Capitolo 4

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«Allora che ti metti?» mi chiede Caterina entusiasmata.
«Una tuta, cosa dovrei mettermi!»
«Una tuta?» mi domanda scioccata spalancando la bocca in modo palesemente finto.
« Ti ricordo che stiamo SEMPLICEMENTE andando a pattinare sul ghiaccio» le ricordo io sbuffando rumorosamente.
«I ragazzi carini puoi incontrarli sempre, anche pattinando» dice lei come se fosse una cosa ovvia
«Guarda, per il modo in cui pattino io, i ragazzi carini possono soltanto ridere di me» le faccio notare, dato che le mie capacità in campo sportivo sono limitate alla palestra: un luogo chiuso dove non puoi farti del male e dove trovi ,all'uscita, gli amati distributori di merendine.
«Non mi interessa, oggi ti vesti come dico io. Niente scuse!» mi ordina lei in tono serio
«Vabbè, ma secondo me tu hai qualche problema ormonale... cioè parlare di ragazzi in continuazione è un problema, curati cara» le rispondo ridendo prima che mi metta una mano sul sedere spingendomi in bagno. Pervertita.
«Si si... ora vai» dice chiudendo la porta del bagno con la classica delicatezza di una donna.

Esco dal bagno e vado verso lo specchio preparandomi a vedere la solita faccia orrenda... ma, quella sono io? Non avevo mai pensato che con un po' di rossetto e della matita nera la mia autostima potesse aumentare!
«Allora ti piace il trucco ?»mi chiede Cate mostrando un sorriso sincero e guardandomi come se mi stesse ammirando.
«Ehm si, niente di che» le dico io con non- chalance,minimizzando tutto come sempre.

«Scusa ma dove siamo?» chiedo a Caterina, dato che è mezz'ora che camminiamo e ho l' affanno da quando ho sceso le scale.
« A Rockfeller center»
«Non parlo l'aramaico» le faccio notare dato che ho un senso dell'orientamento che equivale alla mia altezza,scarsa.
«Tranquilla siamo arrivati» mi dice indicandomi un'insegna a led.
«Run on ice» leggo l'insegna del locale aggrottando la fronte.
«Hai visto anche il nome è figo» afferma lei sorridendo.
«Certo» dico io sarcastica, minimizzando nuovamente.

«Io non mi muovo su questi cosi» dico sicura a  Caterina che è già in pista appoggiata sul divisorio, aspettando che io mi muova
«Ma dai, non è difficile» mi incita lei ad alzarmi dal seggiolino a cui sembra io abbia messo quintali di colla pur di non alzarmi
«Certo, io potrei semplicemente morire su questi aggeggi infernali e tu mi dici che non è difficile. Ma che mente malata hai?» ok forse sto esagerando, ma ho paura di farmi male.
«Guarda quello» mi fa notare Caterina risvegliando i suoi ormoni che pensavo avesse messo un po' da parte
«Tranquilla vai, ce la sto facendo» dico io alzandomi e riuscendo a mantenere l' equilibro. Mamma mia che atleta! Voglio una medaglia per questo!
Piano piano incomincio a pattinare attaccata , rigorosamente, al divisorio.
Sta andando tutto bene, Caterina parla con un ragazzo mentre pattinano insieme come professionisti, cioè volete farmi incazzare?! Mentre io mi sto leggermente staccando dal divisorio e comincio ad essere abbastanza autonoma.
Dopo circa una decina di minuti pattino bene e comincio a girare intorno più al centro della pista, mi sento figa? Si
L'unico problema è che non vedo Cate, ah no eccola. Sta parlando con un ragazzo sulle tribune mentre io sono attaccata al divisorio dall' altro lato.
Per raggiungerla velocemente ,data la leggera sicurezza acquisita pattinando, mi do una spinta con tutta la mia forza nella direzione in cui si trova lei. C'è solo una cosa che non ho calcolato. Un ragazzo si è piazzato proprio davanti alla mia traiettoria ed andando molto veloce non riesco a fermarmi. Merda. Prepararsi all'impatto. Tre. Due. Uno...
«Scusa,scusa non vole...merda...» ok ora è strano, sto andando all' indietro. All' INDIETRO. Cazzo. Merda. Non ho l'equilibrio per farlo. Ora scivolo. Si ne sono sicura.
E infatti proprio mentre penso alla solita figura che sto per fare, scivolo all'indietro. Sto cadendo. Mi ha presa al volo. Mi ritrovo ,ancora, a fissare quegli occhi castani, per fortuna  lo conosco e non c'è tanto imbarazzo. Si certo, fingiamo che non ci sia imbarazzo con il ragazzo dagli occhi castani che mi tiene saldamente dai fianchi.
«Sai solo scontrarti con me?» chiede ridendo mentre sono ancora aggrappata a lui
«Non sentirti speciale» gli dico mentre mi riporta in piedi tenendomi dalla vita
«Io SONO speciale baby» mi risponde fissandomi
Inizio a ridere fortissimo mentre lui mi guarda aggrottando la fronte.
«Baby?- dico ridendo- questa da dove l'hai copiata?» continuo ridendo. Da dove se ne esce? Baby, rido.
«Non l'ho copiata» dice in tono finto-offeso
«Mh, mh» faccio incrociando le braccia
«Ok, forse l'ho copiata, ma non saprai mai da dove» dice alzando le braccia con un sorrisetto fisso sulle labbra
«Comunque non mi dispiace la parola baby, rifallo?» gli chiedo
«BABYYYYY» dice lui con voce roca
«No, fa schifo comunque - dico ridendo- ti prendevo in giro stupido. Dai, baby, chi dice ancora BABYYYYY?!» lo imito
«Ok, ok ho capito può bastare» dice anche lui ridendo.
« Ma sei sicura di non  starmi seguendo?» Mi domanda con un sorrisetto sul volto e in tono ambizioso.
«No no, guarda, ho altri impegni. Non sei mica una pop star» gli dico io sarcastica, anche se a questa mia affermazione si irrigidisce leggermente.
Ricomincia a sorridere. Ha un bel sorriso.
«Non mi sembri quel tipo di ragazza che insegue una pop star come Justin Bieber» suppone
«Chi? Ah già , non te l'ho detto. Non conosco nessun cantante inglese. Strano, si lo so. Ascolto solo canzoni italiane e spagnole. Non so perché, forse per abitudine» gli dico alzando le spalle.
A sentire ciò che dico si rilassa maggiormente.
«Come fai a capire le canzoni in italiano?» mi chiede stranito.
Forse non si ricorda che sono italiana, anche se lo avevo detto il giorno prima.
«Forse perché sono italiana?» sembra più una domanda che una risposta
«Wao, non lo sapevo» dice sorpreso. Okay, ci siamo solo presentati ieri, non abbiamo mica parlato di tutta la nostra vita sin da quando nasciamo come fanno le vecchiette che ti ritrovi vicino sull' autobus, ma io lo avevo detto. Me lo ricordo benissimo. Okay no, ho un dubbio.

«Camiiiiii» mi chiama Caterina dalle tribune vedendomi parlare con un ragazzo e avvicinandosi
«Shawnnn» lo chiama una voce maschile dietro di lui.
Un gran bel ragazzo si avvicina. Alto, capelli neri e grandi occhi chiari, non riesco a capire bene il colore.
«Nash» dice Shawn dandogli il cinque
«Cate» dico io distogliendo lo sguardo dal ragazzo per guardare Caterina.
«Nash?» domanda Caterina guardando il ragazzo davanti a noi con un'espressione più che sorpresa.
«Caterina?» domanda lui a sua volta, aprendo leggermente la bocca.
Aggrottò la fronte e anche Shawn lo fa, ci guardiamo negli occhi e dopo fisso nuovamente la mia migliore amica.

Ciao a tutte!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto.
Cosa è successo tra Caterina e Nash? Boh, lo scopriremo solo vivendo. Scusate per l'assenza per dieci giorni ma l'ispirazione non mi arrivava e non volevo scrivere un brutto capitolo.
Al prossimo... Cate

You don't know him /Shawn Mendes/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora