Mi sveglio con il bussare insistente alla mia porta .
《Ma chi cazzo è?!》urlo con la voce ancora impastata dal sonno.
Alessandro fa la sua entrata con un sorriso 《dai Lauro! Stiamo aspettando che vai a prenderci i cornetti!》sposta le tende, ma non penetra alcuna luce.
《Ma vai tu!》urlo, coprendomi la testa con il piumone.
《Dai sù! Così ti fai anche una "chiacchierata" con Culo sodo》Tiro giù le coperte 《culo sodo?》chiedo stranito.
《Eddai su che la piccola Clara aspetta solo te!》 Ridacchia.
《Ma vaffanculo Alè》gli lancio un cuscino.Alla fine mi alzo.
Dopo essermi preparato ed infilato la felpa, faccio per uscire di casa.《Non prendi la macchina?》Chiede Leonardo.
《No, oggi ho voglia di camminare》chiarisco e chiudo la porta alle mie spalle.Il cielo è cupo ed il mio umore ci si rispecchia.
Ho sognato mia madre questa notte.
Mi pregava di tornare a casa, di raccontargli come stavo, come era stato il periodo lì dentro.
Mi chiedeva di lei .
Mi chiedeva come mi sentivo con lei, cosa mi facesse provare ed io sono riuscito a spiegarglielo, ho parlato di lei, ma non ricordo che cosa le ho detto.
L' unica parte che ricordo è:
"Lauro, ricordi le promesse che ti faceva tuo padre? L'aereoplanino che tanto volevi e che lui ti promise? Lo stesso aereoplanino che non hai mai avuto.
Ricordo il tuo volto quando passavamo davanti alle vetrine del negozio di giocattoli, avevi quasi le lacrime agli occhi.
Non illudere le persone.
Non illuderla di poterle dare quel che vuole, se poi non puoi, se non ne hai la possibilità."Mamma ha ragione.
Inutile illuderla di poterle dare ciò che vuole.
Inutile illudermi di poterla avere.Entro nel bar, salutando il proprietario e dirigendomi al bancone.
《Buongiorno》percepisco la sua voce felice.
《Giorno》tengo lo sguardo basso.Rimane qualche secondo ferma, quasi a studiarmi, poi inizia a preparare il mio cornetto.
《Me ne incarti qualcuno da portare via?》indico i cornetti.
Prende una bustina e incarta i soliti cornetti, posandoli poi sul bancone.
Mi alzo e andandomene via lascio una banconota sotto il piattino del cappuccino .
Mi dispiace non averle parlato ma oggi il mio umore è a terra e non vorrei guastarlo anche a lei .
Porto i cornetti ai ragazzi e mi dirigo al lavoro, sempre a piedi.
*****
《Lauro tutto bene?》mi guarda Samuel.
《Scusa amico, sono stanchissimo. Cosa dicevi ?》mi risveglio dai miei pensieri.
《Tutto okay? Hai una brutta cera..》mi scruta.
《Non dormo bene ultimamente. Vabbè veniamo a noi: quando hai detto che ti servirebbe il carico?》cerco di riprendere il discorso principale.
《Lunedì..o anche prima se puoi.》
《Lunedì sicuramente sì..un po' prima, non lo so dovrei controllare sulla scheda》mi tocco le tasche in cerca del foglio.
《Cazzo, ho dimenticato il foglio in macchina.》avviso Samuel.
《Beh? Vai a prenderlo》mi guarda ovvio.
《Non sono venuto in macchina.》l' informo.
《Allora ti chiamo io più tardi e ci mettiamo d' accordo?》 Domanda.
《Si certo.》annuisco.
《Vuoi un passaggio? Io sono con la macchina.》si offre.
《No, tranquillo》Detto questo, mi incammino verso casa.
Tira un vento freddo e la mia felpa non mi ripara.
Sfilo dal pacchetto una sigaretta e dopo essermela messa tra le labbra l' accendono prendendone un tiro.