Seguo la strada che abbiamo fatto per arrivare a casa, ricordo di aver incrociato la piazza del paese, tiro fuori una sigaretta dalla giacca e l'accendo, qui nessuno mi conosce e non andranno a dirlo ai miei genitori. Cammino ancora per un po' e sento delle voci di ragazzi, cazzo, non ho voglia di incontrare nessuno, sono mezzo addormentata, struccata e oltretutto incazzata nera, non ho intenzione di fare amicizie.
Proseguo lungo la strada e ovviamente mi ritrovo nella piazza in cui ci sono 6 o 7 persone, rallento e cerco nelle tasche dei pantaloni il telefono con le cuffie, per fortuna che me le porto sempre dietro, finisco la sigaretta e la butto a terra. Vedo che sono tutti fermi davanti a un bar, ho €5 nel borsellino, bastano per una birra, mi avvicino sempre di più a loro e vedo che una ragazza mi osserva e dice qualcosa alla sua amica, mi sento a disagio, abbasso la testa e mi ritrovo davanti al bar, supero il gruppetto, non guardo in faccia nessuno, ma con la coda dell'occhio mi accorgo che mi stanno seguendo con lo sguardo e entro nel bar. Ha uno stile particolare, non so nemmeno definirlo... un po' alla New Moon nella saga di Twilight. Tolgo le cuffiette e vado al bancone dove c'è un ragazzo carino, con gli orecchini e dei modi molto gentili <<Dimmi tutto cara!>>
<<Ehm...una birra piccola grazie.>> prende un bicchiere e lo mette sotto la spina, mi guardo intorno e noto che è appena entrato un ragazzo, mi guarda e sorride, si avvicina al bancone e ordina pure lui una birra. Appena mi porge la birra pago e ne assaggio un po', è davvero buona e fredda.
<<Piacere Piero.>> è il ragazzo di prima, stende la mano verso di me e sorride.
<<Piacere Brenda.>> non riesco a sorridere, lo guardo dritto negli occhi, non sembra offeso dalla mia freddezza.
<<Sei qui in vacanza?>> sembra simpatico, ma non sono di luna per fare conversazione, bevo un sorso e faccio no con il capo. <<Ti sei trasferita?>> mi guarda perplesso, probabilmente nessuno è così scemo da trasferirsi in un posto così sperduto...
<<Si, oggi per l'esattezza.>> faccio un lungo sospiro e lo guardo, sembra confuso, nel frattempo entrano gli altri e li chiama verso di noi, okay fare amicizia, ma io ero venuta qui per rilassarmi e stare lontana da quella casa di merda.
<<Venite che vi presento la nostra nuova compaesana>> sorride tutto felice e contento, come se io mi fossi dimostrata la persona più solare e amichevole della terra.
Si avvicina questo ragazzo, alto più o meno come me, i capelli rasati ai lati e sopra lunghi raccolti in un codino <<Bella, Nigel.>> rispondo con il mio nome e lui mi porge la mano e batto il cinque, mi sorride, ha dei bei denti bianchi e dritti, gli occhi azzurri bellissimi <<Mi sta già simpatica la ragazza.>> ride e se ne va a sedersi in un tavolo in disparte.
Uno a uno si presentano tutti i ragazzi, sembrano tutti simpatici e senza pregiudizi, anche le uniche tre ragazze si presentano e sembrano contente.
<<Vieni qua a sederti con noi.>> dice uno dei ragazzi di cui non mi ricordo già più il nome.
<<Allora zi, che ci fai in questo posto?>> è Nigel che mi parla, si guarda in giro e io mi sento a disagio mentre tutti si girano nella mi direzione << Sono qua per il lavoro di mio papà.>>
<<Che lavoro fa tuo papà?>> mi chiede Dafne, mi sorride ma non riesco a ricambiare <<Il consulente per alcune aziende.>> mi guardano tutti, probabilmente si chiedono perché un consulente si debba trasferire in un così piccolo paese e onestamente è quello che mi chiedo anch'io.
La serata prosegue e bevo finché non capisco molto e la testa mi gira. Mi sto divertendo e non ho voglia di tornare in quel posto di merda, ma ormai è mezzanotte e devo andare volente o no. Mi alzo e barcollo <<Ehi, aspetta che ti accompagno, non mi sembri molto stabile>> dice ridendo Pietro e si alza perdendo l'equilibrio, è un po' brillo, ma non è ubriaco quanto me. Saluto tutti e ci avviamo verso casa <<Non so dove abiti però>> ride
<<Non lo so nemmeno io, è un casa sperduta, non c'è niente vicino.>> avvicina la mano al mento e se lo sfrega <<L'unica casa lontana dalle altre è quella dello zio di Diego, è morto da poco e sapevamo che era in vendita. Be nonostante sia una catapecchia hanno fatto in fretta a farla fuori.>>
<<Chi è lo zio di Diego?>> mi gira la testa e la salita mi sta portando via tutto il fiato, mi siedo sul ciglio della strada. <<Be non penso tu lo conosca, era un uomo sulla cinquantina, scapolo e con una certa passione per l'alcol che però non gli ha portato bene.>> mi guarda e mi fa intendere che sia morto per colpa del suo amore per la bottiglia.
Stiamo li seduti e mi racconta di questo pazzo zio, dopo un po' squilla il suo telefono risponde e sento un casino dall'altra linea <<Okay frà, la porto a casa subito. Ciao.>> si alza e mi tira su per il braccio, cammina veloce e mi tira, non parla ma dai suo modi capisco che c'è qualcosa che non va <<Cos'è successo?>>
<<Credo che tuo padre sia parecchio incazzato che non sei ancora a casa>>
<<Perché mi dici questo?>> abbiamo il fiatone ma non smette di camminare velocemente << Be si dà il caso che ha fatto "irruzione" nel bar di prima e ha minacciato tutti di dirgli dov'eri. Non gli hanno risposto ma sembra stia arrivando, quindi è meglio se ci affrettiamo.>> inizio a correre dalla paura e supero Pietro, devo arrivare a casa prima di lui o chissà cosa succederà.
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Musica cicatrene
RomanceIncontrarsi, odiarsi, essere così diversi, ma con la musica nel sangue. Allontanarsi, amarsi, non riconoscersi più Perché non tutti gli amori più belli possono essere tranquilli? Perché gli amori più belli nascono dalla tempesta.