Capitolo 2

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Le lezioni della giornata sarebbero state, probabilmente, facili per Amelie. Stando a quanto dicevano i suoi compagni, lei conosceva una buona parte di quello che loro dovevano anvora studiare. Inoltre lei era molto portata in Pozioni, Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure.
Tuttavia seguì lo stesso le lezioni dal fondo della classe.

La Granger si ostinava a tenere la mano alzata e, nonostante il professor Piton la volesse ignorare, alla fine era costretto a darle la parola. L'uomo aveva la sua solita maschera di impassibilità, anche se qualche volta rivolgeva sguardi infastiditi da un alunno all'altro. Era visibilmente stufo di insegnare pozioni a studenti che non riuscivano a mescolare due ingredienti e facevano scena muta ad ogni sua domanda.
"Signorina Hollow, mi sa dire cos'è l'Ossofast? O devo rivolgermi direttamente alla signorina Granger?"
Amelie lanciò un'occhiataccia al professore, il quale rispose ugualmente. "È una pozione usata dai maghi Guaritori. Permette alle ossa di ricrescere in circa 8 ore, tuttavia è molto dolorosa. Si prepara con il Dittamo, la Belladonna, l'Aneto e una coda di lucertola."
Amelie sperò di aver sorpreso il professore. Non perchè volesse soddisfazione nell'aver dato una risposta corretta, ma voleva assolutamente vedere un'altra espressione su quel monotono volto. Avrebbe pagato per vedere un sorriso, o almeno un po' meno rigidità. In fondo la divertiva aspettare nuove maschere. Già, solo altre maschere. Non si aspettava assolutamente di vedere un sentimento sincero delinearsi in faccia al professore.
Nulla. Nessun cambiamento. "Si potrebbe quasi spodestare la signorina Granger dal suo posto di saccente sotuttoio" disse con sarcasmo, cosa che fece infuriare la riccia.
"Iniziate ora a preparare l'Ossofast, senza ricetta davanti."
Amelie eseguì con cura e con facilità ogni passaggio. Quando il professore passava a controllare, gli alunni si impaurivano e Piton adorava trovare un minimo errore per poterli rimproverare e terrorizzare. Fu tremendamente infastidito nel vedere la calma di Amelie. Lei, dopottutto, non sapeva cosa ci fosse da preoccuparsi: non aveva mai visto una sfuriata del pozionista.
Piton cercò un errore, ma, suo malgrado, non lo trovò. Nella sua testa dovette ammettere che la ragazza stava preparando la pozione con una certa maestria, ma non avrebbe mai detto nulla del genere ad alta voce.
Finì presto la pozione e consegnò la fiala a Piton, dopodichè si avviò fuori dall'aula.

I giorni seguenti passarono senza problemi, almeno per lei. La Greengrass vedeva spesso il letto di Amelie vuoto, più o meno quattro-cinque sere a settimana. Ma la bionda era ostinata a non impicciarsi in affari che potevano solo portarla a qualche rischio.
Dall'altra parte, Amelie sapeva che non avrebbe mai parlato e per questo si assentava senza farsi troppi problemi.
La ragazza amava aggirarsi nel buio dei corridoi vuoti. Qualche volta andava semplicemente a fare lunghe passeggiate, altre si recava in biblioteca. Presto conobbe la sezione proibita e non potè che entrarci a curiosare. Se aveva abbastanza tempo, si fermava a leggere direttamente in biblioteca, altrimenti clonava il libro, ne rimpiccioliva la copia e la riponeva in qualche tasca del suo mantello. Capitava spesso che Gazza si aggirasse sospettoso, ma Amelie, grazie all'assoluto silenzio, lo sentiva arrivare in lontananza e aveva tutto il tempo di nascondersi o scappare silenziosamente. Talvolta approffittava delle giornate non particolarmente fredde per uscire all'aria aperta ed esplorare gli immensi confini di Hogwarts.
Dopo un mese di scuola, aveva voti altissimi in tutte le materie e nessuno sospettava che frequentasse abitualmente luoghi proibiti in orari proibiti.
Si era già affezionata a quattro luoghi in particolare: la biblioteca, la torre di astronomia, la foresta e il lago.
Durante la giornata chiacchierava normalemte con i suoi compagni, ma non aveva stretto un legame con nessuno in particolare. Si limitavano a scambiarsi il saluto e qualche commento sulle lezioni. Gli altri ragazzi trovavano sempre un motivo per lamentarsi: o per i compiti o per i professori, oppure per entrambi. Amelie dava qualche sua opinione, ma non trovava fastidiosi i professori e i compiti non le pesavano. Riusciva sempre a finire tutto in fretta e lasciare molto tempo per rilassarsi. Oppure invertiva le cose, riducendosi all'ultimo momento dopo una giornata di svaghi.
Gli altri, studenti e professori, pensavano fosse un' ottima studentessa, nonostante avesse alti e bassi nel carattere. C'erano giorni in cui era circa 'normale', altri in cui sembrava appartenere ad un altro mondo e altri ancora in cui sembrava impossibile poterle parlare per via della sua eccessiva irritabilità e malinconia.

Una sera andò a passeggiare in riva al lago. Il vento le accarezzava i lunghi capelli castani e faceva svolazzare il suo mantello. Osservava la luna riflettersi sull'acqua e trovò che fosse estremamente rilassante poter stare lì con tranquillità. Sembrava che ad Hogwarts il tempo si fermasse e che potesse averne quanto ne voleva.
Sentì un'altra folata di vento sulla faccia. Iniziava a fare fresco.
Voleva godersi ancora un'ultima volta quelle sensazioni di pace e serenità.

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