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Allison si versò un po' di caffè nella tazza di latte che aveva scaldato e sospirò mettendosi a sedere a tavola. Da quel punto aveva una visuale chiara del giardino, di Cami che si rilassava in piscina e del sole che splendeva forte scaldando l'acqua limpida.

Non tornerai a New Orleans vero? le aveva chiesto oramai tre settimane prima la bionda vampira. Al suo cenno di diniego aveva fatto un grosso respiro e dopo essersi guardata intorno aveva detto che allora anche lei sarebbe rimasta e aveva chiesto di poter occupare la camera con vista sul giardino... ammesso che ce ne fosse una. Ce n'erano tre, lei scelse quella con il letto king size e le pareti color crema.

La cacciatrice si accarezzò piano il ventre chiudendo solo per un secondo gli occhi mentre la piccola creatura dentro di lei iniziava a farsi sentire a suon di bruciori di stomaco che, anche se duravano poco, erano una novità a cui non si era ancora abituata. Di Gabriel non aveva alcuna notizia dal giorno in cui gli aveva telefonato, dai Grimaldi aveva avuto una lettera di Gwen che però non aveva ancora avuto il coraggio di leggere ed Elijah non si era disturbato di telefonarle neppure una volta da quando gli aveva comunicato che non sarebbe tornata a New Orleans.

Parlava invece tutti i giorni con Freya e qualche volta anche con Klaus. Ma mai di questioni che riguardassero il Mikaelson padre di quel figlio che aveva in grembo. Forse, era arrivata a pensare, chiuso in un bel vestito elegante aveva finalmente trovato la sua felicità con Hayley. Forse semplicemente non gli importava di quel bambino a prescindere da tutto.

"Avevo ragione" mormorò scuotendo il capo prima di bere un altro sorso dalla tazza. Fu allora che Gabriel arrivò con un fruscio di ali e un alito di vento caldo che le scompigliò i capelli e fece vibrare l'acchiappasogni appeso alla parete.

"Buenos dias muchacha!" le disse prendendo posto di fronte a lei dopo aver dato uno sguardo a Cami in piscina. "Ah vedo che la tua amica si è ambientata bene."

"Si adatta in fretta."

L'Arcangelo si inumidì le labbra. "Credi che io le piaccia? Io credo di piacerle, ho visto il modo in cui mi guarda" sussurrò facendo un occhiolino.

"Primo, quando ti avrebbe guardato?" domandò Allison abbassando la voce come lui. "Secondo, è inutile che sussurri, è un vampiro, ha il super udito. Terzo" tornò a parlare a volume normale. "Dove diavolo eri?"

"Ah-ah no!" esclamò lui facendo segno con una mano. "Non dire diavolo, è offensivo" scoppiò a ridere della sua stessa battuta e poi afferrò uno dei cioccolatini che stavano dentro il piccolo contenitore al centro del tavolo. "Mi hai chiamato, sono qui."

"Ti ho chiamato tre settimane fa Gabriel. E se mi fosse successo qualcosa? Se fosse stata un'emergenza?"

"L'avrei saputo."

"Come?"

"Ho collegato la mia grazia alla tua anima, una specie di sistema dall'allarme. Se ti succede qualcosa lo sentirò."

"Ah!" esclamò lei perplessa, colta di sorpresa. "Non lo sapevo."

"Ora lo sai ma tranquilla, non c'è bisogno che ti scusi" mangiò un altro cioccolatino. "Dimmi cosa vuoi, così posso tornare alle mie cose."

"Che sarebbero? Un flirt con una pornostar o un divino francese con una povera artista che compone canzoni melodiche sulle rive della Senna?"

"No, stavo ballando una salsa con un seducente mora spagnola e stavo condividendo il mio divertimento con mio fratello."

"Balthazar è ancora vivo?" Allison spalancò gli occhi.

"Come..." Gabriel rimase per un attimo in silenzio. "Come hai fatto a capire che parlavo di lui?"

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