Capitolo 15

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"Non sono affari suoi, mi lasci andare."

Piton la prese per la mano che teneva la maniglia della porta e, con un gesto deciso e leggero al tempo stesso, la attirò a sè. Non aveva pensato per un singolo secondo a quello che stava facendo: aveva agito instintivamente ed era meglio così.

Amelie cercò di divincolarsi da quell'abbraccio, ma il professore non dava segno di cedimento. Le sue braccia la tenevano stretta al suo petto.

Piton sentì che la ragazza non stava più cercando di staccarsi da lui e si era abbandonata completamente. Il suo corpo sottile rimaneva inerte tra le braccia robuste dell'uomo.
Avrebbe voluto tenerla così a lungo, per aiutarla. Anche se lei non lo avrebbe detto, le faceva bene anche un semplice abbraccio.
Questo lui lo sapeva molto bene, nessuno meglio di lui.

Si decise a staccarla da lui solo dopo qualche minuto.

La ragazza continuò a fissarlo negli occhi: era un misto tra tristezza, imbarazzo e gratitudine.

Amelie prese la bacchetta e di colpo Piton si irrigidì non capendo le intenzioni della ragazza.
Appoggiò la bacchetta alla sua sessa tempia e ne strappò un ricordò, che ripose nella prima fiala che trovò a disposizione.

Piton intanto si era parzialmente rilassato, per quanto fosse possibile. Continuava a guardare in modo serio la ragazza e quella maledetta bacchetta.
Le Hollow si riavvicinò a lui e gli pose la fiala. Lui la prese, facendo andare lo sguardo dall'oggetto alla ragazza.

"Non lo guardi prima di Natale, la prego."
Lui andò alla sua scrivania e chiuse la fiala in un cassetto, mentre annuiva leggermente a promessa di aspettare Natale.

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Le giornate fredde di dicembre procedevano tranquillamente. Senza occhiatacce, ma neanche gesti d'affetto.
Era strano che Piton si comportasse quasi come una persona normale: non la squadrava male, non la scherniva in alcun modo. Semplicemente si comportava civilmente, probabilmente nel modo più gentile che sapesse mostrare agli studenti (ciò significa che era comunque molto schifato e gelido).

Le vacanze di Natale si avvicinavano e gli studenti non vedevano l'ora di rilassarsi con le loro famiglie.

"Professoressa McGranitt?" disse Amelie entrando nell'ufficio della Preside.

"Avnti, entri pure, non stia sulla porta." la accolse la McGranitt.
"Professoressa, dovrei assentarmi per altri due giorni: il ventitre e ventiquattro."

"Non c'è problema signorina Hollow. E il giorno di Natale?"
"Lo passerò qui"

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Arrivarono velocemente i giorni in cui gli studenti iniziavano a lasciare Hogwarts. Il castello diventò molto più vuoto.

Amelie notò che anche Piton non c'era. Chissà dove passava il Natale una persona solitaria come lui. Amelie non ce lo vedeva certo con una famigliola allegra intorno.

In un certo senso partì anche lei. Non andava a festeggiare con nessuno, ma per un paio di giorni, come già successo, partiva anche lei.

Il venticinque fu una giornata allegra. A Hogwarts erano rimasti pochissimi ragazzi. Ora che Voldemort non c'era più, potevano passare le vacanze con la loror famiglia in tutta tranquillità. Non avevano più bisogno della protezione di Hogwarts, ora che il mondo magico era sicuro.

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Severus era appena tornato ai suoi alloggi nei sotterranei. Ormai Natale era passato da due giorni, ciò significava che aveva il permesso di guardare il ricordo.

Si recò nell'ufficio della Preside e versò il contenuto della fiala in modo di poter finalmemte capire.

Una ragazzina stava entrado in una casa, guardandosi intorno e chiedendo se ci fosse qualcuno. Arrivò in un corridoio e vide a terra due corpi in un'enorme pozza di sangue. Rimase paralizzata e sconvolta, ma non fece neanche in tempo a iniziare a piangere che sentì delle urla provenire dall'esterno. Corse in mezzo alla strada e vide un ragazzo morto, che perdeva ancora sangue. Si mise a piangere disperata tenedo la testa del ragazzo.
Piton aveva già visto parte di questa scena, ma non pensava fosse qualcosa di realmente accaduto.

I ricordi si spostarono in un altro luogo. Ora la ragazzina era da sola in una foresta e stava mangiando. Sentì un lieve rumore e si alzò, cominciando a correre, mentre i passi alle sue spalle si facevano pesanti.
Arrivata ad un certo punto riuscì a smaterializzarsi e mettersi in salvo.

Amelie era di nuovo in una foresta. Questa volta era lei a seguire qualcuno. L'uomo non l'aveva ancora notata e lei gli piombò davanti con la bacchetta puntata. Ci fu un breve duello, poi il ricordo si appannò.

Piton riprese il ricordo e lo rimise nella fiala. Tornò nei suoi alloggi e rimase a fissare il camino per tutta la sera.

Sapeva solo qualcosa in più di quello che stava succedendo attorno alla Hollow. L'ulima parte del ricordo pareva piuttosto recente, era quello che andava a fare per due giorni?
Una cosa era certa: la Hollow  trattava situazioni pericolose.
Probabilmemte se la cavava bene, viste le sue grandi capacità, ma non era lo stesso qualcosa di adatto ad una ragazza della sua età. È vero che le altre sue coetanee avevano partecipato ad una dura guerra, ma lei stava rischiando da sola.
Nessuno sapeva niente. Nessuno sapeva dove andarla a cercare se le fosse successo qualcosa.

Severus Piton era ancora più preoccupato di prima, vedendo questi ricordi.

Spazio autrice

Ecco il capitolo che stavate aspettando. Sorry per il ritardo.

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