Dopo pranzo vado a fare una doccia fresca, indosso un paio di short un crop a maniche corte e le mie amate vans. Mi trucco poco perché oggi fa veramente caldo, essendo in montagna il sole picchia fortissimo, non metto il costume anche se andiamo a prendere il sole, non mi sentirei molto a mio agio. Preparo però lo zaino con l'acqua, il telo mare e l'enigmistica.
Verso le tre saluto mamma, metto le cuffiette e scendo fino alla piazza. Non ho fretta e mi fermo ogni volta che trovo qualcosa di interessante nella natura da fotografare.
Arrivo alla piazza che sono le tre e venti, tutto sommato non ci ho impiegato tanto. Seduti ai tavolini sotto il portico del bar ci sono Pietro e Alberto assieme a Gaia. Mi salutano in coro e mi fanno cenno di sedermi.
<<Bè io fumo una paglia raga.>> dice Pietro e noi tre a ruota tiriamo fuori il pacchetto, è estremamente rilassante fumare in gruppo chiacchierando del più e del meno. Mi spiegano che il posto dove andremo è magico, ma non mi raccontano il perché, so solo che ci vogliono venti minuti di camminata e che stiamo aspettando Diego. Nigel non si fa vedere, probabilmente non ci sarà perché ci sono io...
<<Ehi, ci sono. Scusate il ritardo ma in quella casa non c'è mai pace.>> dice Diego correndo verso di noi, alza gli occhi al cielo e saluta Pietro e Alberto con un leggero pugno sulla spalla.
Ci avviamo per una via stretta a fianco al bar, passiamo in mezzo alle case e la strada è tutta in salita, il mio corpo poco allenato fa fatica a andare velocemente sotto gli alberi che fanno una sorta di effetto serra, ma gli altri notando le mie difficoltà rallentano e seguono il mio passo.
Pietro mi si affianca <<Dovrebbe arrivare anche Nigel, credo.>> non so perché ma provo una gioia incontrollata dentro di me, ma cerco di non darlo a vedere <<Ah si? Come mai non è salito con noi?>> chiedo con estrema nochalance...come se la mia domanda fosse solo di cortesia
<<Doveva aiutare suo papà in cucina.>>
<<In cucina? Non c'è più sua mamma?>> sono terribilmente dispiaciuta che lui non abbia più una mamma, forse è per questo che ha un carattere così strano. Pietro si mette a ridere e tutti si voltano a guardarlo, io compresa. Cos'ho detto di tanto divertente? <<La mamma di Nigel, grazie a dio, sta benissimo. Deve aiutare suo papà nella cucina dell'albergo. Non so se lo sapevi ma Nigel studia all'alberghiero e suo papà è il proprietario dell'albergo di fronte al bar.>> mentre mi spiega, sento il viso diventare rosso e bollire. Abbasso lo sguardo e osservo il sentiero mentre annuisco con il capo.Arriviamo in prossimità di un ponte strettissimo fatto di ferro, lo guardo e provo un certo senso di disagio, sotto di esso c'è un fiumiciattolo circondato da pietre enormi e io e le mie amate vertigini pregano che non sia questa la strada che dobbiamo percorrere, ma ahimè Alberto passa per primo, seguito Diego, da Gaia, da me (che cerco di nascondere il mio terrore) e per ultimo Pietro. Dall'altra parte c'è una strada percorsa da macchine, la seguiamo finché non troviamo un varco nel bosco che si estende a sinistra della strada, ci infiliamo in mezzo alle piante e seguiamo un sentiero naturale. I rami mi graffiano le gambe e le braccia, forse avrei dovuto mettere i pantaloni più lunghi.
<<Bella zi!>> ci voltiamo e vedo Nigel in tutta la sua bellezza, sorride e i suoi occhi azzurri ci scrutano ma non passano mai sopra di me. Pietro gli va incontro e battono cinque <<Pensavo che saresti arrivato più tardi.>>
<<Sono stato fortunato, ho incontrato Giorgio e mi ha dato un passaggio sul maggiolino di cent'anni fa>> ora sembra essersi accorto di me, mi osserva sorridendo e quei suoi fantastici occhi azzurri sembrano passarmi dentro, distolgo lo sguardo e Gaia ci invita a continuare la camminata.Dopo 5 minuti immersi completamente nella natura sbuchiamo in questa "spiaggetta" formata da un masso enorme che è diviso solo da un piccolissimo fiumiciattolo che diventa una cascata lì a pochi metri.
Tiriamo fuori dallo zaino gli asciugamani e li stendiamo, ci togliamo le scarpe e io ovviamente da sbadata quale sono mi ustiono i piedi sui massi roventi. Corro nel piccolo ruscello e raffreddo quei due piedi bordeaux che mi ritrovo.
Alcuni si tuffano seguendo la cascata, altri ballano sui massi, altri ancora si arrampicano mentre io metto le cuffiette e ascolto Brivido di Guè, ma devo spostarmi perché oltre al fatto che sto cadendo dal masso e rischierei di cadere nel lago sotto rompendomi la testa, Alberto e Gaia ballando mi stanno finendo addosso.
Mi siedo, tolgo le cuffie e li osservo mentre danzano latino americano per tutto il masso, finendo anche nel ruscello e schiazzandomi di acqua<<Cosa ascolti di musica?>> mi volto e gli unici seduti siamo io e Nigel, mi guarda serio mentre inizio a elencargli un po' di rapper come Gemitaiz, Lowlow, Mostro, Salmo, lui inizia a ridere e si avvicina a me, prende un paio di cuffie e mi dice che il vero hip hop non è quello e ascoltiamo insieme una canzone vecchia di Salmo. Mi racconta alcune cose su queste canzoni e perché secondo lui quelle vecchie sono meglio.
Mi sento così bene, sono in pace con me stessa e anzi vorrei stare qui così per sempre.
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Musica cicatrene
RomanceIncontrarsi, odiarsi, essere così diversi, ma con la musica nel sangue. Allontanarsi, amarsi, non riconoscersi più Perché non tutti gli amori più belli possono essere tranquilli? Perché gli amori più belli nascono dalla tempesta.