Statue.

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C'è una statua solitaria nelle Waterfall, sotto l'eterno ticchettio medita, giorno dopo giorno, notte dopo notte.
Nasconde un segreto: le note di una canzone, custodite nel cuore di pietra.
Sarete in grado di farlo battere di nuovo per ascoltare la dolce melodia?

Vi siete mai chiesti qual'è la sua storia?

Leggende dicono che un tempo -un tempo davvero remoto- tutti gli esseri umani possedessero la Magia.
Ora questo privilegio è riservato ad un gruppo ristretto, ma gli Uomini sono rimasti incredibilmente forti. Il loro corpo non si tramuta in polvere quando muoiono, e la loro anima pulsa delle ombre di quella che una volta si poteva chiamare Magia.
Determinazione, giustizia, pazienza, coraggio, integrità, perseveranza, gentilezza... odio. Sono solo alcuni dei poteri che rendono un'anima umana così forte.
Durante la grande battaglia fra Mostri e Umani, la differenza di potere fu evidente: i Mostri, nonostante possedessero la Magia, erano troppo deboli rispetto alla furia umana.
Di comune accordo, l'umanità decise di segregare quella pericolosa razza nel Sottosuolo, in modo che non potesse più arrecare alcun disturbo. Per l'Incantesimo furono scelti due potenti maghi, erano due gemelli, un ragazzo ed una ragazza, non erano noti per avere l'animo gentile e altruista, non perché ne fossero privi, anzi erano davvero due brave persone, ma agli altri interessava solo la loro Magia, che era la più forte fra tutti i Maghi.
Per far si che l'incantesimo per creare la Barriera che avrebbe intrappolato i mostri nel Sottosuolo avesse successo, era necessario che uno dei due fratelli si addentrasse lì sotto, mentre l'altro avrebbe pronunciato l'Incantesimo dalla Superficie.
Si decise per mandare la ragazza, in quanto aveva l'anima più adatta per attraversare la Barriera una volta lanciato l'Incantesimo. Lei indossò una lunga tunica viola con un grande cappuccio e delle corna finte per non farsi riconoscere dai mostri, salutò amorevolemente il fratello e raggiunse il Sottosuolo.
La ragazza vide con i suoi stessi occhi la disperazione in cui il popolo dei Mostri era piombato. Il sentimento di maliconia e tristezza era palpabile nell'aria stantia che aleggiava fra loro e i loro sguardi sembravano dire la medesima cosa: "Non c'è più speranza."
La ragazza si chiese per la prima volta chi avesse iniziato quell'insensata guerra e per quale motivo, ora che ci pensava bene, non ricordava che i Mostri avessero mai fatto del male agli Umani, e a vederli in quel momento non sembravano nemmeno violenti, solo... spaventati.
Avanzava in cerca di un posto sicuro -e soprattutto deserto- in cui poter pronunciare la Formula, e cominciò a sentirsi soffocare non appena raggiunse un posto umido e dalla luce soffusa prodotta da curiose piante che spuntavano qua e là.
Finalmente arrivò ad un ampio sentiero deserto e disseminato di pozzanghere, una sinistra luce celeste illuminava malamente il paesaggio.
Grosse goccie d'acqua ghiacciata cadevano inesorabili e fastidiose dal soffito, producendo un ritmico ticchettio che rimbalzava sulle pareti e sul soffito. La Maga odiava la pioggia, la faceva andare fuori di testa con quel suo rumore fastidioso e la rendeva triste, ma in quel momento la rese ancora più triste sapere che quella non era pioggia, ma solo goccie d'acqua filtrate dal terreno: probabilmente al di sopra di quel luogo c'era un lago.
Tenne il cappuccio alzato per non bagnarsi e aspettò. L'incantesimo andava pronunciato allo stesso momento, e lei stava aspettando che suo fratello si sentisse pronto. Dopotutto, non si dice forse che i gemelli hanno una connessione speciale?
Improvvisamente sentì come una scarica di energia elettrica attraversarle le braccia e crepitare sulla punta delle dita: era il momento.
Pronunciò a gran voce le parole magiche, e l'intero Sottuosolo fu scosso da un leggero terremoto, che per fortuna non ebbe conseguenze gravi (a parte, come si scoprì in seguito, la comparsa di una grande voragine sul soffitto di quelle che poi sarebbero diventate le Rovine e crepe di varie dimensioni qua e là).
Quando la Barriera fu finalmente sigillata, la Maga si ritrovò a boccheggiare in cerca d'aria. Un po' perché l'incantesimo le aveva tolto molte energie e un po' perché sentì l'urlo d'angoscia dei mostri, nonostante con lei non ci fosse nessuno, lo sentì lo stesso: attraversava le pareti, scuoteva la roccia e faceva piegare i fiori. Si chiese se anche il suo popolo in Superficie l'avesse sentito. Era assordante. Poi, così come era iniziato, d'improvviso cessò. E in un certo senso fu ancora peggio. Quello che seguì l'Urlo non era un Silenzio normale. La Maga poteva sentirlo, era tutto intorno a lei, lo sentiva muoversi nelle grotte vicine e lo sentiva perfino sopra il suono dell'acqua. Il Silenzio era così tanto che si sentì schiacciata fra esso, le comprimeva il petto e le faceva bruciare gli occhi, la tormentava lasciandola sola con sé stessa e se il Silenzio avesse avuto una risata sarebbe stata piena di cattiveria. Ma cosa stava pensando? Il Silenzio non era vivo... vero? La Maga portò le mani alle orecchie per non sentire più quel Silenzio invadente, e mentre piangeva scappò nella grotta precendente. Un suono estraneo la fece arrestare sui suoi passi: era una melodia delicata e rassicurante, come una ninna nanna. Non veniva da vicino, ma era riuscita a raggiungerla comunque, viaggiando nel Sottosuolo. Chiuse gli occhi e pianse ancora, immaginando che provenisse da un carrilon e che i Mostri l'avessero suonata per darli conforto.
Era terribilmente ingiusto, pensò.
E lei aveva contribuito ad intrappolarli.
Il dolore era molto, la Maga lo percepiva più chiaro di qualcosiasi altra sensazione. Non poteva sopportarlo.
Plic.
Si sedette contro il muro.
Plic.
I Mostri erano innocenti.
Plic.
Delle gocce picchiettarono ritmicamente sul suo ampio cappuccio e scivolarono lungo la stoffa come lei chinò il capo.
Plic.
Congiunse le mani e incrociò le gambe, concentrata.
Pronunciò le parole magiche, la dolce Melodia nel cuore e il Silenzio nelle orecchie, e il suo corpo si tramutò in grigia pietra.
Plic.
Se i Mostri erano costretti a stare in quel posto che odiavano, allora anche lei sarebbe rimasta lì, sotto il regolare ticchettio di quell'acqua che odiava.
Plic.
Probabilmente l'ha fatto perché era consapevole che non sarebbe più riuscita a tornare in Superficie.
Plic.
Perché nulla sarebbe stato come prima.
Plic.
L'Umanità era la razza crudele, non quella dei Mostri.

~~

Il fratello della Maga aspettò e aspettò il suo ritorno, ma lui aveva sentito fin da subito che qualcosa era accaduto nell'animo della povera sorella. Il Mago sapeva che era ancora viva, solo, per qualche motivo non poteva tornare da lui. Sapeva che era lì, da qualche parte...

l Mago, tormentato dal dolore ma anche pieno di Determinazione, indossò una tunica viola uguale a quella che aveva la sorella -così lei l'avrebbe riconosciuto- alzò il cappuccio a nascordergli completamente il viso e partì alla ricerca dell'adorata sorella.
Non tornò mai più in Superficie.

Leggende dicono che la stia ancora cercando in lungo e in largo nel Sottosuolo a bordo di un battello, e che nessun mostro abbia mai scoperto la sua identità celata sotto il mantello.

Autrice
Jeez, erano anni che volevo scrivere qualcosa su quella maledetta statua!
Se stai leggendo questo capitolo allora avremo probabilmente raggiunto le 400 visualizzazioni, perciò ne approfitto ora per ringraziarti.
Thank you, my Dear Reader.

Smile. || UndertaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora