CAPITOLO 11.

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Iniziai a sudare pesantemente dopo quell'affermazione e presi a torturarmi le pellicine, in preda al panico. Marco si appoggiò allo stipite della porta, sorreggendo tutto il peso su una gamba e accavallando l'altra. Gli si formò un sorriso malizioso sulle labbra. Che sfacciato. Se fossi stata più audace, sicuramente l'avrei schiaffeggiato.

-C-che intendi dire?-

-Voglio dire che voglio te... fuori dai coglioni- divenne improvvisamente serio, e un scintillio gli attraversò lo sguardo.

Rimasi a bocca aperta per quell'affermazione.

-Come scusa?- assunsi un tono altezzoso, sollevando il mento, guardandolo dritto in faccia.

-Mi hai sentita Valentina. Stai iniziando a rendermi le cose complicate. E ho già abbastanza cazzi per la testa. Non posso occuparmi anche di te- sbuffò Marco, tirandosi i capelli.

Questa volta fui io a ridere.

-Non mi sembra di averti mai chiesto di occuparti di me- gli andai più vicina. Marco sembrò sorpreso dal modo in cui gli risposi. Mi diedi il cinque mentalmente.

Valentina uno, Marco zero.

-Dolcezza, non provocarmi- Marco strinse gli occhi in due fessure. Mi concessi qualche secondo per ammirare quel volto imbronciato. Era dannatamente bello. Adesso capivo il perché gli andassero tutte le ragazze dietro. Con quel viso falsamente angelico, poteva conquistare chiunque. Anche mia nonna di ottant'anni.

-E tu sta lontano dai miei amici- digrignai i denti, puntandogli un dito contro. Marco serrò la mascella, e allargò le narici.

Oh-oh.

L'avevo fatta grossa.

Mi afferrò prontamente il dito, tirandolo leggermente e portandoselo alla bocca. Lo sentii mordicchiare il polpastrello, il che mi fece sussultare, ma comunque sia -non chiedetemi il perché- lo lasciai fare. Sentii un leggero calore espandersi nel corpo; strinsi le gambe d'impulso.

-Sai di buono- disse Marco, succhiandomi il dito ancora una volta.

-Come...di biscotti- continuò portandosi l'indice alla tempia, picchiettandola.

Deglutii rumorosamente, decisamente a disagio.

Perché mi faceva questo?

Se solo gli altri avessero saputo cosa stava accadendo in quello stesso momento, a due passi da loro...

-Sei il mio biscottino- schioccò la lingua sul palato.

Fui salvata da Derek, il quale urlò il nome del suo amico. Lo ringraziai mentalmente.

-Marco, muovi il culo! Sta per iniziare Star Wars!-

Dal tono di voce di Derek, intuii che era decisamente elettrizzato nel vedere guerre stellari.

Marco mi scrutò attentamente un'ultima volta. Il suo sguardo mi fece bruciare letteralmente. Dopodiché se ne andò, lasciandomi tremante in bagno.

Mi concessi due minuti per riprendere fiato.

-Vale?- sobbalzai quando vidi nello specchio il riflesso di Daniel che si accigliò.

-Daniel, mi hai spaventato- sospirai massaggiandomi il collo.

Daniel mi sorrise comprensivo.

Pensai che era maledettamente strano il modo in cui si evolse il nostro rapporto. Ero passata dall'odiarlo per il male che mi aveva inflitto, al sentirlo come un amico.

-È iniziato Star Wars, e se non ti dai una mossa finiranno tutti i popcorn- rise quel biondo così tremendamente sexy. La sua battuta mi rallegrò, e improvvisamente mi scordai il motivo per il quale mi trovassi a casa Bonetti.

Daniel mi prese per mano e mi condusse nel salotto, dove si trovavano tutti.

Teo mi guardò con aria colpevole, e io di rimando lo fulminai con lo sguardo.

Beatrice era aggrappata come una cozza a Marco, il quale mi ignorò completamente quando gli passai davanti e mi sedetti di fianco a Derek.

Mi sentii indispettita. Alla fine arrivai alla conclusione che Marco soffriva decisamente di bipolarità.

I miei pensieri furono interrotti da Derek.

-Ascolta Vale, volevo chiederti...- prese una pausa -non è che mi daresti il numero di Samantha? - l'ultima frase la recepii a malapena.

Repressi un sorriso.

-Perché non glielo chiedi personalmente? -

Derek fece per rispondermi, ma fu prontamente zittito da Marco, che ci guardò con odio.

Sgranai gli occhi quando mi ritrovai Marco seduto di fianco a me, e Beatrice si era affiancata al fratello, con le braccia conserte, decisamente irritata.

-Cos'è, hai litigato con la tua ragazza? - gli sussurrai all'orecchio, rubando dei popcorn dalla mano di Derek.

In realtà non seppi il perché li stessi mangiando, dato che mi si bloccavano sempre in gola.

Quel giorno non ero decisamente in me, pensai.

-Sei gelosa, biscottino?- Marco si morse le labbra.

Avvampai.

-Assolutamente no- borbottai.

-Dico sul serio, dammi il suo numero- Derek non si girò a guardarmi, troppo concentrato sul film.

-Vieni domani fuori scuola, alle due. Così la potrai anche vedere e potrai chiederglielo di persona- ribattei. Derek sorrise e io insieme a lui.

-E così sia- Mr. Fascino annuì.

Mi addormentai a metà del film. Non era decisamente il mio genere, preferivo di gran lunga i romance o le commedie. Fui svegliata da Teo. Aprii gli occhi di scatto e mi stupii quando non vi trovai nessuno. Teo era inginocchiato di fronte a me, e mi sorrise debolmente.

-Vale, sveglia. Dobbiamo andarcene- sussurrò lentamente, come se stesse parlando ad un bambino.

Sospirai sommessamente, e improvvisamente mi trovai circondata dalle sue braccia. Appoggiai la testa sulla sua spalla, e mi abbandonai alle sue carezze.

-Mi dispiace tanto- dal suo tono di voce, capii che era veramente dispiaciuto. E improvvisamente tutta la rabbia che mi ero tenuta dentro, svanì di colpo.

-Perché non mi vuoi dire cosa sta succedendo, Teo? Pensavo che non ci fossero segreti tra noi- mi staccai da lui, e lo osservai attentamente. -Insomma, siamo migliori amici no?-

-Come fratelli- continuò Teo, ed io annuii. Teo si alzò in piedi ed io lo imitai. Sentii un rumore provenire dalla cucina, e Teo si irrigidì.

-Vieni, andiamocene- raccolsi le mie cose e seguii silenziosamente il mio amico verso l'uscita.

-Ascolta Vale, devi fidarti di me okay?- aspettò una mia risposta. Feci cenno col capo. -Però devi promettermi che starai lontana da Marco- continuò Teo a denti stretti.

Io sobbalzai a quell'affermazione, ma annuii comunque. Mi venne subito in mente la scena di lui che mi succhiava il dito, e di come mi fece sentire la sensazione della sua bocca così calda racchiusa attorno a me. Rabbrividii al pensiero.

-Credimi, non c'è pericolo- mentii, e ci incamminammo verso casa.


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