Capitolo 9

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Piton si avviava a grandi passi verso il castello.
No, non poteva andare via così, soprattutto dopo i sogni che aveva visto.
Non poteva lasciare quella ragazzina nella Foresta Proibita di notte.

Ritornò quasi di corsa al punto dove l'aveva lasciata, ma non era più lì.
Vide dei bagliori in lontananza: poteva essere qualsiasi cosa, ma non avendo altre direzioni in cui andare, prese quella velocemente.
Avvicinandosi, la luce diventava sempre più forte. Poi si fermò. C'erano ancora circa venti metri di distanza dalla fonte di quella luce.

Tra una fiamma e l'altra riconobbe la ragazza.
Non sembrava più in sè. Tutte le risposte che dava al professore con coraggio e sfacciataggine erano sostituite da urla.
Piton non poteva sentirle, ma vedendo il volto poteva immaginare lo strazio di quei suoni.
Rimase immobile a fissare la scena.
Le fiamme iniziarono a prendere forma, non erano più solo il riflesso della rabbia. Animali di fuoco volteggiavano intorno alla ragazza e fluttuvano elegantemente, cambiando di tanto in tanto forma. Padroneggiava con dimestichezza quegli incantesimi, notò il professore.
Poi finì tutto. La ragazza si sedette e tolse la protezione.
Piton pensò che l'avesse notato, ma nessuno dei due si mosse. Cosa doveva fare? Il sicuro "pipistrello" di Hogwarts, che era sempre pronto ad assegnare punizioni senza esitare davanti a nessuno studente, in quel momento non seppe cosa fare. Doveva andarsene, restare fermo o avvicinarsi? L'uomo non decise nessuna tra queste opzioni, ma le gambe lo fecero per lui: si avvicinò alla ragazza lentamente.
Si sedette accanto a lei e le mise una mano sulla schiena, ma la ritirò presto, stupito lui stesso del suo gesto.

La ragazza continuava a fissare davanti a lei, sembrava assente.
In un attimo Piton si trovò qualcosa addosso. Amelie lo stava abbracciando ricominciando a piangere con la faccia nascosta nel suo petto.
Si irrigidì, ma poi strinse la ragazza a sè cercando di consolarla, ricambiando l'abbraccio. Rimasero così per diversi minuti.
Quando si staccarono, Piton si alzò e disse alla Hollow di seguirlo. Lei si alzò tremante e lo seguì.

Il professore aveva ripristinato la distanza fisica tra i due e non proferì parola. Lo stesso valeva per Amelie, che non aveva niente da dire.
Arrivarono nei sotterranei e Piton la fece entrare nel suo ufficio. Le indicò la poltroncina, mentre lui accese il camino e ci mise a bollire dell'acqua. Tutto in rigoroso silenzio. Offrì una tazza di tè alla Hollow e si sedette davanti a lei.

Nella tranquillità di quella stanza, Amelie si sentì sempre più a suo agio. Il silenzio non era imbarazzante, stavano tutti e due bene senza bisogno di parlare. A lei faceva piacere quel silenzio accompagnato da gesti, che ad un estraneo potevano sembrare semplici, ma non lo erano affatto. Quell'uomo ptobabilmente stava facendo un gesto, per lui, fuori dal comune. Una gentilezza senza guadagnarci niente. Le parole non servivano, il silenzio li avvolgeva dolcemente.
Piton, però la fissava incessantemente.
Così ognuno finì lentamente il proprio tè. Amelie pensó che fosse arrivato il momento di andare nel suo dormitorio e decise di dire almeno qualcosa prima di andarsene.
"Non è da tutti farsi offrire un tè dal professor Piton. Soprattutto quando si è uno studente."
Piton sorrise impercettibilmente, poi tornò alla sua impassibilità.
"Potrei anche averla avvelenata."
"Grazie"disse Amelie alzandosi e andando verso la porta. "Non mi ringrazi, non ho fatto niente." la ragazza si bloccò e aggiunse "La prego, eviti di entrare nella mia testa. È già tutto abbstanza confuso così." L'uomo abbassò per un attimo lo sguardo. Dopotutto non era giusto entrare a vedere i sogni altrui.
Anche Piton si alzò e le aprì la prota."Questa notte torni nel dormitorio e cerchi di stare tranquilla" disse con il tono più gentile che si potesse immaginare da quell'uomo.

Amelie andò nella sua camera e si distese su letto.
Non aveva neanche voglia di cambiarsi. Provò a chiudere gli occhi in cerca della tranquillità che le aveva augurato il professore. Non ci riuscì e così decise di andare in Sala Comune per passare la nottata.

Il professore, intanto, non passava di certo una nottata migliore. Quei sogni che aveva visto nella mente della Hollow gli continuavano a ripresentarsi. Erano così strani. Eppure anche così famigliari.

Non si spiegava,poi, tutta quella potenza contenuta nell'esile corpo della ragazza. Aveva solo diciotto anni, come poteva avere una tale esperienza nella magia? Dopotutto anche nelle lezioni se la cavava bene. Piton voleva sapere di più sulla Hollow. Quelle passeggiate notturne in tutta tranquillità, i permessi per uscire da Hogwarts, le sue capacità e quei sogni. Per non tralasciare il suo assoluto divieto di toccare la sua bacchetta.
Quella ragazza nascondeva troppe cose.

Doveva attuare una strategia per conoscere meglio la Hollow e riuscire ad ottenere almeno parte della sua fiducia.
Aveva convinto il Signore Oscuro del fatto che lui fosse il suo più fidato seguace, ma in quella situazione gli sembrava di vedere già la fine: prendere le informazioni che desiderava grazie alla legillimazia. Non sarebbe mai riuscito a conquistarsi la fiducia di una studentessa.

Spazio autrice

Vista la vostra curiosità, ho aggiornato presto.
Sono felice che la storia stia piacendo!
Grazie♥

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