Come il solito, entro nel bar e mi siedo sullo sgabello.
«Buongiorno Lauro.» mi saluta Clara con lo sguardo basso.
«Buongiorno anche a te..» senza neanche parlare mi porge il mio cornetto .
«Sei ancora incazzata per ieri?»Non risponde alla mia domanda ed entra nel retro.
Lascio il mio cornetto lì, e mi dirigo da lei.«potresti almeno parlarmi..non ti libererai così facilmente di me.» rido.
«mi vergogno.» spiega.
«ti vergogni per un bacio ?» chiedo sbigottito.
«no, mi vergogno perché mi è piaciuto.» precisa.
«beh..so di saperci fare con questa bocca ma insomma..» gesticolo e lei ridendo mi lancia piccoli pugni sull'addome.
«non pensare male..cioè è una cosa fisica, mi attrai fisicamente.» mi guarda negli occhi.
«anche tu mi attrai fisicamente.» le guardo le tette.
«cazzo Lauro sei un porco!» ride e mi dà uno schiaffo .
«oh no piccola Clara, questo non lo dovevi fare.»scuoto la testa.
«perché se no che fai? Mi metti in punizione Lauro?» fa il labbruccio.«Clara! Dove sei finita?» la chiama il capo da fuori .
«vai a lavorare, che sta sera andiamo a berci una birra.»
«va bene..buona giornata.» ricambia con un cenno.-
Sono fuori dal bar e appena la vedo uscire con lo sguardo sul cellulare suono il clacson per farmi notare e lei balza per lo spavento.
Alza la mano mandandomi a quel paese e sale in macchina.
«mi hai fatto perdere 10 anni di vita Lauro.» mi rimprovera.
«sempre attaccata a quel cazzo di cellulare tu eh..»
«ma cosa stai dicendo ? Si dia il caso che io il giorno lavori e non abbia tempo per cazzeggiare con il cellulare.» si giustifica.
«per Lauro hai sempre tempo però..»
«parti invece di sparare cavolate.» ride.Siamo in viaggio da un po' e nessuno dei due ha aperto bocca.
«Mio padre ha scoperto che io e te siamo usciti insieme.»
Freno e mi volto a guardarla.
«come ha fatto?» chiedo.
«a quanto pare fuori dal locale c'era stata una rissa e i ovviamente chi poteva essere di turno quella notte? Il migliore amico di mio padre.» sorride disgustata .
«lui cosa ti ha detto?» mi siedo comodo sul sedile .
«ha detto che sapeva che sarei cascata nella tua trappola, che mi rovinerai e mi ha buttata fuori di casa.» alza le sopracciglia .
«cazzo. Mi dispiace averti messo nei casini, puoi venire da me volendo..cazzo che casino.»
«non preoccuparti, ho già trovato dove stare, voglio dire, se lavoro un motivo c'è.» fa un piccolo sorriso .
«prosegui dritto, andiamo da me.»Dopo continue riprese arriviamo sani e salvi davanti a un condominio e Clara tira fuori un mazzo di chiavi.
Saliamo in ascensore e successivamente entriamo in casa.
«togliti le scarpe prima d'entrare.» mi avvisa.
«niente male.» osservo l'arredamento .
«il padre di un mio amico ha diversi appartamenti in affitto..già arredati e diciamo che essendo da sola, va piuttosto bene come grandezza; tieni.» mi passa una birra .Ci gettiamo sul divano .
«mi dispiace per quella sera, non volevo darti quello schiaffo, non sono abituato ad essere..delicato.»
Distolgo lo sguardo dal suo viso.
«hai cercato di aggiustare tutto con qualche bacio Lauro..non è questa la soluzione ai problemi.»
«non stavo cercando una soluzione..solo, ti ho vista lì, con quello sguardo, e sei così fottutamente irresistibile.»
«io non ho mai detto che non mi è piaciuto, anzi..solo odio sapere che lo hai fatto solo dopo una discussione come un piano di fuga.»
«no, ti sbagli è che mi attiri proprio, non pensavo ti desse fastidio, non si ripeterà.»
«chi ha detto che io non voglio che si ripeta Lauro?» si avvicina di più a me.
«quindi se io facessi così ..» sfioro le mie labbra con le sue. «tu non reagiresti?»
«beh..io farei così.» mi bacia e sento la sua lingua a contatto con la mia, si sposta a cavalcioni su di me e mi prende il viso tra le mani.«potrei abituarmi a tutto questo sai Clara?»
«a cosa? Al rigonfiamento tra le tue gambe, o che sia io a procurartelo.»
«da quanto lo stavi fissando?»
«probabilmente non me ne sarei neanche accorta se non l'avessi sentito sotto di me.» ride.
«beh visto che ci sei potresti anche rimediare.» alzo le spalle.
«mmh.. Fammi pensare..no.»
«allora invado il tuo letto!» corro per la casa trovando la camera da letto e in tre secondi mi spoglio rimanendo in boxer e mi infilo sotto le coperte.«Lauro togliti dal cazzo per Dio!»
«tutto d'un tratto ti è venuto sonno?» rido rimanendo con il viso spiaccicato sul cuscino.
«Tutto d'un tratto vorrei che sparissi da casa mia, differente.»
«no..in realtà tu stai solo sperando che io mi addormenti qui per passare la notte con me.»
«e perché mai dovrei?» sposta le mani sui fianchi, con fare d'adulta anche se ai miei occhi in questo momento, sembra tanto una bambina .
«mi era sembrato di capire che ti fosse piaciuto il mio bacio no?» alzo le sopracciglia.
«sei un bastardo.» sussurra.
«cosa scusa? Ripeti per favore.»
«hai sentito bene! Cos'hai intenzioni di farmi Lauro? È tutto il giorno che cerchi un pretesto per litigare con me!» ironizza.
«ora ti metto in punizione.»
«ah sì? E che genere di punizione? Sentiamo..mi metterai nell'angolino del silenzio? Mi sculaccerai?»
«beh..le sculacciate non erano nei miei piani ma possiamo sempre aggiungerle..l'angolino delle sculacciate; come lo vedi?»
«lo vedo come un 'alzati dalle mie lenzuola immacolate' »
Rido «lenzuola immacolate? Cosa c'è sopra la benedizione?»
«no sopra c'è un cartello invisibile che dice 'non accogliamo uomini, toglietevi dal cazzo'.»
«ah, beh sai..probabilmente tuo padre non te lo ha detto, ma in carcere è pieno di cartelli con delle stupide regole che io ho infranto in buona parte.»«Lauro..posso chiederti com'è ?» si inizia a cambiare abbigliamento.
«tuo padre non ti ha mai raccontato qualche stupida storiella da carcere?» chiudo gli occhi ancora poggiato al cuscino.
«no..non parlavamo di lavoro di solito.» si infila un pantalone lungo di pail blu con una canottiera dello stesso colore.
«è faticoso, molto faticoso.» si immerge sotto le coperte accanto a me.
«le celle sono piccole, per questo le chiamano gabbie, ti senti come un animale in gabbia, la sensazione è quella.
Se ti va bene, il tuo compagno di cella sarà un taciturno che rispetta i tuoi spazi, se ti va male..preparati ai peggiori drammi.
C'è chi legge, chi disegna, qualcuno fa anche qualche lavoretto..eccezioni, ovvio.
Diresti 'cosa c'è di male?' tutto.
Ti viene tolta la libertà, assieme alla voglia di vivere. Sapere che tutti i giorni non potrai spenderli uscendo, o cose simili, ti logora, toglie la vitalità.
Ma..il vero dramma sono gli altri carcerati. Ci sono varie categorie.
L'innocente colui che si trova lì perché è stato ingannato per la sua ingenuità.
Giuda colui che ha fatto l'infame cercando di mandare gli altri in carcere quando poi c'è finito lui.
Il mafioso colui che si vanta di quanti uomini aveva al suo servizio prima che una notte d'estate, mentre giocava a poker nel suo bellissimo salotto con il tavolo da bigliardo, hanno suonato alla porta con un mandato.
Il perfettino colui che ti racconterà per il resto dei tuoi anni lì dentro, quanto il suo crimine sia stato perfetto, con una scena pulita, con magari qualche precisissimo sparo alle gambe, ma ovviamente non è riuscito a non farsi beccare.
Il rinnegatore colui che per l'intero soggiorno continuerà a ripetere che non era colpa sua, il morto era scappato, oppure che lui si trovava per caso con una pistola, una passamontagna e un borsone proprio quando è entrata la polizia..
Così sicuro della sua versione che finisce per crederci anche lui.Poi c'è una vasta gamma di colpevoli.
Coloro che tu non mi infastidisci, io non ti rovino l'esistenza' oppure 'devi seguire i miei ordini se vuoi uscire prima o poi da qui.'«E tu di quale fai parte?» mi chiede poggiando la testa sul cuscino.
«io non mi trovo in nessuno di essi, in carcere sei trattato come una pezza da piedi, ti conviene starti zitto, eseguire quel che viene detto e convivere con la nostalgia di cose che non puoi fare.»
«tipo ?»
«tipo sesso, tipo uscire la mattina per un cornetto servito da una barista con un bel culo sempre a pizzo.» sorrido
«ehi ! Io non ho sempre il culo a pizzo ! » rise
«oh si invece! E su quel bel culetto prima o poi ci metterò le mani..»
«sei impossibile Lauro..» rise poggiandosi dalla parte opposta del letto senza rivolgermi parola che capissi.