BROTHERS IN (SOLVING) CRIMES|| PARTE 1

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"Mmh..."
Papyrus stava riflettendo in quella sua posa tipica -la testa piegata leggermente a sinistra, la mano sotto al mento e gli occhi chiusi, una gamba sottile più avanti dell'altra, come a volersi tenere in equilibrio sui suoi stessi pensieri-, gli mancava tanto così per risolvere il mistero.
Odiava quei momenti in cui, lo sentiva, la soluzione ce l'aveva sotto il naso -o meglio, sulla punta della lingua, visto che lui il naso non ce l'aveva- ma non riusciva ad afferrare l'ultimo tassello del puzzle.
Decise di riaprire un attimo gli occhi per sfuggire al turbinio dei suoi pensieri, e osservò la scena davanti a sé: Frisk, la sua energica apprendista, stava osservando degli appunti nel suo infallibile taccuino, anche lei alla ricerca di una soluzione. Era un bambina piuttosto minuta, dai corti capelli castani e una maglietta a righe piuttosto infantile, ma Papyrus aveva intuito fin da subito che doveva essere molto sveglia, e poi ad un certo punto -non ricordava nemmeno quando o come- gli era risultato normale che ci fosse anche lei ad accompagnarlo sulla scena del mistero.
A pochi passi di distanza Toriel lo osservava preoccupata. La Regina indossava una sottile corona d'oro intrecciato sulla testa, e le orecchie le ricadevano morbidamente sulle spalle ad incorniciarle il volto saggio. Papyrus non era sicuro del perché, ma questa volta aveva insistito nell'assistere al compimento del suo lavoro, e doveva ammettere che la sua presenza lo metteva leggermente a disagio.
Quello a prima vista non sembrava un caso difficile: si trattava infatti solo di un furto. Ma se fosse stato tutto qui se ne sarebbero occupate le Guardie Reali, invece avevano chiamato lui per un motivo ben preciso: il ladro era stato visto scappare dalla vecchia abitazione della Regina, nelle Rovine, con il prezioso vaso sottobraccio, ma nonostante questo le Guardie e i civili che lo stavano inseguendo non erano riusciti a catturarlo. Le loro testimonianze erano concordi su questo punto: il ladro aveva girato l'angolo, e quando erano giunti sul posto era scomparso. Nessuna traccia di lui e nemmeno del vaso.
Avevano controllato il video delle telecamere della Scienziata Reale: il mostro incappucciato era scappato verso l'entrata delle Rovine... e non era più tornato indietro.
Era impossibile, si disse nuovamente lo Scheletro Investigatore, che si fosse volatilizzato nel nulla.
Eppure ci doveva essere una soluzione...
Papyrus continuò a far scorrere lo sguardo per il corridoio di antica pietra, sorpassò lo sguardo speranzoso su alcuni mostri che si erano radunati lì intorno e si andò a posare sul fratello.
Sans, rigorosamente vestito di blu, se ne stava pigramente appoggiato al muro, la testa era leggermente piegata in avanti, come se si stesse per addormentare, e il cappello a tesa larga gli scendeva sulle orbite rendendo il suo sguardo e il suo sorriso ancora più enigmatici. Sans era appunto misterioso, enigmatico: erano alcuni degli aspetti che Papyrus amava di più di lui. Suo fratello era un puzzle che non era ancora riuscito a risolvere.
Ogni tanto Sans, forse per noia, alzava la testa e colpiva leggermente il muro dietro di lui, producendo un tunk tetro. Quando vide che lo stava osservando, lo scheletro ammiccò e colpì ancora il muro. Tunk, un altro colpo sordo. Un altro... click.
D'improvviso, come gli ingranaggi di un giocattolo a molla, qualcosa scattò nella sua mente e tutti i tasselli andarono al loro posto.
Papyrus spalancò le orbite e sorrise.

"Trovato!" Annunciò entusiasta. Era così semplice! Come aveva potuto essere così cieco? Se il ladro non era tornato indietro e non aveva potuto fuggire via, e non c'era alcun luogo visibile in cui nascondersi... beh, allora...
"Sans, potresti cortesemente scostarti da lì?"
"Heh, certo Paps." Ghignò l'altro, staccandosi dalla parete.
Papyrus bussò sulle rocce violette, confermando la sua ipotesi: c'era qualcosa, dietro quel muro.
Ma come trovarne l'entrata?
Facendo scorrere lo sguardo per tutta la lunghezza del corridoio, l'unico posto in cui poteva celarsi un uscio nascosto era...
"La colonna! Sans, Frisk: aiutatemi a spostarla."
Il suo assistente e la sua apprendista si affrettarono a spingere da una parte la pesante colonna di marmo bianco, mentre Papyrus tirava dall'altro e insieme riuscirono a trascinarla via, svelando un orifizio alto quanto Frisk, ma non abbastanza largo da farci passare un mostro adulto.
"Ecco svelato il nascondiglio del nostro ladro."
I mostri intorno a loro lo guardavano ad occhi sgranati, e la Regina aveva sottili goccioline di sudore che le imperlavano la graziosa fronte.
Papyrus si concentrò sulla sua nuova scoperta.
"Frisk, puoi dare un'occhiata all'interno? Forse per te è più facile entrarci."
Frisk annuì e attraversò il buio senza un attimo di esitazione.
"Papyrus... -intervenne Toriel- non credi che sia pericoloso mandare una bambina lì dentro? Potrebbe ancora esserci il ladro nascosto."
Papyrus scosse mestamente la testa, proprio mentre Frisk riemergeva dal buco.
"Vorrei che fosse così facile, Vostra Maestà. Allora Frisk, hai trovato qualcosa?"
Frisk annuì, raggiante.
Portava fra le braccia un vaso rosso di spesso vetro soffiato, linee di vernice d'oro lo spezzavano su tutta la superficie, facendolo sembrare solo un ammasso di cocci incollati insieme. Nel complesso era un bel vaso, ma Papyrus non riusciva a capire come la Regina si fosse così preoccupata per ritrovarlo.
I mostri esultarono di gioia quando Frisk porse il vaso allo scheletro, che prima di tutto si occupò di esaminarlo alla ricerca di eventuali impronte o indizi che potessero condurlo al ladro, ma ovviamente non trovò nulla di interessante.
La procedura gli impiegò diversi minuti, e quando alzò lo sguardo vide che i mostri avevano lasciato le Rovine per tornare alle loro abitazioni ed era rimasta solo la sua squadra e la Regina, che ora sembrava febbricitante e ansiosa di riavere il suo prezioso vaso tra le braccia. Ma Papyrus non aveva ancora finito: fece scorrere le dita ossute lungo i bordi del contenitore, finché non trovò delle curiose scanalature: graffi. Interessante. Continuò a fare scorrere la mano sempre più all'interno, curioso anche di scoprire la natura di quei segni, quando si ritrovò improvvisamente le mani vuote. Il vaso era ora nelle grinfie della Regina, che rispose così al suo sguardo confuso:
"Credo che tu l'abbia esaminato abbastanza, Papyrus. È meglio se lo tengo io, adesso: non vorrei che ti cadesse."
Lo scheletro scambiò un'occhiata veloce ma eloquente con il fratello, ma non si oppose al volere di Toriel: forse quel semplice vaso aveva un qualche valore affettivo per lei.
"Oh... ma certo, Sua Maestà."
Toriel chinò leggermente la testa in segno di apprezzamento: ora sembrava essersi calmata ed aver ripreso la sua solita compostezza regale.
"Grazie, Papyrus, per il servizio che mi hai reso. Non lo dimenticherò." Gli sorrise.
Lo Scheletro Investigatore ricambiò il sorriso, togliendosi il cilindro ed esibendosi in un elegante baciamano:
"Per servila, Mia Signora."

Smile. || UndertaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora