15 - O con te o con nessun altro

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Capitolo 15
O con te o con nessun altro

21 ottobre 2016


"Ho detto che non ci vengo Cristian, smettila di rompere i coglioni!"
Non posso vederlo ma so per certo che il mio compagno ha alzato gli occhi al cielo.
Ieri  abbiamo collezionato altri tre punti importanti in Europa League ma in Serie A la situazione sta facendo cagare per davvero, inoltre in campo l'altra sera sono riuscito a giocare solo trenta minuti e di certo non sto saltando di gioia.
"Mamma mia che sei pesante Fede!"
"Senti oh posso avere i cazzi per la testa pure io o è vietato?"
Sbotto, tenendo il cellulare tra la spalla e l'orecchio mentre giro un po' di pasta.
Non che sia uno chef provetto, ma a questo ci arrivo anch'io.
"Ma perché?! Che è successo? Ancora per Giulia?"
Sbuffo, andandomi a sedere su uno degli alti sgabelli intorno alla penisola in cucina.
"No, cioè per lo meno con lei non succede nulla. Non che sia proprio una cosa positiva..."
La contatto praticamente tutti i giorni, a volte risponde altre invece no, e davvero non so più cosa inventarmi.
Vorrei che mi rendesse il tutto almeno un po' più semplice... anche se forse non me lo merito.
"E allora?! Stasera vieni e ti diverti un po' con noi, tanto lo sai che si tratta sempre di serate tranquille"
Su questo non ci piove ma è proprio la voglia di uscire che mi manca, scazzato come sono per ieri sera.
"Nel caso non l'avessi notato, Cri, ieri ho giocato una mezz'ora di merda. Non segno, non parto titolare e va tutto uno schifo. Scusa tanto se non sprizzo gioia da tutti i pori"
Mi mordo la lingua.
Odio essere così acido con i miei amici, non è proprio nel mio carattere, di solito sono calmo e gentile con tutti, però vorrei che le cose in  campionato andassero meglio e sono nervoso...
"Scusa Cri, ho esagerato, non so che mi prende..." mi affretto a dire.
"Beh capita a tutti di avere dei momenti no, okay? Stasera però vieni con noi e liberi un secondo la mente, abbiamo tutti bisogno di distrarci un attimo altrimenti con questo morale sotto le scarpe non andremo da  nessuna parte, lo dice anche il mister. La testa prima dei piedi,  giusto? Dai, ti passiamo a prendere io e Lorena"
Sospiro, chissà forse Cristian ha ragione.
Sento un trambusto dall'altro capo del telefono ed intuisco che la ragazza del mio compagno gli ha strappato il telefono dalle mani.
Sorrido scuotendo la testa, ti fai sempre mettere i piedi in testa amico mio.
"Fede!"
"Ehi Lorena ciao, tutto bene?"
La fidanzata di Cristian è molto simpatica, non proprio sveglissima ma davvero divertente, si è ambientata subito qui in Italia, anche perché  alla fine gli spagnoli sono molto simili a noi.
Lei e Cri sono una bella coppia.
Sorrido malinconicamente, chissà se un giorno io e Giulia saremo come loro.
"Sì sì, grazie! No senti volevo dirti che forse stasera ci sarà anche Giù, Francy e Vanja l'hanno convinta, pensavo potesse interessarti"
Sgrano gli occhi.
E ti credo che mi interessa.
Prendo l'ultima forchettata di pasta che sono già in camera a contemplare i possibili vestiti da indossare stasera.
"A che ora è l'appuntamento?"



***



"Dovresti vederlo, Giù, Fede non è lo stesso da quando vi siete lasciati"
Sospiro stancamente, abbandonata sul sedile posteriore dell'auto di Davide e Francesca.
"Non stavamo insieme, Fra"
"Quello che Francesca vuole dire..." – interviene il difensore – "è che Federico ti  ama, davvero, e ha capito di aver sbagliato. E' sempre chiuso – cioè non che di solito parli molto – e non scherza con noi, poi tutta la  situazione che abbiamo in campionato mette tanta pressione, lui non riesce a segnare e sa che potrebbe fare di più... insomma, è davvero  abbattuto, Giulia"
Mi mordicchio il labbro con aria affranta.
Le parole "Federico" e "abbattuto" nella stessa frase non stanno bene per niente.
Lui è sempre pieno di vita, gli occhi verdi luminosi come pochi, il sorriso mozzafiato, la grinta del campione.
"Non pensiate che a me piaccia questa situazione..." sussurro, la testa poggiata contro il finestrino freddo.
Non so proprio quale delle mie due voci interiori ascoltare, né tanto meno come comportarmi stasera quando lo rivedrò.
So solo che mi manca da morire.
Il locale che i ragazzi hanno scelto non è in centro stavolta, si tratta di una specie di nuova discoteca all'aperto, un giardino enorme non  lontano dal parco di San Salvi, al Campo di Marte, più o meno nei pressi di casa mia.
Hanno un gazebo prenotato solo per la squadra, hanno detto.
Vedo già parecchia gente però, ah io odio questo genere di posti.
Persone che ti si strusciano addosso, lo spazio insufficiente anche solo per respirare.
Una volta parcheggiata l'auto faccio cenno ai ragazzi di cominciare ad avviarsi dentro, preferisco godermi ancora un po' quest'aria fresca.
"Vi raggiungo tra poco" li rassicuro ma Francy mi guarda poco convinta.
Sospiro, accennando un sorriso divertito.
"Non scappo, promesso" così li convinco a cominciare a prendere posto.


Philophobia | Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora