Epilogo

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Tikki sorrise, osservando i due ragazzi che dormivano abbracciati nel letto: Marinette e Adrien avevano ascoltato la loro storia in silenzio, mentre sulle loro facce si alternavano le emozioni.
Sorpresa. Dolore. Compassione.
Era certa che, entrambi, avevano ben compreso cosa Plagg e lei avevano sacrificato per un bene maggiore.
Alzò la testolina verso la botola, dandosi una leggera spinta e superando la barriera fatta di cemento e legno, ritrovandosi nel terrazzino di Marinette: seduto sulla balaustra di ferro, con lo sguardo rivolto verso la luna piena, Plagg sembrava completamente assorto nei suoi pensieri, tanto da non averla nemmeno sentita.
«Brontolone!» lo chiamò, fluttuando vicino al kwami nero e sedendosi al suo fianco: «Come mai qua sopra?»
«Stavo riflettendo...»
«Tu?» Plagg si voltò verso di lei, assottigliando lo sguardo verde e piegando la bocca in un broncio: «Stavi forse riflettendo su quale marca di camembert è la migliore?»
«Quella la so già.» dichiarando convinto il kwami, tornando a fissare la luna piena: «E' la stessa di quella volta.»
Tikki alzò la testa, osservandolo il satellite notturno e sentendo un dolore sordo invaderle il petto: era su quella terra da tantissimi anni, eppure ancora non aveva dimenticato quella notte e quella promessa.
L'avrebbe mai fatto?
Avrebbe mai dimenticato la ragazza che era stata?
Ogni volta che aveva osservato le sue Portatrici, aveva ricordato ciò che aveva perso: una vita normale, una vita assieme a Plagg.
Ma adesso erano insieme...
Sorrise, poggiando la testa contro il compagno e socchiudendo gli occhi: «Qui e ora.» mormorò Plagg, senza distogliere lo sguardo dalla luna: «Sotto questa luna, che mi è testimone, io mi dichiaro tuo marito e tuo compagno. La mia casa sarà la tua casa, il mio letto sarà il tuo letto. Offrendoti onore, fedeltà e rispetto, io ti sposo.»
Tikki avrebbe voluto piangere, ascoltando nuovamente quelle parole dopo millenni.
Ma era una kwami.
E i kwami non versavano lacrime.
Sorrise, alzando la testa e voltandosi verso il compagno, incontrando subito lo sguardo verde che tanto aveva odiato e amato: « Qui e ora.» mormorò, allungando una zampetta e prendendo quella di Plagg: «Sotto questa luna che mi è testimone, io mi dichiaro tua moglie e tua compagna. La tua casa sarà la mia casa, il tuo letto sarà il mio letto. Offrendoti devozione, fedeltà e rispetto, io ti sposo.»
Plagg annuì e Tikki tornò a poggiarsi contro di lui: «Tikki?»
«Cosa, Plagg?»
«Io ti....»
Tikki sorrise, alzando la testa e osservando il suo compagno grattarsi il musetto scuro, mentre lo sguardo verde vagava sul panorama parigino: «Lo so, Plagg.» mormorò, tornando ad accomodarsi contro di lui e osservando Notre Dame che si stagliava nella notte: «Anche io.»

Tikki, la prima Portatrice {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora