E così, avevo finalmente capito perché eravamo finiti in quel postaccio (solo grazie a una spiegazione di War). War e Shil sono flgli di Hermes d'elite e quando due di loro si scontrano, si apre un buco spazio-temporale, in grado di spedirti senza preavviso in un'altra dimensione a compiere una battaglia per decidere chi è il più forte. Quindi, era stata tutta colpa del loro breve combattimento se eravamo finiti in quella città completamente deserta.
"In parole povere, se succederà un problema da ora in poi, sarà solamente per mettere alla prova la nostra forza" concluse Shil, che aveva spiegato la cosa anche a Steel e agli altri. "Vedete? Se non aveste fatto i deficienti, tutto questo non sarebbe accaduto!" li rimproverò Kaly. "Ci sarebbe un modo per tornare indietro subito" aggiunse War, deglutendo non poca saliva. "Fare...fare la pace". "Piuttosto la morte, scordati se pensi che ti chiederò scusa solo perché ci siamo cacciati in questo macello" sbottò Shil, mentre svoltavamo l'angolo e iniziavamo a calpestare le piastrelle di una stradina.
"Sento puzza di casino" ci informò Steel, le quali narici si allargarono leggermente, come per fiutare un qualche strano odore. "Casino in che senso?" chiesi io. Nessuno fece in tempo a rispondermi.
Un ruggito meccanico si udì sopra le nostre teste e ci scansammo in gruppo verso sinistra, guardando con tanto di occhi sgranati la bestia mostruosa a forma di uovo e dalle fauci spalancate che ci si era parata davanti in quel momento.
"Ricordatevi gente, lasciatelo a me e Shil!" gridò War, spingendomi indietro contro Kaly e Sam. I due semidei d'elite assalirono la bestia d'acciaio e quest'ultima si trasformò, passando da un semplice e normale uovo a un vero e proprio drago meccanico.
La lama della spada di Shil venne invasa da dell'energia dorata e intorno al corpo di War cominciò a vorticare dell'energia rossa. Il ragazzo scattò in avanti e scomparve. Il drago cominciò a subire gli assalti di un nemico che non poteva neppure a vedere. Le uniche cose che riuscivo a percepire io, erano le violente baraonde che i colpi di War provocavano.
Shil menava fendenti e affondi contro le gambe del bestione, rotolò di lato parandosi alle sue spalle e gli mozzò la coda con un colpo secco.
Dopo cinque minuti buoni di esplosioni, colpi di spada, lamenti e artigliate, il nemico esplose rilasciando una marea di fumo incendiario. Steel schioccò le dita e riuscì ad allontanarlo da noi creando un improvvisata folata di vento.
"Niente male ragazzi, davvero niente male" ammise il bendato applaudendo. "Ora, se avete finito di radere al suolo la nostra città, io avrei un giro turistico da concludere". "No aspetta, c'è un biglietto" fece notare War, ricomparso proprio in quel momento.
Li dove prima stava il bestione meccanico, ora si trovava un semplice pezzo di carta giallo. Il ragazzo lo raccolse e lesse "Lo scontro è terminato in parità. Shil e War hanno sferrato lo stesso numero di colpi". "In altre parole, non possiamo ancora andarcene da qui" disse Shil alzando le spalle, quasi contenta di aver ricevuto quella notizia. "E va bene. Vorrà dire che dovremo combattere un po' di più". "Non so cosa mangino i tipi come voi dato che non siete di questa dimensione" li bloccò Steel, prima che riprendessero a litigare. "Ma se mi dite quello che volete, potrei provare ad ordinare il pranzo dal ristorante spazio-cosmico". Io annuì e mi massaggiai lo stomaco . "Un panino e una bottiglia d'acqua per tutti andrebbero benissimo. Non so voi, ma io sto morendo di fame".
Steel ci scortò in uno dei tanti bar della città. Sam estrasse un orologio da polso e guardò l'orario. "Sorprendente" esclamò lei, guardando le lancette con ancor più attenzione. "è successo qualcosa?" chiesi stupidamente. La ragazza annuì e rispose "Il mio orologio è completamente impazzito. Le lancette hanno cominiato a roteare velocemente. Non capisco proprio cosa stia succedendo". "A cosa vi serve quella cosa?" domandò Steel indicando l'orologio, voglioso di saperne di più. "A contare i secondi, i minuti e le ore che passano. Per guardare il tempo praticamente" spiegai. "Cos'è il tempo?" chiese ancora lui. A quel punto, mi esibì in un facepalm e scossi la mano come per dire 'non fa niente'.
Forse sapevo perché l'orologio di Sam non funzionava a dovere. In quella dimensione, probabilmente, non si aveva la percezione del tempo dato che gli abitanti erano tutti strani esseri. Se poi si calcolava il fatto di quelli pietrificati, la faccenda diventava sempre più incasinata, non avrei proprio potuto immaginare come ne saremmo usciti. "La cosa migliore da fare, è attendere la prossima sfida e affrontare la minaccia" disse War. "Finché non salta fuori un vincitore, non potremo andarcene da questo posto". "Perché non facciamo una cosa più intelligente invece?" propose Kaly, battendo un pugno contro l'altro come se avesse avuto un illuminazione. "Il prossimo nemico lo combatte solo uno di voi due, così vince subito la sfida e ce ne andiamo!". "Non se ne parla carina" ringhiò Shil stringendo i denti. "L'ho sfidato io questo teppistello di strada. Ora, voglio assolutamente capire chi merita di essere il leader tra noi due".