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"È stato fin troppo facile, avresti potuto cavartela da sola Allison."

La cacciatrice piegò poco il capo e lo scosse impercettibilmente. "Con un Ibrido 2.0? Non credo proprio Gabe... ma grazie della fiducia" ridacchiò mentre faceva qualche passo avanti lasciandosi una perplessa Freya e un ancora più confuso Elijah alle spalle. Intorno a loro la Strige rimaneva in silenzio, i vari membri si guardavano l'un l'altro pieni di domande, affamati di risposte che Allison non aveva intenzione di dare.

Forse però, si disse mentre guardava l'Arcangelo addentare una barretta di cioccolato, la loro non era curiosità, più paura. Doveva essere terrificante per loro stare al cospetto di un essere tanto potente come Gabriel, un essere che avrebbe potuto distruggerli con lo schiocco delle dita, forse persino con un semplice sguardo. Li capiva in fondo, Allison si era sentita allo stesso modo la prima volta che lo aveva incontrato.

La loro amicizia era nata in salita, ma era felice che alla fine fossero diventati quasi culo e camicia, come lui avrebbe detto se glielo avessero chiesto.

"A proposito, che cavolo era questo tizio, esattamente?" domandò proprio l'Arcangelo. "Non credo che Ibrido 2.0 sia la definizione giusta."

Allison si strinse nelle spalle voltandosi a guardare Freya ed Elijah. "Non conosco un'altra definizione. E voi?"

Freya scosse il capo. "Non abbiamo pensato a dargli un nome, volevamo solo liberarcene. Volevamo vendetta dopo che ha ucciso Finn."

Alla cacciatrice non sfuggì lo sguardo smarrito di Elijah; c'era sofferenza in quegli occhi scuri, per quel fratello che spesso li aveva delusi e fatti infuriare ma che era comunque parte della famiglia, sempre e per sempre. Con un gesto del capo fece capire alla Strige che era il momento di andare e loro uscirono quasi di corsa.

"Elijah, stai bene?" gli chiese, una volta che furono andati, avvicinandosi e sorridendogli, provando di nuovo quel dannato brivido che aveva sperimentato quando, uno accanto all'altra, si erano protetti dall'abbaglio del potere di Gabriel. Lui la fissò in silenzio per un lungo istante. Forse nessuno si era preoccupato di chiederglielo e quindi rispondere era difficile.

"Sto bene" disse infine schiarendosi la voce.

"Bene!" esclamò Gabriel interrompendo il momento. "Direi che ora che ho fatto ciò che dovevo è ora per me di andare."

"Aspetta!" gli disse Freya facendo qualche passo in avanti. "Visto che sei qui, c'è qualcos'altro con cui, forse, potresti aiutarci."

"Di cosa si tratta?"

"Il morso di Lucien è... era letale. Ha ucciso nostro fratello e un morso ha ferito una nostra amica, Camille."

"Lucien ha morso Camille?" domandò Allison scuotendo poco il capo. "Perché non me lo hai detto al telefono?"

"Non era rilevante allora" replicò la strega. "Perché, onestamente non credevo sarebbe sopravvissuta fino al tuo arrivo."

La cacciatrice si voltò a guardare Gabriel; stava mangiando una caramella... lui e la sua fissa per i dolciumi. "Gabriel..."

"Vediamo quello che posso fare, ma non prometto nulla."

"Seguiteci" mormorò Elijah precedendoli fuori da quel posto.

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"Da quanto tempo è ridotta così?" Allison allungò la mano e la poggiò sulla fronte sudata della bionda barista. La sua pelle era bollente, il corpo pieno di bolle. Così diversa dalla Camille che conosceva, quella sempre bella e sorridente, con una dose di allegria e positività ogni giorno, ogni ora. Con tristezza volse lo sguardo a Klaus; le teneva la mano con occhi pieni di nulla se non di paura. Con la bella Cami aveva finalmente imparato ad amare ed ora quell'amore rischiava di perderlo. Non era giusto, non lo era affatto... sperava che Gabriel potesse fare qualcosa.

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