Capitolo 4

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Il professore vide ricomparire la ragazza. Aveva i capelli raccolti in una morbida treccia ed era vestita con dei semplici jeans neri attillati, una cannottiera nera e un mantello nero.
Fu sorpreso di trovare una ragazza e per di più Serpeverde, ma soprattutto di vedere che non passava un minimo di preoccupazione nella Hollow. Aveva uno sguardo che diceva che non stava facendo nulla di male e che aveva ragione lei, qualunque cosa avesse fatto.
Gli era capitato spesso di trovare studenti a spasso per la scuola e, una volta beccati, si scusavano in tutti i modi possibile cercando di sfuggire alle punizioni.
"Buonasera professore" disse sorridendo.
Piton, che si stava già preparando a dire qualcosa tipo 'non cercare di scusarti', si ritrovò spiazzato dal saluto della ragazza.
"Sa quanti punti potrei togliere alla sua Casa?"chiese retoricamente il professore, cercando di incutere un po' di timore "cos'ha in mano?"
"Un libro" rispose con tono di presa in giro per l'evidenza della cosa.
Piton era sempre più irritato "Questo è ovvio, ma non mi sembra uno dei libri della parte accessibile della biblioteca. N-o-n  o-s-a-r-e  l-e-g-g-e-r-e  n-u-l-l-a  d-e-l  ge-ne-re"
Il professore allungò la mano per prendere il libro, ma Amelie lo ritrasse prontamente. "Il libro me lo tengo!" esclamò la ragazza "tolga punti o mi metta in punizione, ma il libro lo tengo."
"Non se ne parla. Meno venti punti per il suo atteggiamento. Non rivolga la parola in questo modo ad un suo superiore!" sbraitò Piton e fece di nuovo per prendere quel dannato libro. Ancora una volta Amelie lo tenne stretto.
"È in punizione. Domani pomeriggio nell' aula di pozioni alle 4. Ora mi dia il libro!"
"Le ho già detto che il libro me lo tengo. Cosa pensa di ottenere ritirandomelo? Domani tornerei a prenderlo."
Possibile che la Hollow non avesse per niente paura delle sue sfuriate e delle sue punizioni?
La cosa lo infastidiva e al contempo stupiva. Almeno non era uno dei soliti studenti smidollati.
"Non mi istighi e veda di avere più rispetto! Non sa cosa si può aspettare da me."
"Ho a che fare spesso con persone losche che si aggirano di notte, una in più non mi spaventa." disse ridacchiando.
Fosse stato un altro studente lo avrebbe portato dalla Preside per prendere provvedimenti seri, ma quella volta non riuscì. Avere qualcuno che era in grado di tenergli testa, in fondo, era così strano che, più che irritarlo, lo stupiva. Nonostante fosse così sfrontata, non sapeva come trattarla.
"Torni immediatamente nel suo dormitorio. Domani alle 4 nell'aula di pozioni e veda di non mancare." disse Piton scandendo ogni parola minacciosamente.
Amelie capì che il professore, nonostante facesse di tutto per sembrare severo, alla fine aveva lasciato correre più di quanto poteva.
"Grazie" disse la ragazza sorridendo "Buonanotte professor Piton".
Piton riprese la sua maschera impassibile, poi guardò la ragazza andarsene silenziosa e furtiva verso i dormitori. Rimase a fissare per un paio di minuti la direzione in cui era andata la ragazza, poi si riscosse dai suoi pensieri e si avviò verso i suoi alloggi.

Quel libro... proprio quello. Aveva passato anni ed anni in quella scuola, aveva percorso la biblioteca in lungo e in largo e conosceva quasi tutti i libri ormai. Non quello. Si ricordava di averlo notato molto tempo addietro, ma non lo aveva letto. Aveva suscitato la sua curiosità e, nonostante le sue conoscenze in incantesimi, non era riuscito ad aprirlo.
Come poteva quella ragazzina avere delle conoscenze così ampie alla sua età?
Conosceva già incantesimi così avanzati?
Più di lui?
Era veramente così potente?

Aveva letto su altri libri che serrature del genere era pressochè impossibile aprirle senza chiave. Per quel libro era andata perduta da tempo. Piton aveva controllato persino nella stanza delle necessità, ma niente: pareva non aver lasciato traccia.
Si mise seduto a fissare il vuoto nel suo ufficio, prese una bottiglia di Whisky Incendiario e se ne versò nel bicchiere.
Avrebbe dovuto ritirarle quel libro, già che era aperto. Non sapeva se gli sarebbe capitata di nuovo un'occasione così favorevole.
Rimase sveglio quasi tutta la notte, perso tra l'alcol e i pensieri.

Si addormentò sulla poltrona e quando si svegliò al mattino si ritrovò ridotto ad uno straccio, un po' per il whisky e un po' per la posizione scomposta.
Dovette prendere una fiala di pozione per i postumi dell'alcol, ma non lo fece sentire del tutto bene per cominciare la giornata. Vedeva già davanti a sè i petulanti bambini del primo anno e i suoi dolori alla testa e al collo non potevano che peggiorare le ore di lezione che lo aspettavano.
Dall'altra parte della scuola c'era qualcun altro che non aveva certo dormito meglio di lui, cercando di studiare un libro, per il momento, incomprensibile.

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