Episodio 10

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Nathan DeSol lasciò il pannello di comunicazione e il caccia, ripercorse in fretta la gola e rientrò nella sala di decompressione: per poco non gli prese un accidente, quando si trovò di fronte Ralph Duke in piedi e in carne ed ossa.

– Ah! – gridò.

Duke non disse nulla. Era ancora molto pallido.

– Voglio dire – si corresse DeSol –  bentornato tra noi.

– Grazie.

– Il nostro amico ti ha detto le novità?– Con un cenno della testa Nathan indicò Swann, seduto contro la parete. Ralph annuì.

– Bene. Io ho parlato con il Centurione.

– Allora?

Nathan alzò le sopracciglia. –Rinforzi ce li abbiamo, a dire il vero. Siamo circondati da tutta la Centuria e dai Gendarmi. C'è anche una navetta medica.

– E allora perché non ci tirano fuori dai guai?

DeSouza alzò le spalle e indicò la parete dietro la quale quel qualcosa stava acquattato in silenzio.

Duke si passò una mano sugli occhi. – Vuoi dire che siamo così tanto nei guai?

DeSol annuì. – Forse il Talamasca può fare qualcosa. Stanno arrivando.

– Al diavolo loro –  disse Duke senza cambiare tono. – Va a finire che quella cosa di là si salva la pelle.

– Perché, c'è un'alternativa? – disse Nathan. – Sai per caso come ammazzarla? Ti è bastato dargli un'occhiata per lasciarci quasi le penne.– Esitò. – Scusa. Sei sicuro di stare bene?

Duke alzò le spalle. – No – disse infine. – Sto di merda. Mi gira la testa.

– Ah, già. Probabilmente è la peste.

Duke sgranò gli occhi. – Eh?

– Sì, beh, quella bestia è una specie di infezione virale in carne ed ossa. Ci toccherà un'altra quarantena.

– Sempre che ne usciamo vivi. – Duke si grattò la testa.

DeSol sospirò stizzosamente.

– Cos'hai? 

– Cosa devo avere? Siamo intrappolati qui dentro e quello non ci metterà molto a spaccare anche questa parete. Il nostro sensitivo sta perdendo colpi.

Duke alzò le sopracciglia. – A proposito di colpi...– Si frugò in una tasca dei pantaloni e ne tirò fuori un bossolo delle dimensioni di un pugno.

Nathan diede in un'esclamazione di sorpresa. –Sei matto? – gridò. – Da quant'è che... te lo porti appresso? Dove l'hai preso?

Duke alzò le spalle. – Tu non gratti via mai niente, prima di fare rapporto a Goldenbaum?

Swann aprì gli occhi. – Che cos'è? – disse.

I legionari si voltarono verso di lui.

– Pensavo fossi svenuto –  disse Duke.

– Se io svenissi, Pazuzu vi divorerebbe in un morso.

– Hum– disse Duke.

– Come hai detto che si chiama?– disse DeSol. Swann alzò le spalle e non rispose.

– Allora, ci proviamo? – disse poi Ralph.

Nathan alzò le spalle a sua volta. –Non lo so, Ralph. Forse dovremmo... aspettare il Talamasca. E se usi un calibro del genere qui dentro, rischiamo di finire ammazzati anche noi.

– Non esagerare. Ci bruciacchieremmo un po'.

– Non so se un'ustione di secondo grado possa considerarsi una semplice – Uno schianto: la parete che li separava dalla sala comandi si piegò sotto un colpo spaventoso.

Dall'altra parte, risuonò un muggito raccapricciante.

– Ehi, che ti prende?– gridò DeSol a Swann. – Fai il tuo lavoro!

Swann scosse la testa. – Mi sento sempre più debole. Penso che tra poco comincerà a salire la febbre anche a voi.

Duke non aggiunse altro e caricò il fucile con il colpo che teneva in mano.

Duke non aggiunse altro e caricò il fucile con il colpo che teneva in mano

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