Smile, Ink!Sans.

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Frisk aveva due domande che giacevano inermi e senza risposta al centro della sua mente. La prima era: "Dove sto andando?". E la seconda -e più importante-: "Perché questo tipo mi sta seguendo?"

A Frisk, fin da quando era piccola, capitava spesso di sentire l'impellente bisogno di scappare da tutti quelli che conosceva e da tutto ciò che conosceva per trovare un po' di sollievo in mezzo a quello che per lei rappresentava il nulla, che per lei non significava nulla. Sperò che una volta tornata dalla sua "avventura" nel Sottosuolo sarebbe stata trattata diversamente, ma si era sbagliata. Che stupida era stata, ad aver scelto gli umani. Ad essere stata così egoista.
Ma aveva avuto paura. Nessuno poteva biasimarla per quello se non lei stessa, come faceva tutto il tempo. Lei e la sua immensa codardia. Dov'è ora la determinazione di cui vai tanto fiera, eh piccola Frisk?
Era sparita, andata, scomparsa. Ecco cos'era successo non appena aveva attraversato la barriera.
Non appena li aveva traditi tutti.

Ed ora Frisk era di nuovo sola. Sola come era sempre stata.
O forse non lo era?
No, ma solo per il semplice fatto che quel tipo la stava seguendo ormai da mezz'ora.
Sbirciò con la coda dell'occhio l'individuo dietro di lei -ci aveva sperato, ma era ancora lì purtroppo-: indossava una lunga veste castana che gli ricopriva tutto il corpo, e la testa pelata scintillava sotto la luce solare.
Frisk sbuffò, non tanto per il fastidio di essere seguita, quanto per scacciare i brividi di apprensione che avevano cominciare a scorrerle per gli arti.
Continuò a camminare per altri dieci minuti in una strada sempre meno affollata, astenedosi di proposito dal guardarsi indietro.
Quando proprio non ce la fece più girò prima leggermente la testa, poi le spalle, e i piedi. In strada non c'era più nessuno, nemmeno lo stalker che, era sicura, era ancora dietro di lei fino a qualche minuto prima.
Scrutava davanti a sé per assicurarsi di essere davvero sola, quando una voce alle sue spalle le confermò il contrario:
"Frisk?" La bambina balzò dallo spavento sentendosi improvvisamente chiamare e portò gli occhi sorpresi sulla fonte della voce, che in qualche modo si era materializzata dietro di lei.
Era certa fosse colui che l'aveva inseguita tutto quel tempo, ma si era sbagliata: quella che lei aveva scambiato per una veste era in realtà una lunga, lunghissima sciarpa color nocciola.
Ma, cosa più importante, quella che aveva scambiato per una pelata era in realtà un cranio nudo, bianchissimo sotto il sole.
E quello che aveva scambiato per un uomo era in realtà uno scheletro, e assomigliava pericolosamente al suo Sans.

Al suo sguardo incredulo, lo scheletro sorrise compresivo e una macchia di inchiostro nero che aveva sulla guancia si increspò insieme alla bocca priva di labbra.
"Sans?" Sussurrò, quasi in un soffio la bambina, pur non credendoci fino in fondo.
Gli occhi del mostro si addolcirono, mentre rispondeva mite:
"Più o meno."
Frisk scosse la testa, non riuscendo a distogliere le iridi dalle sue, le quali erano diverse per ogni occhio, e cambiavano forma e colore ogni volta che sbatteva le palpebre cineree.
"Scusa per averti seguito fin qui, Frisk. Devi esserti spaventata vedendo un tipo sospetto in quel modo." La risata a cui si abbandonò dopo aveva il sapore di tutte le cose dolci esistenti e, in qualche modo, il colore del sole.
Non era uguale a quella del suo Sans, non era lui.
"So che sto per chiederti un qualcosa di enorme, ma devi fidarti di me. So che cosa ti è successo, che cosa è successo.
"Sono qui per darti una seconda possibilità."
Mentre Frisk ancora si sforzava di comprendere il senso di quelle parole pronunciate con tale sicurezza, lui si inginocchiò, armeggiando con la cintura che gli fasciava diagonalmente il busto. Estrasse da essa un boccetta -fra le tante che conteneva, tutte di diversi colori- di un caldo rosso cremisi, stappò il tappo a forma di cuore e versò il contenuto sull'asfalto, in una pozza che sembrava avere vita propria nell'espandersi.
Mentre continuava a estrarre boccette dalla cintura iniziò a spiegare:
"Adesso dovrai seguirmi. Non sono cattivo, non voglio farti del male: voglio solo farti capire.
"So che può sembrare folle, ma sono sicuro che alla fine capirai."
Frisk non voleva capire alla fine, voleva farlo all'inizio.
Cosa voleva da lei quello scheletro così simile a Sans nell'aspetto, ma così diverso nell'abbigliamento e nel modo di fare? Come aveva fatto ad uscire dal Sottosuolo e perché non l'aveva mai incontrato?
Ma, cosa più importante, come faceva a sapere la sua storia?
Frisk si guardò intorno in cerca di vie di fuga o persone a cui richiamare l'attenzione.
Uno scheletro non passava certo inosservato, figuriamoci uno a cui piaceva rendere la strada un arcobaleno.
Ma in giro non c'era nessuno.
Sospirò, rassegnata. D'altronde, se aveva affermato di non voler farle del male, di cosa aveva paura?
Così aspettò che il Non-Sans finisse di versare colori per terra e basta. A quel punto non le importava nemmeno di chiedere chi egli fosse o come facesse a conoscerla. Aveva detto che avrebbe capito in seguito, e Frisk, non sapeva perché, si fidava.

Smile. || UndertaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora