Capitolo 23

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Piton aveva raggiunto il suo intento e così per tutto il giorno si ritrovò ad aspettare che la ragazza entrasse dalla porta del suo ufficio.

Amelie, invece, passò il pomeriggio a studiare in biblioteca. Rimase lì fino all'ora di cena, quando si recò in Sala Grande e mangiò insieme a Draco. Appena finito, si diresse nei sotteranei, bussò ed entrò nell'ufficio di Piton.
Aspettava da tempo di vederlo per parlargli, ma di cosa? Si ritrovò lì senza sapere cosa fare.
Il professore era vestito semplicemente con i soliti pantaloni neri e una camicia bianca, che faceva intravedere le linee possenti del busto.

"Non era necessario far cadere il libro per chiamarmi nel suo ufficio." constatò Amelie.

"Evidentemente sì." disse l'uomo avvicinandosi a lei. La prese per i fianchi, l'avvicinò a sè e la baciò. Amelie gli mise una mano dietro la nuca e intrecciò le dita con i suoi capelli corvini. Piton si godette il bacio per un paio di minuti, poi la prese in braccio e la fece sedere sulla scrivania, continuando a baciarla. Si staccarono per un attimo: "Bastava far cadere un libro per avere questo?"
Piton fissò a lungo gli occhi della ragazza, poi disse: "Bastava essere te."
E così riprese a baciarla, accarezzandole la schiena.

Quando si staccarono Piton cercò di congedare Amelie perchè doveva preparare delle pozioni.

"Posso aiutare...?" Era una via di mezzo tra un' affermazione e una domanda.
"Preferisco lavoare da solo" sentenziò freddo.
"Posso almeno restare qui per un po'?"
Piton glielo concesse con un gesto della mano, dopodichè iniziò a lavorare sotto uno sguardo incuriosito dalla sua eleganza nell'arte delle pozioni.
"Ora è meglio che tu vada" disse Piton dopo aver finito di lavorare.
Detto questo la scortò con il suo solito distacco fino alla sala comune Serpeverde e senza neanche salutarla si girò e tornò nel suo ufficio.

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Passò molto tempo prima che si rivedessero soli. A lezione o per i corridoi c'era sempre qualche scambio di occhiate, talvolta occhiatacce, ma nessuno dei due sembrava capire cosa volesse itendere l'altro, forse perchè neanche l'altro sapeva cosa stava cercando di comunicare.

Amelie, infine, aveva deciso di farsi viva nel suo ufficio.
Piton la stava abbracciando: sapeva quanto la facesse stare bene.
Quando si staccò la guardò negli occhi, che erano leggermente lucidi, segno che stava già meglio. Restò fermo perdendosi in quegli occhi. Castano e nero, nero e castano.

Si sentì bussare e Piton riprese immediatamente le distanze adeguate e diede il permesso per entrare.
La professoressa McGranitt sbucò dalla porta e allo stesso tempo Amelie giudicò opportuno uscire dalla scena "Buongiorno Preside."

"Come mai qui, signorina Hollow?"

"Ho giusto finito di riordinare alcuni libri per il professore."
Si accorse solo dopo che tutti gli scaffali erano assolutamente in disordine. Poco si preoccupò e uscì dalla stanza frettolosamente.

Nei giorni successivi non si videro spesso. Ogni tanto Amelie andava nel suo ufficio e stava seduta su una poltrona mentre lui correggeva dei compiti e, quando non doveva lavorare, prendevano un tè.
Non avevano più parlato di lei. Preferivano lasciar stare tutti quei problemi, visto che entrambi sapevano cosa stava succedendo e non era necessario ripetere nulla.

Non parlarono neanche di lui, perchè in realtà non parlarono proprio di niente. Il tempo che Amelie passava con lui era sempre sovrastato dal silenzio, saluti a parte.

Nonostante le giornate iniziassero ad essere tranquille, anche se silenziose, la data della prossima riunione della setta si faceva sempre più vicina.

Amelie doveva, innanzitutto, parlarne a Piton e poi chiedere il permesso alla McGranitt.

Così un martedì a fine lezione rimase per ultima ad uscire dall'aula e, assicuratasi che tutti fossero usciti, si avvicinò alla scrivania per dire: "Questo fine settimana ci sarà la riunione. Ecco... pensavo fosse giusto informarla."

Aspettò che arrivasse una risposta, ma l'uomo non alzò lo sguardo e non proferì parola, fino a quando Amelie stava per andarsene.

"Verrò anche io e non c'è cosa che possa impedirmelo. Ti accompagnerò ad ogni costo."

Detto questo alzò gli occhi in quelli della ragazza, facendole capire che non sarebbe stata sola, mai.

"Grazie professore."

Dopo pranzo andarono entrambi nell'ufficio della Preside.
Parlò esclusivamente Piton, chiedendo il permesso per entrambi.

Si accordarono per trovarsi all'ingresso di Hogwarts un paio di ore più tardi della volta precedente, poichè conoscevano già il posto.

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"Sempre in ritardo Hollow"
Disse senza il suo solito tono austero, ma quasi per divertimento
"Non sono in vena di scherzare" concluse Amelie stizzita, troncando qualsiasi tentativo di conversazione.

Tornati entrambi alle loro espressioni cupe, uscirono dal castello per smaterializzarsi.

I tempi furono molto più brevi: Amelie aveva spiegato a Piton che probabilmente erano rimasti solo in tre, a meno che non avessero trovato un nuovo membro. Come la volta precedente gli uomini entrarono uno alla volta nella capanna, ancora ignari della morte di un loro adepto. Allo stesso modo uscirono e Amelie, seguita a ruota da Piton, pedinò l'ultimo. Facendogli assumere il veritaserum, scoprì che la riunione successiva sarebbe stata in un'altra foresta, Bowland, più a nord e si sarebbe svolta tre settiane dopo.
Piton cercò di sfuggire con lo sgurdo nel fatidico momento in cui la ragazza lanciava l'anatema che uccide.
Non voleva vedere altri morti.

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