Capitolo 3

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«Allora chi è questo ragazzo che mi ha sostituito stamattina?» Chiedo a Caterina mentre addenta molto delicatamente il suo hamburger.
Mi chiedo come faccia a non sporcarsi mentre mangia, quando invece io lascio pezzi di cibo per terra senza neanche rendermene conto, mi ricordo quella volta in gita in terza media quando indossavo i pantaloni bianchi e mangiai un'insalata piena di aceto. Non commento.
«L'ho incontrato per caso sta mattina, stavo scendendo le scale esterne del palazzo e noto un pannello pubblicitario di victoria secret, ovviamente non potevo non guardare - la capisco,anche io rimango imbambolata a guardare quelle pubblicità, dove quelle ragazze perfette con i loro fisici perfetti ci fanno sentire terribilmente inferiori ma che continuiamo a guardare perché desideriamo più di ogni altra cosa essere come loro- chiudo il cancello,sempre fissando la pubblicità e inciampo sul gradino esterno al cancello andando a finire contro di lui»
«L'unica domanda che mi sorge spontanea è: ma quanti cazzo di gradini ci sono a casa tua scusa?» le domando ridendo e notando la quantità di gradini che ci sono fuori casa sua. Io incomincio a perdere fiato già percorrendo cinque metri o salendo una piccola rampa di scale.
«Eh infatti, i primi giorni l'ho notato anche io ma ora sono abituata, faccio attività fisica giusto uscendo di casa. Non ho bisogno di andare in palestra» dice ridendo
«Comunque dicevi?» la invito io a continuare
«Si giusto, ti dicevo che ho incontrato questo qua sbattendogli contro...»
«Oh che romantico incontro- inizio io sfoggiando il mio tono sarcastico più sincero- sicuramente dopo avete ballato per strada e senza accorgervene avete pestato la cacca di un cane e poi vi siete baciati pensando a quanto carino era quel cane» la prendo in giro , ironizzando sulla continua ricerca della mia migliore amica dell'amore; che poi si scopre una ricerca inutile che non porta mai a nulla.
«AH AH che simpatica. Sappi che so a cosa stai pensando, ma questa volta è diverso, è carino certamente ma è alto quanto me. Sai che io preferisco i ragazzi più alti, altrimenti non è romantico» dice lei seria
«Parli seriamente? Cioè adesso l'altezza conta per te? Hai incontrato ragazzi di tutti i tipi, e ci hai provato con ognuno di loro. Secondo me c'è qualcosa sotto, mh» le dico io. Penso davvero che ci sia qualcosa sotto, da parte sua è strano reagire così, una volta è uscita con un ragazzo di 1,50 m e non si è fatta problemi. Non la capisco.
«Non c'è niente, oggi la penso così e domani la penserò in un altro modo»
«Vabbè lasciamo stare, comunque oggi ho incontrato un ragazzo allo Starbucks, è molto simpatico"
«Mh, ti sei innamorataaaaa?» mi chiede lei interessandosi alla situazione
«No, è solo un amico, ovviamente» obbietto io facendole capire che deve lasciar stare l'amore quando si parla con me. Dall'esperienza di due anni fa so che non mi farò più coinvolgere in qualcosa di serio, per non finire di nuovo con il cuore per terra, spezzato, calpestato, che per lui non aveva valore ma che avrei voluto tanto ne avesse.Io credevo di essermi innamorata, credevo che l'amore esistesse, ma lui mi ha rovinata, ha distrutto le mie speranze e mi ha fatto così tanto male che non lo cancellerò mai dalla mia testa, sarà  sempre lì a ricordarmi che potrebbe accadere di nuovo, che devo stare in guardia e che non devo fidarmi; non vivrò mai una storia per davvero, non mi sentirò mai libera ed è per questo che lui ha fatto bene il suo lavoro. È questa l'immortalità, vivere nella testa delle persone, nei loro pensieri anche se esse non sono accanto a noi.

«Che figo» commenta Caterina appena passiamo davanti ad un ragazzo biondo con gli occhi azzurri che le fa l'occhiolino.
«Ma quanti problemi hai?» le chiedo ridendo mentre attraversiamo la strada.
Abbiamo da poco finito di mangiare e stiamo facendo una passeggiata "digestiva".
«Oh aspetta, mi sta squillando il cellulare!» esclama Cate prendendo il cellulare dalla tasca mentre nella strada gremita di gente, molti si voltano verso la mia amica avvertendo la squillante suoneria.
Sta urlando cercando di sovrastare le tantissime voci di diverse lingue che non riesco a distinguere.
« Ha detto la madre che devo tornare a casa, oggi dobbiamo andare a cena da una famiglia di suoi amici e devo preparami. Pff! Dico io, ma perché non posso restare a casa? Chi li conosce poi! Mah» mi avvisa lei visibilmente scocciata.
«Allora vai, ci vediamo domani mi raccomando, dobbiamo andare a pattinare sul ghiaccio» le ricordo io allontanandomi mentre sono ancora di fronte a lei, camminando all'indietro. Era una cosa che facevamo spesso, salutarci gridando e camminando all'indietro.
«Allora ciao» grida lei voltandosi, mentre io rimango girata a camminare.
«Cia-o-oh scusa, scusa, scusa non volevo mi dispiace - mi scuso io avendo sbattuto contro qualcuno- sono un'imbranata scusa» e quando mi giro lo vedo. È molto bello. Di solito non è la prima cosa che vedo in un ragazzo ma mi ha colpita. Ha un bel sorriso. Ciò significa che sta ridendo, ride di me, oh dio.
«Tranquilla, lo sono anche io» mi risponde con una voce non troppo roca. Ok basta è solo un ragazzo moro, alto con degli addominali visibili già dalla maglietta, capelli color nocciola e occhi del medesimo colore e ne ho conosciuti tanti come lui, nulla di speciale.
«Scusami ancora, comunque piacere. Sono Camilla» gli dico io porgendogli la mano e faccio lo stesso con un suo amico accanto a lui. Cioè suppongo sia suo amico.
«Shawn, io sono Shawn» mi fa lui sorridendo.
«Io Jacob» si presenta l'altro ragazzo accanto a lui. È più alto di me di poco, ha i capelli castano chiari, gli occhi castani, un bellissimo sorriso e delle guance rosse. Forse per il freddo.
«Stavo salutando una mia amica e non ti ho visto, scusa» dico io scusandomi ancora
«Neanche io ti ho visto quindi siamo in due -fa lui guardandomi dolcemente - hai un'accento strano, sei di qui?»
«No, sono italiana, sono qui per uno scambio tra studenti. Si so cosa stai pensando, vado ancora a scuola, ho diciotto anni» gli rispondo io, precedendo la domanda fatidica sulla mia età
«Non te lo avrei chiesto, per me non conta» fa lui con non-chalance, mentre io divento violentemente rossa.
Come mai una piccola frase mi fa questo effetto? Il suo sguardo mi rende nervosa, mi osserva come se volesse conoscermi, capirmi, e non può farlo perché di solito non lascio trasparire le mie emozioni.
«Sai di essere arrossita vero?» Mi domanda ridendo.
Arrossisco ancora di più e abbasso lo sguardo.
«È solo il freddo» minimizzo io
«Si, certo» mi dice lui con un sorriso sul volto. Ha un sorriso bellissimo! Ma l'ho già detto?
«Io devo andare» dico io cercando di congedarmi, dato che la situazione tra due sconosciuti è diventata fin troppo imbarazzante.
«Già scappi via?» mi chiede lui ridendo
Rido e non gli rispondo cominciando a camminare nella direzione opposta.

Eccomi tornata con un nuovo capitolo! Ci ho messo tanto lo so, sorry!
Finalmente i due si sono incontrati! Ma si rincontreranno ? Camilla si è finalmente innamorata? Bho... lo scoprirete nei prossimi capitoli.
Baci
Cate
P.s. Adoro la foto del capitolo🤗

You don't know him /Shawn Mendes/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora