Non riuscii ad ignorare le occhiatacce che mi riservarono alcune ragazze della scuola appena mi videro camminare insieme a Marco Longhini, uno dei ragazzi più popolari della scuola. Se c'era una cosa che odiavo era attirare l'attenzione. Ed era esattamente quello che stavo facendo. Mi maledissi mentalmente per aver accettato un passaggio da Marco. Avevo promesso a Teo che gli sarei stata lontana. Ero una pessima amica nonché una pessima bugiarda. Nel parcheggio Marco si fermò davanti a una Range Rover nera.
-E' la tua macchina?- chiesi stupita.
-Sali- mi intimò. Feci una smorfia per il suo atteggiamento scorbutico, e presi posto sul lato del passeggero. La Range Rover aveva decisamente lo stesso odore di Marco. Profumava di bucato.
Non mi preoccupai di dirgli dove abitavo, sapeva esattamente dove andare.
Marco si tolse il giubbotto di pelle, appallottolandolo e buttandolo sui sedili posteriori. Dopodiché iniziò a smanettare con la radio. Cambiò come minimo sei stazioni radio, e finalmente si fermò quando misero una canzone rap.
Grazie al cielo.
-Come si chiama questa canzone?- tentai di fare conversazione, dato che l'atmosfera si era fatta decisamente pesante.
-Non è il tuo genere- rispose facendo una smorfia di divertimento.
-Cosa ti fa ridere esattamente?- mi sentii decisamente indispettita per come si comportava nei miei confronti. Mi chiesi se era così con tutti, o se mi avesse riservato un trattamento speciale.
-Te- sobbalzai a quell'affermazione, e non seppi perché, ma in qualche modo la voglia di piangere fu forte. Volevo andarmene, pregai di scendere presto da quella macchina infernale.
-Non ti offendere biscottino. Era un complimento- mi scrutò accigliato Marco sotto gli occhiali da sole, serrando la mascella. Decisi di non rispondergli, e spostai lo sguardo verso il finestrino. Con la coda dell'occhio lo vidi alzare il volume della musica. Sorrisi quando lo sentii sussurrare le parole delle canzoni, cercando di imitare il cantante. La differenza era che Marco stava cantando, se così si può dire, in un inglese incomprensibile.
-Black Hippy-
-Come scusa?-
-Il cantante si chiama Black Hippy- rispose lentamente Marco, scandendo bene le parole.
Osservai le sue labbra sottili ma allo stesso tempo carnose. Sentii un formicolio nello stomaco, e avvampai quando capii la direzione che stavano prendendo i miei pensieri.
-Ah, okay- non seppi dire altro.
Il resto del tragitto fu breve e silenzioso. La macchina si fermò davanti casa mia, e mi concessi un minuto prima di andarmene per riordinare i miei pensieri. Raccolsi le mie cose sotto lo sguardo scrutatore di Marco.
-Grazie del passaggio-
-Ti piace Daniel?- mi interruppe Marco. Strinse il volante tra le mani,fissando dritto davanti a sé.
-No, ma che dici- risi a quella domanda ridicola, ma Marco non accennò neanche ad un sorriso. Era maledettamente serio, il che mi mise ansia.
-Non mi piace Daniel, Marco- mi sentii in dovere di ripetere, anche se non avevamo nessuno tipo di rapporto.
-Ciao Valentina- mi rispose freddamente lui. Mi affrettai ad uscire dalla macchina, e lottai con le chiavi di casa. Quelle piccole traditrici sembravano non voler uscire allo scoperto. Ma alla fine vinsi io.
Quando entrai in casa un odore di pesce mi invase le narici. Trovai mio padre di fianco al mobile dove vi era una cassa per poter collegare il computer e ascoltare la musica, intento a digitare sulla tastiera. Tossii per attirare la sua attenzione. Mio padre si girò verso di me, con indosso gli occhialetti blu da vista di mia nonna, un bicchiere di vino in una mano e una sigaretta nell'altra. Un sorriso gli circondò il volto.
-Eccola la mia ragazza!- avanzò verso di me facendo qualche passo di danza.
Una scena raccapricciante, ma anche divertente.
-Festeggiamo qualcosa?-
Papà scosse la testa e mi mise un bicchiere di vino in mano.
-Ci deve essere per forza un motivo per cucinare il pesce?- urlò di rimando mio padre dalla cucina.
-No, ero solo curiosa. Vado a riposarmi un po', chiamami quando è pronto-
Mi buttai sul letto e chiusi gli occhi.
-Ciao anche a te- sobbalzai quando vidi mio Stefano disteso di fianco a me. Ero talmente stanca da non essermi accorta della sua presenza.
-Dio, mi hai spaventato!- urlai lanciandogli un cuscino in faccia.
-Chi ti ha accompagnato a casa?- Stefano mi guardò con malizia, portandosi le braccia dietro la testa e incrociando le gambe.
-Nessuno, sono tornata a piedi-
-Bugiarda, ti ho visto scendere da una Range Rover-
Merda.
-Tu non hai visto niente-gli puntai un dito contro, cercando di essere il più minacciosa possibile. Stefano rise e alzò le mani in alto in segno di difesa.
-Esatto, non ho visto niente- fischiettò Stefano – Ma ad una condizione- aggiunse lui.
-Che sarebbe?- alzai gli occhi al cielo e strinsi le braccia contro il petto.
-Vai a dormire da qualche tua amica e lascia il posto a Chiara-
-E da chi dovrei andare?- urlai esasperata.
-Vai da Beatrice!-
Mi bloccai quando nominò la mia ex migliore amica. Pensai se fosse il caso di dirgli la verità, alla fine decisi di mentire.
-E va bene. Ma tu non dire niente a papà- lo fulminai con lo sguardo. Stefano annuì soddisfatto.
-Grazie Vale, sei la migliore- mio fratello mi schioccò un bacio sulla guancia, e se ne andò in cucina saltellando.
Scrissi a Samantha, chiedendole se potevo andare a dormire a casa sua, anche se non eravamo ancora del tutto in confidenza.
"Certo, non c'è nessun problema. Non vedo l'ora di fare un pigiama party con te!"
Sorrisi quando lessi il suo messaggio. Poi le chiesi dove abitava e quando mi inviò l'indirizzo, spensi il telefono e andai finalmente a mangiare.
Sarebbe stata una bella serata dopotutto.
Buonasera a tutti! spero che il capitolo vi piaccia, comunque sia ho deciso che cercherò di postare un capitolo ogni giovedì. Fatemi sapere cosa ne pensate, baci a tutti!
STAI LEGGENDO
Turn me on
FanfictionValentina e Marco hanno 18 anni, frequentano la stessa scuola e le stesse persone, ma senza mai essersi rivolti la parola. Entrambi con un passato difficile alle spalle, si cureranno le ferite a vicenda. Dopo quella sera tutto è cambiato. Dopo quel...