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Allison si mise a sedere in sala d'attesa dopo aver compilato il modulo e sospirò dando una rapida occhiata intorno; adulti con l'influenza, bambini con il moccio al naso e infermiere indaffarate. Come ci era finita lì? Era stupido essersi presentata al ponto soccorso per un po' di nausea e qualche capogiro, non era da lei. Eppure in quel lieve malessere non poteva fare a meno di leggerci qualcosa di più, anche se non sapeva esattamente cosa.

Poteva essere legato alla sua decisione di salvare Camille a discapito di se stessa e se così fosse stato sarebbe stato un inizio di fine davvero fastidioso. Aveva provato a telefonare a Gabriel ma l'unica volta in cui aveva sentito la sua voce era stato nella sesta delle dieci telefonate che gli aveva fatto, quando la segreteria telefonica le aveva comunicato che lui era incredibilmente impegnato e quindi non poteva rispondere.

Richiama, se vuoi. Diceva la fine di quel messaggio. Per lei riprovare era stato praticamente inutile. Pensò che valeva la pena ritentare ma proprio mentre stava pe tirare fuori il cellulare una bambina le si avvicinò; i capelli ricci e dorati, gli occhi verdi e qualche lentiggine sul piccolo naso. Aveva sì e no sette anni, chiusa in un camice bianco troppo grande per lei, al collo aveva uno stetoscopio.

"Salve" le disse guardandola. "Sono la tua dottoressa."

Allison sorrise porgendole la mano. "Salve dottoressa."

La piccola le strinse la mano, una presa decisa nonostante fosse piccola. "Come ti chiami?"

"Mi chiamo Allison."

"Molto lieta Allison, io sono la dottoressa Gwen."

"Piacere di conoscerti, dottoressa Gwen. Quindi sei tu che ti prenderai cura di me?"

Gwen sorrise. "Sì, cominciamo con qualche domanda. Cosa ti senti?"

"Ho un po' di nausea e a volte la testa mi gira."

La bambina si accarezzò il mento. "Interessante. So esattamente che cos'hai."

"Wow" la donna annuì. "Sei davvero brava. E che cos'ho?"

"È molto semplice; hai la nausea perché hai fame e la testa ti gira perché hai bisogno di zuccheri. Quindi ecco la mia prescrizione per te: una ciambella glassata."

Allison rise. "La medicina migliore he mi abbiano mai ordinato. Ne vuoi una anche tu Gwen?"

"Sì, volentieri. Una persona non dovrebbe mai mangiare ciambelle da sola. Nella sala infermiere ne hanno sempre una scatola piena. Ma io non ci posso entrare."

"E io posso?"

"Se lo fai di nascosto sì."

"Allison Morgan!" esclamò una voce, quella della vera dottoressa che la chiamava per la visita. "Gwen," aggiunse quando vide la piccola parlarle. "Cosa ci fai qui?"

Lei strinse nelle spalle. "Visitavo la mia paziente, ho scoperto che cos'ha. Ha bisogno di una ciambella."

La dottoressa ridacchiò e si avvicinò. "Mi dispiace" disse ad Allison. "Gwen è la nostra piccola mascotte. Vieni" disse alla bambina, "chiederemo ad Annalise di procurarti una ciambella."

"E una anche per Allison."

"Una anche per Allison" concordò la dottoressa facendo cenno ad un'infermiera che prese Gwen per mano e la portò via dopo un saluto timido.

"La scusi" le disse di nuovo la dottoressa invitandola a seguirla nella salva visite. "Gwen passa molto tempo in ospedale."

Allison la seguì e avanzò nella stanza quando l'altra chiuse la porta. "Cos'ha Gwen?"

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