Capitolo 16

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Signorina Hollow,
venga nel mio ufficio al più presto, possibilmente oggi stesso.
S.P.

Amelie si trovò un gufo che picchiettava alla finestra con questo messaggio. Ormai il professore doveva aver visto il ricordo e probabilmente voleva parlare di quello.
Alla fine aveva deciso di accontentarlo e di affidarsi a lui raccontandogli tutto, o quasi.

Si vestì e con calma raggiunse l'ufficio nei sotterranei. In verità non sapeva proprio cosa dire.

Piton la invitò a sedersi su una delle poltroncine, poi cominciò lui stesso a parlare.

"Non è a Hogwarts per studiare e prendere i GUFO, vero? Le serve solo un luogo protetto?"
"Sì, esatto" disse Amelie abbassando lo sguardo.
Piton rimaneva ancora impassibile anche in quel momento.
"Vorrei chiederle di spiegarmi meglio la situazione generale."
La ragazza, che aveva deciso spontaneamente di recarsi in quell'ufficio per poter confessare a qualcuno il suo segreto, ora si sentiva a disagio nel doverne parlare.

"I miei genitori e il mio migliore amico vennero uccisi sei anni fa" disse con sguardo fisso a terra "Ho iniziato a cercare il loro assassino, ma fu veramente difficile. Nell'ultimo anno i miei sforzi sono diventati utitli." Si alzò in piedi "Ho trovato delle tracce e sono riuscita a capire chi erano, ma presto iniziarono a darmi la caccia e scappare non è così facile quando non hai un posto sicuro dove rifugiarti."

Piton ascoltò tutto in silenzio. Aveva avuto i chiarimenti su tutta la faccenda, ma ancora non si capacitava che quella ragazzina faccesse tutto da sola, completamente esposta al pericolo.

"Non le permetterò di uscire ancora da Hogwarts e di lasciarsi uccidere da un momento all'altro." disse stringendo i pugni e alzandosi anche lui in piedi "Non voglio che lei vada da sola incontro al pericolo, rischiando di non tornare."

Non poteva andare. Non da sola.

"Per un po' non dovrò andare da nessuna parte."
"Quindi il problema si ripeterà più avanti?"
"Sì."
"Non voglio che tu vada."

Si avvicinarono entrambi e si abbracciarono. Piton era, come suo solito, rigido, mentre la ragazza si trovava benissimo tra quelle braccia e questo dava anche all'uomo un po' di tranquillità. Dopo che Piton aveva iniziato a rilassarsi, Amelie staccò la testa dal suo petto per guardarlo e ringraziarlo. Appena puntò i suoi occhi in quelli del professore, lui avvicinò il suo volto a quello della ragazza e si baciarono. Un bacio dolce, senza pretese, senza promesse, ma bello a modo suo.

"Ora vai. Ho degli impegni da sbrigare" disse Piton gentilmente. Era vero che aveva degli impegni, ma avrebbe potuto tranquillamente tenerla con sè per ancora un bel po' di tempo. Non sapendo cosa fare e cosa dire, decise che era meglio lasciare che ci fosse stato quel bacio senza nient'altro, senza inutili parole fraintendibili. Poi lui non era certo uno che ci sapesse fare con i discorsi. Lasciare la cosa in sospeso gli sembrava la cosa più semplice.

La scelta si rivelò ottima, infatti Amelie uscì con un sorriso ebete stampato in faccia, non dando peso alle ultime parole del professore.

Piton non tornò ad Hogwarts fino all'inizio delle lezioni. Amelie avrebbe voluto passare un po' di tempo con lui, ma con gli altri studenti in giro per la scuola, non si sentiva affatto a suo agio ad andare nel suo ufficio o, peggio ancora, a farsi vedere per i corridoi con lui.

Per questo avrebbe tanto voluto che muovesse lui il primo passo per vedersi. E così iniziò ad aspettare.

Piton, dal canto suo, cercava veramente in tutti i modi di lasciare la situazione in sospeso e il metodo migliore, a detta sua, era ignorare la Hollow. Amelie capiva che il professore non poteva dare segni evidenti: chissà che voci si sarebbero sparse per Hogwarts, ma stava cominciando a seccarsi di essere messa da parte.

Decise di ignorarlo anche lei, cercando di stringere più amicizia con Draco e, magari, anche qualcun altro.
Si ricordò che Malfoy l'aveva invitata un fine settimana a Hogsmeade, ma per via di una delle punizioni di Piton non aveva potuto andarci. Non glielo aveva più richiesto, quindi si convinse a invitarlo per il fine settimana in arrivo.

Draco accetò volentieri e sabato si ritrovarono all'entrata del castello per uscire insieme. Andarono ai  Tre Manici di Scopa e presero una burrobirra.

Amelie, che si era tenuta fuori dalla guerra, non si capacitava come Draco potesse essere stato considerato un mostro. Era sempre gentile ed educato, un vero gentiluomo. Come potevano trattarlo così male?

"Senti... volevo chiederti cosa fai quando sparisci dalla scuola?"

Amelie si gelò per un attimo, poi procedette sorridendogli: "Scusa, non posso dirtelo"

"Ero solo curioso. Quando torni hai sempre un' aria cupa. È qualcosa di grave?"
"Sì, ma non posso proprio dirti altro. Non ti devi preoccupare, veramente."

"Idiota, come faccio a non preoccuparmi se mi hai appena detto che è grave? Comunque non ti farò altre domande se non vuoi."
Amelie sorrise per la gentilezza e la delicatezza di Draco, era veramente premuroso.
"Quando potrò dirti altro sarai uno dei pochi a saperlo, te lo prometto. Non mi va che tu stia così tanto in pensiero per me."

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