Capitolo 15

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-Io non saliró mai più su un aereo!-urlo disperata non appena usciamo dall'aeroporto.
Luce scoppia a ridere e continua a prendermi in giro.
-Che ne dite se andiamo a trovare la mia famiglia a Gallipoli? C'è un treno che passa tra due ore. Abbiamo tutto il tempo necessario per andare in albergo e darci una rinfrescata-propone Marco facendo cenno ad un taxi di fermarsi.
Siamo tutte daccordo,così una volta detto al tassista l'indirizzo partiamo.

-Ma è enorme!!!-urla Jessica entrando nella stanza che ci è stata assegnata
-Almeno una cosa bella oggi!!!-esclamò buttandomi sul letto e ripensando alla bruttissima figuraccia fatta in aereo.
-E comunque credo che chiederò al comandante i video delle telecamere di sicurezza,così potrò prenderti in giro a vita!-mi canzona Luce facendomi la linguaccia,come se mi avesse letto nel pensiero.
-Non do cosa darei per rivivere quella scena!!! Non appena l'hostess ha annunciato che ci sarebbero state delle leggere turbolenze hai iniziato ad urlare come una pazza!-mi ricorda Jessica,così le lancio un cuscino e vado a farmi una doccia veloce.

Il getto d'acqua calda mi fa rilassare i muscoli della schiena,e per quei pochi minuti non penso a niente.

-Amy! Amy,corri!-sento urlare dalla camera,così in fretta esco dalla doccia,mi avvolgo in un asciugamano e corro dalle ragazze
Le trovo entrambe sedute sul letto a guardare il cellulare

-Allora? Cosa succede?!?-urlo
-Alessio...mi ha scritto...e mi ha chiesto di te-dice Jessica entusiasta

In imbarazzo mi avvicino a loro e guardo sul cellulare per controllare che non mi stiano prendendo in giro
-Ma...voi due non state più insieme?-chiedo a Jessica evitando di guardarla negli occhi.
-No,abbiamo rotto due settimane dopo il tuo incidente. Avevano capito che era meglio così, solo amici.

Annuisco confusa e guardo fuori dalla finestra non molto lontana dal letto.
Sono ancora le undici del mattino e molti ragazzi della mia età camminano già spensierati per le strade.
Ancora una volta mi ritrovo ad osservare il mare. Le mille sfumature di blu lo fanno sembrare infinito, ma sappiano benissimo che tutto ha una fine,anche le cose più belle.

-Allora? Cosa devo rispondere?-Jessica mi fa tornate alla realtà.
Faccio spallucce.
Cosa vuole adesso da me? Non è mai neanche più venuto a trovarmi. Ha portato via Black e non si è più fatto vivo neanche in maneggio.
Continuando ad ignorare Luce e Jessica me ne torno in bagno,indosso un paio di jeans,una felpa leggera e le mie amate converse blu,ed esco,lasciando il "posto" alle altre.

-È qui che abitavi?!?-urla Jessica a Marco non appena arriviamo davanti a casa sua.
Su una minuscola collinetta c'è una piccola casa gialla,circondata da delle statuette di marmo rappresentanti dei cavalli.
Poco lontano ci sono dei paddock e,separati da un sentiero,una trentina di box.
Alcuni cagnolini ci corrono incontro non appena scendiamo dal taxi e uno dal pelo lungo e marroncino salta letteralmente su Marco

-Margot!!!-grida lui coccolando quella palla di pelo
-Questo è un paradiso-sussurro,notando la natura che mi circonda e soprattutto i magnifici alberi di ulivo.
-Già. Mio padre mi ha insegnato a montare quando avevo solo sei anni. Eccolo il mio campione!-mi afferra per il polso e mi conduce verso il box di un baio con una piccolissima stella bianca sulla fronte
Non appena sente la voce di Marco il cavallo inizia a nitrire e a tirare calci alla porta.
Il mio istruttore gli si avvicina e inizia a fargli delle  carezze sul collo,che lui sembra apprezzare.

-Lui è Freedom. È grazie a lui se ora sono il cavaliere che sono. È stato un ottimo insegnante. Ora è un po' vecchiotto,quindi papà lo affida ai "principianti". Non farebbe del male a una mosca,anzi,ne ha quasi paura-dice continuando a coccolarlo e a guardarlo negli occhi come se fosse un bambino che vede un cavallo per la prima volta.

Noi contro tuttiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora