CAPITOLO 9.

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Ce ne andammo in fretta dal locale, ma non prima di aver trovato Samantha. Come previsto, si trovava ancora in bagno con Come-si-chiama. Non sapevo bene cosa stessero facendo, ma dai rumori non ci voleva un genio per capirlo. Teo era incazzato nero. Potevo percepire la sua rabbia. Laura era decisamente a disagio, come me del resto. Ero così confusa. Non capivo cosa stesse succedendo il che fece peggiorare la situazione.

-Che idea del cazzo- urlò Teo tirandosi i capelli. Mi sentii improvvisamente stanca. Tutto il buonumore che avevo in quel momento era di colpo sparito.

-Che voleva da te Longhini? Perché ti ha minacciato quello stronzo?- ringhiò Laura, come se qualcuno le avesse iniettato dell'adrenalina nel corpo. Teo la le lanciò un'occhiata omicida.

-Ragazzi torniamo dentro, ci stavamo divertendo!- rise Samantha, inconscia di quello che era appena successo. Del resto era occupata a scoparsi Mr. Fascino nel bagno.

Ma che stavo dicendo?

-No, ce ne andiamo- le rispose Teo a denti stretti. Poche volte avevo visto Teo in quello stato. Era sempre stato un ragazzo controllato. E se conoscevo il mio amico quanto credevo, allora potevo affermare senza alcun dubbio che si trovava nei guai. Nei guai seri.

Samantha mi diede una gomitata.

-Che c'è adesso?- sbottai spazientita.

-Teo è incazzato nero- e rise di nuovo. Aveva un alito terrificante; un misto tra alcol e sperma. Mi trattenni dal vomitare.

Ci incamminammo verso la metro, per fortuna eravamo ancora in tempo per prendere l'ultima di quella sera. Mi sedetti di fronte a Laura. Nessuno fiatò per il resto del viaggio.

Arrivata a casa, mi tolsi quei tacchi infernali e mi stravaccai sul divano, cercando di fare ordine nei pensieri. Che serata del cazzo. Per fortuna mio fratello quella sera era andato a dormire a casa della sua ragazza, Chiara. Mentre mio padre era a lavoro.

Dovevo assolutamente scoprire che cosa lo turbava. Subito. Ma conoscendo Teo, non me l'avrebbe mai confessato. Quando si trattava di gestire i problemi, il mio amico diventava una tomba. Quindi c'era una sola cosa da fare. Dovevo parlare con Marco.

Mi addormentai sognando quel ragazzo tremendamente sexy e decisamente pericoloso. Una combinazione perfetta per una ragazza senza spirito d'avventura, ma decisamente vogliosa di scoprire i pericoli della vita.

Il giorno dopo mi ritrovai nel mio letto.

Come c'ero arrivata lì?

Il giorno dopo mi svegliai indolenzita. Feci le solite cose di sempre e mi preparai per la sera. Sarei tornata al Rab. Non ero sicura che avrei ritrovato Marco, ma decisi di provarci lo stesso. Dissi a mio fratello che sarei andata a dormire da Beatrice così non avrebbe dovuto aspettarmi. Uscii e presi la metro.

Dopo mezz'ora ero davanti al Rab.

Non mi stupii quando trovai Mr.Fascino davanti al locale. Sorrisi e gli andai incontro. Lui non mi aveva ancora vista. Era intento a fare lo scherzo della sigaretta a un'altra ragazza.

-Allora il tuo è proprio un hobby- risi divertita.

-Che posso dirti. E' il mio modo di divertirmi.- fece un sorriso smagliante. Lo dovevo ammettere, era davvero un bel ragazzo.

-Non credo di essermi mai presentato- continuò lui, dondolandosi sui talloni.

-Mi chiamo Valentina- e gli porsi la mano. Lui me la strinse.

-Io sono Derek-

-Passi molto tempo qui?- feci un cenno del capo indicando il Rab. Derek annuì.

-Si, anche se a dire il vero sto aspettando Marco- rabbrividii sentendo pronunciare il suo nome.

Parlava del mio Marco?

-Marco Longhini?- Derek aggrottò le sopracciglia.

-Si, proprio lui- rispose pensieroso e per un attimo mi fissò. Poi scosse la testa e sembrò riprendersi.

-Okay, grazie Derek. Adesso devo andare, ci vediamo- lo sorpassai ed entrai velocemente nel locale.

Questa volta la puzza di fumo e alcol non mi fece alcun effetto. Mi guardai attorno, e subito mi maledissi mentalmente per essere andata in un locale da sola. Che stupida che ero. Mi sentivo come un pesce fuor d'acqua. Non ero il tipo per quel genere di posti.

Improvvisamente il mio sguardo si concentrò su una figura alquanto famigliare. J-Moore.

Pensai che se c'era lei, allora Marco doveva essere lì nei paraggi. J-Moore era seduta al bancone e parlava animatamente col barista. Andai da lei.

-Ciao- urlai, cercando di sovrastare la musica. Lei si girò di scatto verso di me e mi fulminò con lo sguardo.

-Cosa ci fai tu qui? Non sembra il locale adatto ai tipi come te- Già.

-Sono venuta a cercare Marco- risposi diretta.

-L'hai trovato- mi fece cenno con la testa verso una parte del locale. Mi girai e lo vidi proprio a due passi da me. Stava ballando con una ragazza. Sentii uno strano dolore nel petto. Ma non ci diedi peso. Feci per andare verso di lui, ma J-Moore mi fermò per un braccio.

-Cosa hai sentito l'altro giorno nel bagno?- e strinse la presa. Cercai di scrollarmela di dosso.

- N-niente- balbettai. Strinse la presa ancora di più.

-Se ti vedo ancora ficcanasare nelle mie faccende allora...- fece un sorriso acido -puoi immaginare- continuò e si leccò le labbra soddisfatta, e alla fine mi lasciò andare.

Cercai di ricompormi, e di non perdere di vista il mio obbiettivo. Mi girai di nuovo in direzione di Marco, e vidi che aveva smesso di ballare con quella ragazza e stava fissando me.

Cazzo.

Si avvicinò come se fossi la sua preda e io indietreggiai istintivamente. Marco fece un sorriso accattivante e in meno di un secondo lo trovai a un passo da me.

Troppo vicino.

-Ma guarda chi si vede- disse con voce roca.

Deglutii.

-Devo parlarti- andai dritta al punto.

-Ah si? E di cosa dovresti mai parlarmi?- disse deridendomi. Mi sentii offesa. Incrociai le braccia sul petto e strinsi gli occhi in due fessure.

-Lascia stare in pace Teo- digrignai i denti. Improvvisamente Marco si fece serio.

-Che cazzo ti ha detto?- urlò facendomi sobbalzare.

-Niente!- urlai anche io. Marco mi afferrò per un braccio e mi avvicinò a lui. Misi le mani sul suo petto, per respingerlo. Lui mi bloccò le mani con la sua, e con l'altra mano mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Schiusi le labbra a quel contatto, e un sorriso gli si formò sulle labbra.

-Sto parlando sul serio Marco, lascia stare il mio amico. Non so cosa ci sia in ballo tra voi ma giuro che...- fui bloccata da una pressione sulle labbra. Mi stava baciando. Gemetti quando cercò di intrufolare la lingua nella mia bocca, e la schiusi d'impulso. Marco ne approfittò e aumentò la presa sulle mie mani.

Improvvisamente sentii le gambe cedermi. Ma cosa stavo facendo? Dovevo fermarmi e subito. Mi staccai di scatto da lui. Marco si leccò le labbra e sorrise.

-Dio, mi fai impazzire- mi sussurrò all'orecchio.

-Io...- mi zittì con un bacio casto.

-Marco smettila. Sei decisamente ubriaco!- mi ripresi e lo spintonai. Si fece serio.

-Stai lontana da me- ringhiò, la sua rabbia mi stupì. Poi se ne andò.


Buonasera a tutti! Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!

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