Capitolo 3 - i figli di Semreh

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Ciao, io sono Kaly. Scusa se riprendo io la narazione cominciata da mio fratello, ma se avessi ricominciato a sentire questa storia dal suo recupero dei sensi, beh, ti saresti perso parecchie cose. Quindi ricominciamo, okay?

Dunque, mio fratello era riuscito a fare a pezzi quella cosa, ancora non potevo crederci. Come aveva fatto ad ottenere tutto quel potere? Persino Shil era rimasta sorpresa.

"Q...quello è sempre Rick?" chiese infatti, sbalordita. "Credo" dissi annuendo. "Non ne sono troppo sicura". Dietro di noi, una tremenda esplosione sollevò un grande polverone, attirando così l'attenzione di tutti i presenti. Ci voltammo di scatto e vidi scioccata la scena che mi si parava davanti...era un gigante!

Un gigante bianco e luminoso, esattamente come quella creatura uccisa da mio fratello, solo in versione extra large. "Quindi, quel  fesso si è limitato ad eliminare il pesce piccolo. Ora però il lavoro pesante tocca a noi" si lamentò Shil pestando il piede per terra. "Al diavolo. Perché uno non può godersi un allenamento al campo in santa pace!?". Il gigante ruggì e allungò la mano verso di noi, io e Shil rotolammo verso sinistra evitando così di essere catturate, ma un ragazzo sui sedici anni venne comunque preso in pieno e ingoiato letteralmente dalla bestia, era stata una scena disgustosa.

"Non pensare a quello che potrebbe fare lui a te" disse la ragazza che mi stava di fianco, battendomi una mano sulla spalla. "Pensa solo a quello che potresti fare tu a lui". Io annuì e corsi all'armeria, presi una decina di lance sottobraccio e addentai la lama di una spada tenendola così tra i denti, mentre con l'altra avrei combattuto di persona con la mia.

Corsi in contro al nemico e cominciai a passare le lance ai membri dell'assalto ancora disarmati. Sputai la spada che tenevo tra i denti e l'afferrai con la mano libera, feci roteare entrambe le armi e corsi contri il gigante, conficcai le spade nel suo piedone e cominciai la scalata sulla sua stessa pelle.

La bestia emanava uno spaventoso ruggito ogni qual volta che lo ferivo, ma infondo era comprensibile. Una volta arrivata alla gola, conficcai per l'ultima volta le lame delle due spade in quello che scambiai per un pomo d'adamo. 

Il gigante luminoso tentò in tutti i modi di liberarsi di me ma invano. Infatti, dopo pochi secondi, cadde a terra di schiena ed esplose, lasciando dietro di se solo dei frammenti sbrilluccicosi che sparirono qualche istante dopo.

"Beh, avrebbero potuto esserci molte più vittime" ricordai, asciugandomi il sudore sulla fronte. "Ora, c'è qualche altro gigante bastardo volenteroso di morire?". 

Demigods 2: le grida dei dannatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora