Cacciatori di cacciatori di taglie: in un Universo troppo caotico e poco sicuro, anche questo mestiere serve a mantenere l'ordine... e a sbarcare il lunario.
Ma un turno come un altro si trasforma in un incubo per i due Legionari Ralph e Nathan, q...
Nathan DeSol fece fuoco. Un colpo, due, tre, annullò la carica contro quel mostro senza guardarlo se non con la coda dell'occhio.
E quello che vide con la coda dell'occhio lo fece vomitare all'improvviso: appena tornò il silenzio, e anche subito dopo che fu riuscito a trascinare Duke incosciente e Swann ferito nella stanza di decompressione. Un getto di liquido acido gli scosse il corpo, lo sputò in un angolo e si fece forza: chiuse il portello, mentre il mostro ricominciò a ruggire, gemendo per il dolore delle ferite.
Swann aveva ripreso conoscenza: si premeva la mano sulla spalla inondata di sangue e taceva, terreo. Duke, abbandonato sul pavimento, aveva gli occhi rovesciati all'indietro e un'espressione di terrore ancora stampata sul viso dal colorito spaventosamente pallido.
Nathan, ancora scosso dai conati, si avventò su Swann.
– Cos'è? – disse, mentre il giovane gemeva dal dolore. Lo scosse, lo colpiì e lo scosse ancora, voleva fargli male, non riusciva a fermarsi. – Cosa ho visto? Corna, pelo, ali, zampe, ho visto... che cos'è quella cosa?
– Lasciami – gemeva Swann. – Lasciami o sarà peggio!
DeSol si bloccò. Guardò Duke a terra, poi di nuovo Swann.
– Di' qualcosa.– disse lentamente. – Per l'amor del cielo. Dimmi che cazzo è quella cosa che si lamenta di là, e che cosa è successo al mio collega.
Swann strinse i denti.
– Il tuo collega lo ha guardato. Lo ha visto per intero. Ora è sotto shock.
– Shock? Quello non è shock!
Da un angolo della bocca di Duke, un sottile filo di schiuma bianca si allargava sul pavimento.
– Quello non è un semplice shock! – Agguantò di nuovo Swann, che gridò dal dolore. Nella sala comandi, il mostro aveva smesso di lamentarsi.
–Ralph sta morendo dalla paura – disse DeSol, abbassando il tono della voce. –Per quella cosa che c'è di là. Parla! L'ho riempita di plutonio, come ho fatto a non ammazzarla?
Di nuovo passi strascicati, uno gnaulio e un respiro affannoso, sommesso e irregolare.
–Quello di là –mormorò Swann, dopo una breve esitazione –è un demone. Un demone del deserto. Uno dei più antichi mostri che popolano la mitologia delle vecchie civiltà.
–Eh? – disse Nathan stupito.
Swann continuava a perdere sangue. – È considerato il re degli spiriti maligni dell'aria, e il signore della febbre del deserto, e della peste. – Un rantolo, poi proseguì: – È una bestia con le ali di pipistrello, il corpo di uomo e di rettile insieme, la coda avvelenata di uno scorpione e un serpente al posto del pene, le corna di caprone, le zampe posteriori di avvoltoio e gli artigli alle mani, le...
Nathan si piegò su se stesso e vomitò di nuovo. – Al diavolo! – disse poi. –Ma cosa... cosa...
–Cosa ci fa qui? Questo vuoi dire?
Nathan annuì.
Swann tacque ancora per un momento, toccandosi la spalla con la punta di un dito. – Sono del Talamasca – disse alla fine.
Nathan soffocò un'imprecazione e puntò l'arma scarica al viso del ragazzo.
–Brutto stronzo! – gridò. –Perché non ce l'hai detto subito, razza di bastardo!
Il sangue che continuava ad allargarsi sulla giacca, il viso disteso, Swann non sembrava per niente impressionato dalla pistola a pochi centimetri dal suo naso. Nathan si accorse solo in quel momento del sudore sulla sua fronte.
–Che stai facendo?
–Lo sto controllando –rispose Swann. –Riesco a farlo con il pensiero.
DeSol abbassò l'arma. –Sei... forte.
–Sì. Ma ora sono ferito: è più difficile. Non riuscirai a ucciderlo con quella – concluse, indicando la pistola.
Dalla parete che li divideva dal mostro giunse uno schianto. Sussultarono entrambi.
–Non deve liberarsi. –disse Swann. –A questo punto, bisogna chiamare rinforzi.
Nathan annuì. –Vuoi dire... vuoi dire chi?
–Il Talamasca. Dobbiamo neutralizzarlo.
–Ma cosa dici? Neutralizzarlo? – Nathan fece un passo indietro e urtò con il piedi Duke. Gemette. – Bisogna ammazzarlo! Non posso permettere che lo lasciate in vita, voi maledetti scienziati pazzi, e i vostri dannati esperimenti di superpoteri!
–Non ci riuscirai – disse tranquillamente Swann.
–Invece sì! Bisogna che chiami la Centuria, immediatamente. –Si interruppe e voltò il viso verso la parete dietro la quale il mostro emetteva versi striduli e gutturali insieme. – Che cos'è... che cos'è questo odore?
–La peste –rispose Swann.
Nathan si tappò il naso con la mano e con un grido, e quando indietreggiò per l'ennesima volta inciampò definitivamente nel corpo di Duke.
Cadde a terra, accanto a Ralph. Si mollò il naso, lasciò la pistola e lo abbracciò, affranto.
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