Sei piccola.. ||Achille||

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Mi sveglio e mi dirigo in cucina dai ragazzi.

«Buongiorno..»
«abbiamo fatto tardi ieri Lauro ?» ridacchia Leonardo.
«Nah..vecchio Bar come sempre.» mi stropiccio gli occhi.
«Si e poi una sveltina con la cameriera ve?" Alessandro mi dà una leggera pacca sulla spalla.

« Vado a prendere i cornetti al bar ho capito va..»

«mi raccomando scopati la biondina !» ride Lorenzo.

esco di casa con un maglione ed il sotto di una tuta ed arrivato al bar entro.

Saluto il padrone ch'è impegnato a chiacchierare con qualche cliente abituale ed intanto mi avvicino al bancone.

La bionda è impegnata ad asciugare alcuni bicchieri e non sembra voler alzare la testa da essi.

«Clara buongiorno.» «Buongiorno anche a te Lauro.»

«Avete già sfornato i cornetti?» «Sei fortunato penso siano pronti vado a controllare.»

Torna con un grande vassoio di cornetti che poggia sul bancone.

«come lo vuoi? c'è cioccolato, cioccolato bianco, semplice, integrale, con la crema, con la marmellata di ciliegie, con la marmellata di albicocche..e basta»

«Dimenticavo che tu non conosci le mie abitudini..Flavio bisogna che insegno a questa pischella com'è il cornetto alla Lauro.» il proprietario mi rivolge un sorrisino ed io passo dall'altra parte del bancone insieme a Clara.

Prendo un piattino e ci poggio sopra il cornetto al cioccolato bianco che taglio a metà aprendolo, poi prendo dallo scaffale un kinder maxi e lo metto in mezzo ricoprendolo poi di altro cioccolato bianco fuso. Chiudo il cornetto e Clara mi guarda.

«Tutte le mattine prenderò questo cornetto quindi vedi di imparare; non ho intenzione di prepararmelo da solo.»

«Sii un po' meno scortese Lauro.» «metti in un bustina due alla crema e due al cioccolato uno bianco uno normale tanto quei bestioni mangiano come porci!»

Si avvicina Flavio a noi.

«Insomma hai insegnato a Clara il tuo cornetto?»
«spero apprenda velocemente.»
«ti ha fatto gustare il suo cappuccino ? Fa il cappuccino più buono del mondo!»
«in realtà no..che dici di prepararmelo?» Le faccio un sorrisino bastardo ed annuisce.

Flavio va alla cassa.

«insomma si può sapere come mai io non ti abbia mai vista qui anni fa?»Chiedo mentre lei prende la tazzina.
«semplice: io non vivevo qui anni fa..sono arrivata in Italia 2 anni fa, quindi penso tu fossi già dentro.»
«ah sì? Dove abitavi prima di venire qua?»
«Olanda, a 50 minuti di treno da Amsterdam.»
«ah sì? Come mai sei venuta qui ?»
«mio padre è di Roma e siccome lui doveva lavorare qui e mia madre essendo un'organizzatrice di sfilate non era mai a casa invece di rimanere sola ho preferito venire qui, certo non vedo da molto mia madre ma è sempre meglio che stare sempre sola a casa.»
«capito..tuo padre come si chiama?»
«Come mai lo chiedi?» si gira verso di me con sguardo interrogativo è palesemente preoccupato .
«io qui conosco un po' tutti magari ci conosciamo..che lavoro fa?»
«beh lui è..AIA!» urla e noto che si è scottata la mano sul ferro caldo che stava scaldando il latte.

Flavio si avvicina a noi.

«Dio Clara te l'ho detto milioni di volte di non poggiare la mano sul ferro.. Vai nel retro nella cassetta del pronto soccorso c'è un gel per le bruciature e fascia la mano fatti aiutare da Lauro; qui ci penso io.»

Andiamo nel retro e ci sediamo su delle sedie e le spalmo il gel freddo sulla mano.

«insomma dicevi: come si chiama tuo padre?»
«Stefano..Cristelli.» quel nome mi è fin troppo familiare .
«che lavoro fa?»
«lavora..in carcere; fa la guardia.»

Proprio come immaginavo .

«che hai? Improvvisamente ti sei azzittito..»
«brutta gente..»
«fanno solo il loro lavoro.»
«ed intralciano il mio.»
«tu non sai cosa faccio io quindi non sei nella posizione di giudicare.» continuo.
«invece lo so perfettamente.»
«hai chiesto informazioni a papino eh »
«volevo solo sapere qualche cosa in più ..» si difende.
«come mai? Hai paura di me piccola Clara?»
«questo mai e non sono piccola.»
«ah sì? Quanti anni hai?»
«19.»
«sei piccola..»
«e tu un rompicoglioni.» con il dito premo vicino alla scottatura ed urla.
«cos'hai detto?» la guardo con un sorrisino bastardo.
«che sei un rompicoglioni ed aggiungerei uno stronzo.»
Stringo più forte la sua mano e serra le labbra per non urlare.
«non metterti contro di me ragazzina che ci perdi soltanto.»
Finisco di fasciarle la mano e torniamo al bancone.

Le lascio i soldi sul bancone e mi avvicino a lei.

«Vedi di calmare i bollenti spiriti ragazzina, non ho intenzione di aver a che fare con una come te; intesi?» le sussurro dietro l'orecchio .
Rimane in silenzio.
«intesi? Ti ho fatto una domanda e mi aspetto una risposta.»
«nessuno mi obbliga a risponderti e non mi attira intrattenere una conversazione con te.»
«rispetto regazzina, pretendo rispetto.»
In un gesto veloce le lascio un piccolo morso sul collo e poi esco salutando a gran voce il proprietario.

Rientro in casa e mi butto sul divano mangiando il mio cornetto.

«Che hai Lauro ?» chiedono i miei amici.
«quella ragazza ci causerà un sacco di problemi.»

Hi girls!
Scusate il ritardo e la cortaggine di questo capitolo domani ne scrivo un altro giuroooo!
Sono felice che vi stia piacendo questa storia e tu! Tizia che ha detto che da tempo cercava una storia su Achille Lauro, ti informo che anche io la cercavo e non l'ho mai trovata e se la trovavo non mi piaceva così ho deciso di scriverla.
Scusate se c'è qualche errore sono un po' stanca magari domani lo rivedo.

Moriremo insieme ||A-L||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora