Autrice
Per questo capitolo non avrai spiegazioni se non queste: siamo in una Neutral Route dove i mostri riescono a raggiungere la Superficie grazie a Frisk. Ricorda: Neutral, non Pacifist.-
Non ho fratelli, mai avuti. Papyrus non è fratello, ma sento una responsabilità nei suoi confronti. Sarà sempre così, forse più ancora che se avessimo legami di sangue. Sarò sempre la sua allenatrice guardiana. L'ho visto da vicino qualche giorno dopo essere arrivata qui, dopo aver lasciato l'Underground e ceduto il mio incarico di leader delle Guardie Reali. Non lo vedevo da mesi. È cambiato: è cresciuto, ma è anche più cupo e distante. Ricordo che piccolo scheletro determinato era la prima volta che l'ho incontrato.
La prima volta che è venuto a trovarmi mi ha portato due scatole di spaghetti. Mentre si avvicinava ha sollevato i contenitori in alto, non tanto per offrirmeli quanto per mostrarmi che li aveva portati. Quando ho commentato che sarebbero stati più buoni cotti li ha lasciati cadere a terra, ha preso un pentolino e un fornelletto, ha acceso il fuoco facendo bollire l'acqua e poi si è seduto davanti alla mia casetta a cuocerli. Ha fatto la salsa con alcuni pomodori che avevo messo da parte e ci ha aggiunto aglio selvatico e basilico raccolti nei dintorni. Era tutto molto buono. Mi ha ricordato gli spaghetti che facevo all'epoca in cui lo allenavo. Anche allora era bravo.
Lavorava tenendo le maniche della felpa arrotolate: avevo quasi scordato che se l'era portata con sé. Quella, e ogni cosa che apparteneva a lui. Mentre il pranzo cuoceva mi ha guardato lavorare, poi abbiamo mangiato e infine se n'è andato. Per tutto il tempo non ha detto una sola parola.Questo è successo questa primavera. Ora è fine estate. Vado in città a vedere Alphys e a comprare le provviste una volta a settimana, e un giorno Papyrus mi ha chiesto di prendergli carta e matite; ha detto che Toriel gliene aveva già portate ma che gliene servivano di più. Ha disegnato me, la casa e il cibo che avevamo cucinato, tutti nello stesso giorno, come se volesse fissare su carta la vita quotidiana da queste parti. Poi mi ha chiesto di avere cura dei fogli. Ho pensato che volesse che li conservassi io, dove avrei potuto tenerli al sicuro, ma intendeva una cosa diversa: "Sono per Frisk."
Era la prima volta che nominava l'umana. Dopo aver sentito la sua storia e quella di Chara, mi sono convinta che non fosse stata colpa sua, ed era vero. Ma per Papyrus è più difficile conviverci, nonostante ne sia consapevole.
Una volta ho provato a chiedergli se gli sarebbe piaciuto incontrarlo, ma lui ha risposto solo: "Non posso." È allora che ha iniziato a fare ritratti: prima il mio, poi ovviamente il ritratto di Sans, sorridente com'è sempre stato. E poi tutti i suoi amici: Toriel, Mettaton, Flowey e persino Re Asgore. Su ognuno ha scritto con grande cura il nome della persona ritratta e in un angolo in fondo ha aggiunto "Per Frisk. Da Papyrus."
Ora i ritratti che conservo sono tantissimi. I mostri di Snowdin, alcune delle Guardie Reali, Alphys, Muffet e alcuni che non conosco. Alla fine ha disegnato uno scheletro che sembrava la versione più saggia e vecchia di sé stesso, ma non ha mai fatto un autoritratto.
Il disegno non è mai stato il suo forte, ma era migliorato e quando gliel'ho suggerito non mi ha risposto o ha fatto finta di non aver sentito.Il giorno del suo compleanno è venuto da me. Abbiamo mangiato spaghetti, li aveva cucinati e impiattati lui, efficiente come sempre. Abbiamo mangiato e parlato di cibo, del tempo di cottura giusto e del tipo perfetto di pomodoro.
Forse non sapeva che giorno fosse, così mentre servivo il the, dopo pranzo, mi chiedevo se dire qualcosa in merito. Ci ha pensato lui: "Oggi è il mio compleanno."
"Si." Ho detto.
"Ho meno di vent'anni." Ha sorseggiato il the, poi ha aggiunto: "Però non lo so di preciso."
Credo che stesse scherzando. Mi sembrava molto più felice del solito, e più in forna ed energico che mai. Snello, forte e letale. Non sapevo se si fosse allenato dopo essere venuto in Superficie, in questo posto sperduto e lontano dalla civiltà, ma emanava un'aura di forza e la percepivo chiaramente.
Ho detto: "Io ne ho ventidue e me ne sento dodici."
Portati bene.
Ha fatto quella sua espressione tipica, quando si capiva che voleva ridere ma si faceva impassibile in viso. La stessa che faceva quando sentiva una battuta di pessimo gusto. Ma questo succedeva prima. Con Sans.
Ha detto: "Non preoccuparti, ne dimostri diciannove ." Io ho fatto un sorriso sarcastico, aggiungendo: "E come al solito sei troppo gentile."
Si è alzato per andarsene. "Dovresti riprendere ad allenarti: una corsa, un po' di magia. Ti farebbe bene." Ha detto.
"Anche a te."Ha fatto per incamminarsi, poi si è fermato e ha aggiunto:
"Flowey mi ha detto una volta che il mondo è uccidere o essere uccisi. Ha ragione, ma alcuni vogliono credere che ci sia qualcosa di più. Ora che siamo in Superficie e gli umani ci hanno rifiutato, sarà difficile ribellarsi a questo pensiero. Ma sono sicuro che c'è qualcuno là fuori che ha fiducia nel mondo."
Poi ha aggiunto qualcos'altro, molto piano. Qualcosa come: "Bisogna solo metterci più spina dorsale."Il mattino dopo non l'ho visto, né quella notte né il giorno successivo. Non ci ho fatto molto caso, dato che aveva l'abitudine di sparire per giorni. Dopo una settimana ho pensato fosse meglio dare un'occhiata, giusto per sicurezza. Non so bene di cosa mi preoccupassi. Ho risalito il pendio erboso che porta alla sua baita, identica a quella giù nel Sottosuolo. Non c'ero mai stata, prima. La vista è perfetta. Si vedono tutte le cose che nel Sottosuolo non c'erano, e le stelle viste da lì dovevano essere uno spettacolo. C'è un'infinita di sfumature di colore che vengono accarezzate dal sole in maniere tutte diverse.
Poi ho visto l'albero e ho capito cosa aveva fatto.
Adesso ci vado ogni giorno e leggo per lui, come una volta faceva suo fratello, la stessa fiaba infantile.
Spero che entrambi abbiano trovato la serenità.
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Smile. || Undertale
Fanfiction*Scegliere di sorridere o no spetta a te ora. *Prima è meglio che raccogli i tuoi pezzi. *I pezzi del puzzle, quello della tua vita. *Speri solo che ne venga fuori un sorriso *...in ogni caso, i tasselli stiamo cercando di raccoglierli tutti. *Sem...