CAPITOLO 3.

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Io e Teo stavamo camminando abbracciati. Sembravamo una coppia, agli occhi di chi non ci conosceva. Durante il tragitto incontrammo Laura, una mia compagna di classe. Dio se mi stava sulle palle, pensai. Lei ed Eleonora, anche lei era una mia compagna di classe, non facevano altro che interessarsi alla vita privata degli altri, senza che nessuno le avesse mai chiesto niente. Comunque sia, la salutai lo stesso, per pura gentilezza.

-Ciao, Laura.- mi rivolse il sorriso più falso che ci potesse essere.

-Ciao.- rispose risoluta, dopodiché focalizzò lo sguardo sul mio amico.

Laura e Teo ebbero una specie di flirt, qualche tempo fa, che durò per un breve periodo. Poi alla fine lei decise di lasciarlo, per qualche insolita ragione. Teo non volle mai dirmi il perché, nonostante glielo avessi chiesto ripetutamente.

Alla fine mi arresi. "Non mi interessa e comunque sia l'ho dimenticata" era la sua solita frase.

-State andando a casa di Beatrice?- io e Teo annuimmo.

-Perfetto, ci vado anch'io.- a quelle parole, mi irrigidii.

"Davvero Beatrice aveva invitato anche lei?"

-Ottimo, allora ci andiamo insieme.- rispose risoluto Teo. Lo fulminai con lo sguardo. Non poteva dire sul serio. In quattro anni che la conoscevo, forse ci saremmo scambiate in tutto due parole. Forse tre, se vogliamo essere generosi.

Laura si limitò ad annuire; potevo ancora sentire la tensione che c'era tra lei e Teo. Alla fine ci incamminammo, in silenzio.

Dopo quella che mi sembrò un'eternità, arrivammo finalmente al vialetto di casa di Beatrice. Un pick up ci tagliò la strada. Non mi stupii quando vidi uscirne Marco, insieme ai suoi amici. Io conoscevo solo quello biondino, Daniel. Inoltre, la macchina doveva essere sua, in quanto scese dal lato del guidatore. Che imbecille.

-Ma guarda chi si vede!- rise Daniel. Alzai gli occhi al cielo. Teo abbozzò un sorriso, anche se sapevo che avrebbe preferito evitare quel breve scambio di parole.

-Ciao.- disse Marco, guardando prima me e poi Matteo e Laura.

-Ciao Marco.- cantilenò Laura. Teo la trucidò con lo sguardo, ma lei finse di non accorgersene. Wow.

-Che festa ragazzi!- uscì un tipo ubriaco da casa di Beatrice. Storsi il naso. Marco ridacchiò.

-Su forza, entriamo.- la voce di Laura era talmente stridula che mi venne l'impulso di coprirmi le orecchie.

Una volta dentro, cercai tra la folla la figura della mia amica, ma purtroppo non riuscii a vederla. In cambio però, una figura di un maschio alto e con i capelli chiari, si avvicinò a me. Andrea.

-Ciao Vale! Sei venuta, finalmente!- la sua voce era così profonda, e lui era così bello.

-Si, sono venuta con Teo.- risposi dolcemente. Lui annuì.

-Dai su, prendi qualcosa da bere.- fece cenno ad un tavolo, pieno di bicchieri.

Feci come mi disse, e presi un bicchiere. Lo scolai in meno di un minuto; avevo sete. Così decisi di prenderne un altro, ed iniziai subito a berlo. Sentivo che iniziava a farmi effetto l'alcool, e subito mi sciolsi un po'. Mentre cercavo di passare tra la folla, mi scontrai con qualcuno.

-Ehi, bellissima.- Era Daniel. Il suo alito mi percosse; aveva bevuto.

-Ciao Daniel.- risposi cercando di essere meno acida possibile.

-Balla con me.- mi avvicinò a lui, premendo i suoi fianchi contro i miei. Cercai di togliermelo di dosso, ma era troppo forte. Alla fine cedetti e mi lasciai trasportare dalla musica. Dopo dieci minuti, ero già sudata. Daniel si offrì di portarmi un altro bicchiere, e un altro ancora. Alla fine ero persa.

Daniel mi trascinò su per le scale, e poi si diresse in una delle stanze. Stava per aprirne una, ed io risi.

-Ma dove vai? Quello è il bagno!- Perché stavo seguendo Daniel? E che intenzioni aveva? Subito mi feci prendere dal panico, ma i miei pensieri furono interrotti. Senza perdere tempo, Daniel aprì un'altra la porta di un'altra stanza; camera dei genitori di Beatrice.

-Daniel, perché siamo qui? Non mi sembra affatto una buona idea. Torniamo giù.- mi sembrò quasi di supplicarlo. Lui mi appoggiò alla parete, e all'improvviso mi ritrovai in trappola.

-Sai, ti ho sempre trovato molto carina.- iniziò lui.

-Non è vero, non mi hai mai rivolto la parola fino ad ora.- cercai di farlo ragionare. Lui rise, e la puzza di alcool mi invase le narici.

-Possiamo iniziare adesso, allora.- sentii una pressione sulle labbra. Spalancai gli occhi. Mi stava baciando! Mi dimenai, cercando di opporre resistenza. Era tutto inutile. Iniziò a premere i fianchi contro i miei, e a dimenarsi. Una mano si insinuò tra le mie gambe. Le chiusi.

-Daniel, smettila!- urlai, appena si staccò un po da me.

-Sssh, zitta, bambina. Ci penso io a te...- fu interrotto dal rumore della porta, che si spalancava improvvisamente. Vidi Marco, che teneva la mano di Beatrice. Non ci mise tanto a capire cosa stesse succedendo, e subito si scaraventò addosso al suo amico.

Scappai, inseguita da Beatrice. Ma ero più veloce di lei, e la seminai.

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