ultimi periodi mi sono chiesto se è davvero così che stanno le cose. Se in realtà non è più fortunato un uomo che possa scegliere la propria compagna di vita."

È a questo punto che mi accorgo che, nonostante i suoi occhi non mi abbiano mai abbandonato, in realtà è come se lui non stesse guardando me.

È strano.
Sebbene siamo praticamente due estranei, riesco a capire molto bene ciò che intende.
È come se a parlare fosse stata la mia stessa anima.
Come se fossi stata messa di fronte ad uno specchio per conoscere ciò che ho dentro.

Quasi senza accorgercene, riprendiamo a camminare silenziosi.
Senza meta.
Senza allegria.

Raggiungiamo una panca solitaria situata nei pressi del laghetto.
Le anatre selvatiche placidamente scivolano sulla superficie.

La mia mano è ancora sul suo braccio, quando la prende tra le sue per aiutarmi a sedermi.
Le sue mani sono calde.
Trasmettono piccole scosse.
Provo una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

Finalmente siamo entrambi seduti, ma le nostre mani sono ancora unite.

Il silenzio regna sovrano tra noi, interrotto soltanto dai rumori della natura circostante.

"Nicole...balla con me!"

Sollevo lo sguardo dalle nostre mani, che non mi ero resa conto di fissare.
I miei occhi raggiungono i suoi.
Si alza.
Mi aiuta a fare lo stesso e mi cinge tra le braccia.
Cominciamo a dondolare al ritmo della melodia della natura.
Occhi negli occhi.

"Sarai la mia rovina!!" afferma sorridendo.

Poi si avvicina lentamente al mio viso.
Si ferma ad osservarmi per qualche secondo, poi dolcemente le sue labbra raggiungono le mie muovendosi in una danza vecchia di secoli, che è l'estensione delle nostre anime...

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Il Canto della Sirena (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora