Nathan DeSol seguiva cautamente la testa di ponte che avanzava all'interno della gola.
Si guardò alle spalle.– Lo senti?– disse a Ralph Duke accanto a lui.
– Eh?– rispose Duke con i nervi a fior di pelle.
– Il segnale. Penso che Goldenbaum ci stia chiamando.
– Non ora – concluse Duke, e tenne gli occhi fissi sullo schermo del proprio casco: che permetteva di visualizzare la figura del tozzo robot testa di ponte, nonostante esso assorbisse le onde luminose e quindi, a occhio nudo, risultasse completamente invisibile.
– Allineati– disse poi a DeSol. – Stai uscendo dal suo raggio. Sei sotto tiro.
Nathan obbedì e si posizionò di nuovo all'interno dello schermo protettivo della testa di ponte che, arrivata al portello della navetta agganciata, si fermò. Dietro, Duke puntò il fucile.
– Ce l'ho– disse. – Inverti il campo.
DeSol digitò i comandi sulla testa di ponte, e lo schermo magnetico che li proteggeva si dissolse e venne poi diretto verso il portello. Questo venne scardinato e spinto lentamente all'interno della stanza della navetta, e rimase sospeso nell'aria rarefatta, mentre il campo magnetico creato dall'androide conservava la pressione all'interno della sala evitando l'esplosione dell'intera nave.
– Schermati e coprimi– disse Duke, regolando intanto la difesa magnetica della sua tuta. – Sto entrando.
– Agli ordini– rispose DeSol, e si mise in posizione di tiro, puntando la pistola verso il centro della piccola stanza di decompressione.
Duke superò la testa di ponte e fece un passo all'interno del campo magnetico creato dalla macchina. Nel momento in cui lo attraversava, il consueto mancamento si impadronì di lui: Ralph si limitò a seguire l'addestramento. Ordinò al proprio piede di posarsi sul pavimento e di reggere il peso, e portò il proprio corpo tutto in avanti, con uno sforzo.
Ok, ora respira.
Accidenti al mio lavoro.La vertigine passò, e di fronte a Duke si ricompose il familiare ambiente della stanza di decompressione della navetta ospite. Affidandosi ai propri riflessi condizionati da anni di addestramento e pratica, alzò il fucile tenendo sotto tiro l'intero ambiente e la porta alla fine della stanza.
– Ti copro. Puoi entrare.
Meno di dieci secondi dopo, DeSol affiancava Duke.
– Bene – disse Duke, mentre alle loro spalle l'androide ricollocava il portello nel suo alveo. – Entrare, siamo entrati. Vediamo di trovare questi datteri.
Si avvicinò alla porta e premette il comando di apertura. DeSol scivolò all'altro lato dell'uscio.
– Come sempre al tre– mormorò Duke nella trasmittente, mentre la porta scivolava di lato, e poi: – TRE!
Irruppe nella stanza con il fucile spianato mentre alle sue spalle DeSol gli garantiva la copertura.
– FERMI!– gridò con tutto il fiato.
Poi rimase immobile, concentrato.
Di fronte a loro, seduto accanto ai comandi, un giovane uomo li guardava tranquillamente.
Disarmato, disteso, forse veloce.
– Fermo– ripeté. – Alza le mani lentamente. Sei sotto tiro.
Umano, apparentemente nella media. Giovane età.
Rimanere in posizione.Il giovane obbedì. Mentre alzava le mani, aprendo le braccia, Duke si rese conto dei capelli che gli accarezzavano l'intera schiena in fili dorati.
– Non avreste dovuto– disse il giovane, e Duke si sorprese nel godersi il tono profondo della sua voce calma.
Grano, canzoni al crepuscolo, bicchiere di vino scuro.
Concentrarsi, cazzo.– Siamo autorizzati a farlo – disse Duke. – Siamo Legionari della Centuria deputata a questo Quadrante. Dobbiamo perquisire te e la nave. Alzati e dichiara il tuo nome e il tuo carico.
Il giovane si alzò lentamente. – Il mio nome è Swann. Il mio carico... è molto pericoloso.
– Ah, sì? E dove sono i tuoi permessi? Niente del genere è apparso nel nostro computer a tempo debito. DeSol, perquisisci il nostro signor Swann.
– Sissignore.
Si scambiarono i ruoli: Nathan avanzò, coperto dall'arma spianata di Ralph.
Il giovane esitò. – Vi prego. Non lo fate. Sto facendo molta fatica.
Duke non batté ciglio. – DeSol, controlla se – si interruppe.
Un rumore aveva percorso l'atmosfera artificiale della nave. E gli aveva mozzato il fiato in gola. Un rumore indecifrabile.
Anche DeSol si era bloccato. – Che cos'era?– disse.
Il giovane, immobile, era turbato. – Per favore– ripeté – Fate dietro front e andate via in fretta.
– Eh?– rispose Duke, dominando il nervosismo. – Questo non è possibile. DeSol, perquis–
Di nuovo.
Nathan spianò la pistola conrtro Swann. – Che c'è in questa nave?– disse arrabbiato – Non hai dichiarato di avere animali a bordo.
Ma quello non sembrava il suono di un animale. Forzando la propria concentrazione, Duke si sorprese nel tentare di individuare dove avesse già sentito quella sorta di garrulo muggito, unito a un ticchettare e graffiare di passi striscianti, felini e allo stesso tempo stranamente irregolari.
Cazzo. In qualche incubo?
– Perquisiscilo – ripeté in fretta a DeSol. – E ammanettalo prima di perquisire la nave.
– No, vi prego. Per favore, non fatelo. Siete in pericolo, e lui scapperà dalla nave.
Nathan mosse di nuovo verso il ragazzo.
– Vi prego!– disse Swann a voce alta, e scattò verso Nathan: ma prima che potesse completare il primo passo, il colpo di Duke lo raggiunse al braccio con un guizzo di luce.
E prima che Swann si abbattesse a terra, la parete alla loro sinistra crepitò. E andò in pezzi.
E il mostro entrò.
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Love/Monster
Ciencia FicciónCacciatori di cacciatori di taglie: in un Universo troppo caotico e poco sicuro, anche questo mestiere serve a mantenere l'ordine... e a sbarcare il lunario. Ma un turno come un altro si trasforma in un incubo per i due Legionari Ralph e Nathan, q...