Capitolo 18

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Restiamo per un po' stretti l'uno all'altra... poi finalmente rientro in possesso delle mie facoltà intellettive e ricordo che mi trovo in casa mia, a due passi dalla porta da cui da un momento all'altro potrebbero entrare i nostri genitori!!!

Spingo via Sebastian, cosa che non avrei mai avuto la forza fisica di fare se non l'avessi preso alla sprovvista, mentre lui mi guarda stranito...ciò mi induce a dare delle spiegazioni:

"Potrebbe entrare qualcuno! Mio padre..."

Lui mi osserva, poi scoppia a ridere.
Ora mi sta dando sui nervi!

"Cosa c'è che mi sfugge di così divertente?"

Imperterrito continua a ridere mentre mi riabbraccia...

Mi osserva...

Mi accarezza il collo con il dorso della mano...

Risale la guancia con il palmo...

Si sposta sulla nuca e mi riavvicina a sé!!!

A filo di labbra sussurra:
"Tuo padre non è più un problema!"

Non capisco cosa voglia dire, ma non mi dà il tempo di chiedere che ormai ho il cervello in pappa e la bocca impegnata...

Lentamente il bacio giunge al termine.
Traccia i contorni del mio viso soffermandosi al mento.

"Hai una fossetta davvero deliziosa, qui..." dice toccandomi la guancia "...indurrebbe in tentazione un santo!"
"Secondo mio padre l'ho ereditata dalla mamma, ma io non riesco a ricordarla!"
"Quanti anni avevi quando è morta?"
"Cinque. Non ho ricordi di lei, soltanto qualche vago episodio che il tempo ha cancellato un po' per volta, come granelli di sabbia al vento... ma ora non è il momento di parlare di questo! Cosa intendevate quando avete detto che mio padre non è più un problema?"

Mi osserva per un attimo, poi mi chiede:
"Sul serio non sei a conoscenza del contratto?"
"Ma di cosa state parlando?!"
"Sto parlando del contratto prematrimoniale che tuo padre mi ha fatto firmare!"

Sono inorridita!!!
Ma che razza di genitore è mai il mio, che mi vende come fossi un oggetto e senza nemmeno mettermi al corrente!

Non so dove trovo la forza di chiedere:
"Cosa dice?"
"Il contratto?!...Oh beh, molto semplice: da oggi ad un mese saremo uniti nel sacro vincolo del matrimonio. Appuntamento alla chiesa di Saint Laurent alle 10 in punto!"

Ovviamente sono allibita, ma non capisco il tono sarcastico di Sebastian.

"Non hai niente da dire!?" continua, osservandomi.

Resto ancora qualche secondo in silenzio, poi:
"Quando pensavate di dirmelo?!"

Man mano il mio tono passa dal calmo, all'isterico, all'infuriato...
Rifletto velocemente su tutta la situazione e molti nodi non si sciolgono...

"Se è così spiacevole per voi, visto il tono in cui ne parlate, e con questo non voglio certo dire che per me è meraviglioso essere venduta come una pecora all'asta di beneficenza, perché avete accettato?!"

Il suo viso diventa subito serio.
Sospira ed infine:
"Non c'era altra scelta, almeno non per me!"

Certo non è piacevole sentire una cosa del genere, perché,  anche se non era il mio sogno sposare Sebastian, fa male sentirgli dire che non aveva altra scelta che accontentarsi di me...

Una lacrima infida cola giù senza permesso...

Sebastian la raccoglie e mi chiede:
"Ora perché stai piangendo?"
"Oh, ma io non sto piangendo... mi è andato un pulviscolo nell'occhio e mi si è irritato, tutto qui!"

Si, proprio tutto qui!!!

"Invece no! Lo so che non sono il tuo Tristan..." e dicendo ciò la sua espressione diventa accigliata "...ma non credo che sarebbe una cattiva unione, la nostra!"
"Non parliamo di Tristan, vi prego!"
Resto in silenzio per un po', poi:
"Ma... se avete appena detto di non aver avuto scelta!!!"

Mi guarda.
Inizia a sorridere.

"Allora è questo!"

Divento rossa.

"Questo cosa?!"
"Sai benissimo di cosa parlo! Pensavi che non ti volessi..."

Ok, ora non riesco più a guardare i suo occhi.

"Io..."
"Forse non mi sono spiegato bene... eppure credevo di averlo fatto a dovere, ma evidentemente non sono stato abbastanza convincente!!!"

Detto questo, mi stringe a sé e si impegna al massimo nello "spiegarmi" quanto in realtà non sia dispiaciuto della nostra nuova condizione di fidanzati...

All'improvviso mio padre irrompe nella camera.
Cerco di separarmi da Sebastian che però non me lo permette.

"Basta così!"

Il tono di mio padre non ammette repliche.

"Non avete più il diritto di decidere."
"Ragazzo, non sfidarmi! In casa mia si fa ciò che io comando."
"Fino ad un certo punto."

Cala il silenzio, poi...

"È tutto pronto per il tuo debutto. Sono già stati spediti e accettati gli inviti. In quell'occasione sarà anche annunciato il vostro fidanzamento."

Ha già deciso tutto.
Ha deciso della mia vita.

"Ed ora che tutto è stato risolto..."

Risolto?! Cosa è stato risolto???

"...puoi andare in camera tua, Nicole. Gemma ti sta aspettando!"
"No!!!" diciamo insieme io e Sebastian.

Poi lui, accarezzandomi il braccio per tranquillizzarmi, continua:
"Stavolta no. Nicole sarà presente, qualsiasi cosa avrete da dire."
"Niente affatto."
"Invece si. È anche la sua vita."
"Ragazzo, ancora non hai imparato che la vita delle donne è nelle mani del padre prima e del marito poi... se continui così ti farai raggirare presto da lei!"
"Io non credo."

A questo punto sono furiosa e, grazie alla presenza di Sebastian che con le sue parole mi ha trasmesso fiducia e forza, assumo un tono ed un atteggiamento che non ho mai sperimentato con mio padre... nemmeno quando desideravo con tutta me stessa sposare Tristan.

"Adesso basta. Voglio capire... voglio sapere."

Mio padre mi guarda con cipiglio irato, poi:

"Stai al tuo posto, Nicole! Non azzardarti mai più ad usare quel tono con me."
"Ma voi dovete darmi una spiegazione!"
"Io non ti devo niente. Non costringermi a ripetere ciò che ti ho detto in un'altra occasione!"
"Cosa?! Cosa mi avreste mai detto? Voi non mi avete mai messo al corrente di nulla... non avete mai parlato con me... vi siete sempre limitato a decidere per me!!!"
"Basta! Fa silenzio."

A questo punto interviene nuovamente Sebastian:

"Oh, andiamo! Diteglielo... ditele perché state facendo tutto questo!!! Se non parlerete voi, lo farò io... fatele leggere il contratto!"

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Il Canto della Sirena (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora