Capitolo 2

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Con la stessa voglia che ha un bambino di andare a scuola, mi tolgo di dosso le coperte e incomincio a stiracchiarmi. Mi alzo, vado in bagno, mi lavo, mi vesto, mi trucco giusto per coprire le mie "amate" occhiaie e scendo giù in cucina per fare colazione.
«Che c'è per colazione?» chiedo a Karen, che dandomi le spalle mi impedisce di vedere la colazione ormai disposta sul tavolo.
Alla fine la pizza di ieri sera l'ho vomitata, è stato il momento più bello di tutta la mia vita.
«La tipica colazione americana» mi risponde Karen molto eccitata mentre si volta per servirmi le uova e il bacon che sfrigolano nella padella.
«Senti Karen -inizio io costringendo la donna davanti a me ad alzare lo sguardo- perché a colazione non cucini qualcosa di dolce? io amo il dolce» le dico io ripensando ai cornetti caldi e ripieni di cioccolato o crema o semplicemente vuoti che in Italia sono all'ordine del giorno.
Sono arrivata da due settimane e ogni giorno a colazione mangio uova e bacon, non mi sono ancora pesata ma temo il peggio.

«Hai per caso rotto l'orologio?!» domando gridando a Caterina che è dall'altro capo del telefono.
Sono quarantacinque minuti che la aspetto fuori lo Starbucks e non è ancora arrivata nonostante sia stata lei a prendere l'appuntamento.
«Non posso venire... ho incontrato un ragazzo mentre venivo ed è molto simpatico, credo di piacergli. Sono andata in bagno per risponderti.»
«E Manuel?" le chiedo scioccata, dato che giusto ieri mi aveva raccontato di essere innamorata di lui.
«Manuel lo incontro a pranzo, ora fammi conoscere questo qua»
«Tu sei PAZZA...mi avvisavi cazzo,sto da quarantacinque minuti nelle scale esterne dello Starbucks. Mi sento una barbona in cerca di denaro!» le faccio notare poi
Ride rumorosamente e dopo essersi ripresa continua. «Ci vediamo oggi pomeriggio» dice in fretta interrompendo la chiamata frettolosamente.
Ormai ci sono abituata, Caterina ha un radar per ragazzi ,che le avrà infilato la madre, all'interno del cervello. Li trova tutti e li conosce tutti. Quando siamo a Milano, cioè a casa, ogni volta che usciamo ne saluta in quantità esagerate e mi ricorda sempre i loro nomi dicendomi di avermene parlato, ma ovviamente non mi ricordo mai perché ho una memoria pari a quella di una mosca.
Mi risveglio dai miei pensieri rendendomi conto di bloccare l'entrata ad un gruppo di ragazze e immediatamente mi scanso facendole passare.
Nonostante non ci sia Caterina, decido di entrare per mangiare qualcosa di buono e di dolce, per riprendermi dalla pesante colazione.
Ancora non mi sono abituata alla mania degli americani di mangiare salato, ma dovendo stare qui per un anno mi conviene farmene una ragione.
Prendo il frappuccino al caffè e una ciambella al pistacchio e mi guardo intorno cercando un posto a sedere. A quest'ora il locale è pieno, proprio per questo io e Cate veniamo presto, la mattina,per starcene tranquille e goderci la nostra colazione/merenda parlando dei fatti degli altri e commentandoli come qualsiasi ragazza fa con la sua migliore amica.
Vedo un tavolo in lontananza e alzo il passo verso quella direzione. Nello stesso momento in cui mi siedo, un ragazzo si siede sulla sedia di fronte alla mia,come se non mi avesse visto. Forse non mi aveva proprio visto dato che era girato di spalle  a fare la sua ordinazione al cameriere.
«Ah scusa, c'eri già tu, non ti avevo visto. Allora cambio tavolo» dice in fretta,accorgendosi di me.
«Nah tranquillo, e comunque i tavoli sono tutti occupati quindi dovrai mangiare in piedi. Ma se ti va puoi restare su questo tavolo, non mi crea problemi » dico io mostrando un lato molto gentile di me che non conoscevo. Il fatto che io sia gentile con uno sconosciuto è strano, ma anche il fatto che lo abbia invitato a mangiare al mio stesso tavolo lo è, perché odio la gente che mi guarda mangiare, perché quando lo faccio mi succede di tutto e sono così ridicola che mi vergogno di me stessa.In realtà, l'ho detto solo per cortesia, speravo non accettasse.
«Ah grazie mille -si siede, annullando le mie speranze- comunque piacere Ryan»
«Camilla»rispondo io stringendogli la mano.
Noto due piccoli solchi al lato della sua bocca quando sorride e un ciuffetto dei capelli castani che gli cade sulla fronte e che aggiusta subito prima di rivolgermi uno sguardo dolce con i suoi occhioni verdi.
Abbiamo monopolizzato il tavolo per un'ora, fino a quando non ce ne siamo dovuti andare perché occupavamo il locale inutilmente; abbiamo parlato tanto, ci siamo conosciuti e devo dire che è davvero simpatico. Mi ha dato il suo numero e mi ha detto di chiamarlo se mi andasse di fare un'altra passeggiata o se avessi voluto semplicemente parlare con qualcuno.
Molto simpatico, davvero.
Ovviamente solo un futuro amico, è molto attraente ma non prevedo nulla di più, non credo nell'amore. Io credo nell'attrazione, due menti che si attraggono tanto, non credo che anche i cuori lo facciano e non lo farò mai. Ho sofferto pensando di aver provato l'amore e solo due anni dopo mi sono accorta di aver sofferto per niente, per una credenza che noi esseri umani abbiamo e che cerchiamo costantemente di realizzare.

Ora mi ritrovo a camminare in una zona del centro di New York vicino ad una pizzeria "italiana". Sto cercando Caterina che si aggira nei dintorni per pranzare insieme ma non la trovo da nessuna parte.
Manuel non poteva più stare con lei, quindi subito si è offerta di "accompagnarmi" a mangiare da qualche parte. In realtà mi ha obbligato in modo indiretto a mangiare in un locale, perché io avevo intenzione di tornarmene a casa e prepararmi qualcosa all'italiana dato che Karen torna da lavoro sul tardi. Ma ovviamente pranzare con Cate non mi dispiace, stando con lei mi diverto tantissimo, in fondo è la mia migliore amica e il fatto che siamo state scelte proprio noi due per andare insieme a New York è stata una notizia grandiosa.
E poi,mi avrebbe dovuto raccontare del "misterioso" ragazzo di questa mattina.

Ciao a tutte e a tutti!
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, chissà chi avrà incontrato Caterina.
Buona lettura!
-Cate-

You don't know him /Shawn Mendes/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora