I mesi passarono e giunse l'estate. Troppo calda perché Emma potesse sopportare di rimanere in città o andare al mare, così optarono per una vacanza in montagna, dove la temperatura era più fresca, salutare e potevano seguire lo stile di vita sano che le faceva tanto bene.
Matteo si scopriva ogni giorno più innamorato, gli sembrava di essere tornato un ragazzino pieno di sogni e di speranze. Una di queste, irrealizzabile, era quella che la sua dolce metà guarisse, che anche il suo corpo, la sua malattia, assorbissero tutta l'energia che lei ci metteva nel vivere. Eppure non bastava solo il sorriso stupendo e genuino sul volto di Emma, per far sì che il destino ricambiasse, liberandola da quel peso che doveva portare ogni giorno sulle spalle.
Purtroppo non funzionava così. La malattia si poteva controllare, fino a un certo punto, ma era impossibile cancellarla. Nonostante le difficoltà però i due erano più uniti che mai.
Matteo era andato avanti ormai, la relazione fallita con la sua ex era solo un ricordo che sembrava uscito da un brutto sogno, il suo cuore non ne risentiva più, sebbene Emma sapesse che c'era ancora qualcosa che mancava all'uomo che amava tanto.*
Arrivò il giorno del ventiseiesimo compleanno di Matteo.
Emma gli aveva preparato una montagna di biscotti, con molta fatica. Non erano belli regolari come quelli che faceva prima, ma lui li avrebbe adorati comunque. Gli aveva già scritto un lungo biglietto.
Non era riuscita a scriverlo a mano, perché le sue dita si erano irrigidite, ma, anche se al computer, era comunque un messaggio proveniente dal suo cuore.
Quando lui tornò a casa dal lavoro lei non c'era. Trovò i biscotti e la lettera.
La lesse, ignorando gli innumerevoli errori di battitura e la sintassi. Diceva più o meno così:Caro Matteo,
oggi è un giorno molto speciale, quello del tuo compleanno. Chissà quante lettere sono cominciate in questo stesso modo.
Eppure, io non voglio essere ripetitiva e neppure dilungarmi troppo.
So che a volte le cose non sono come vorremmo, ma voglio dirti grazie.
Grazie per aver mangiato la frittata che ti ho cucinato la prima volta, nonostante ci avessi messo troppo sale. Colpa degli spasmi, scusa!
Grazie per aver raccolto e aggiustato tutti gli oggetti che ho fatto cadere da quando ci siamo conosciuti.
Grazie per camminare al mio fianco e correggere la mia andatura da ubriaca.
Grazie per essere a dieta con me, per fare di tutto per affrontare al meglio le mie giornate.
Ok, forse mi sto dilungando troppo, anche perché con queste dita ci sto impiegando un sacco a digitare e devo ancora finire di preparare i biscotti.
Ti amo. Avrei voluto avertelo detto bene la prima volta, ma per fortuna ho avuto altre occasioni e posso anche scrivertelo, così non te lo dimenticherai. O forse sono io che non lo dimenticherò? Ammettilo che hai sorriso!
Buon compleanno,
tua EmmaStrinse il foglio tra le mani e si guardò intorno. Sarebbe entrata da un momento all'altro e l'avrebbe stretta tra le sue braccia, in mezzo al profumo di biscotti. Lo stesso aroma che aveva sentito nei suoi capelli, la sera in cui aveva accettato per la prima volta un suo regalo. Burro misto a zucchero, esisteva forse qualcosa di più inebriante, abbinato al sapore della pelle di lei?
Ne erano cambiate di cose. A breve lei sarebbe andata a vivere con lui, l'orario al lavoro glielo avevano dimezzato a causa di alcuni tagli in azienda, quindi sarebbe stato più presente. Una volta Matteo se la sarebbe presa, ora gli stava bene così, almeno poteva passare più tempo con la sua ragazza. Si stupiva di quanta dolcezza fosse ancora capace il suo cuore. Non erano una coppia esageratamente mielosa, ma si amavano. Tanto.Si sedette a quel tavolo, nel soggiorno dove presto avrebbe potuto sentire la sua risata ogni giorno, guardò in direzione della porta che conduceva alla camera da letto dove avrebbero trascorso ore tra le lenzuola. Quello sarebbe diventato il loro mondo, al diavolo la malattia. Emma era entrata nella sua vita per restarci, lui lo voleva con tutto sé stesso.
Lei lo ringraziava perché aveva mangiato il suo cibo salato, raccolto e aggiustato le cose che aveva rotto, ma non si rendeva conto che era lui a doverle essere grato. Aveva riparato il suo cuore, la sua anima spezzata; aveva aggiunto un po' di sale, un po' di sapore alla sua vita diventata insulsa.Passò un'ora, lei non tornava. Provò a contattarla sul cellulare, ma Emma non rispose. Cercò di stare calmo, di non pensare al peggio, e mangiò un biscotto, nella speranza che tutto l'amore che lei ci aveva messo nel prepararli gli infondesse tranquillità.
Rise tra le lacrime al ricordo di quei biscotti a forma di lettera, degli strambi nomi che erano risultati, quando li aveva mangiati una sera di mesi prima ormai. Quello stupido gioco di indovinare come lui si chiamasse. Se solo l'avesse mandata al diavolo, si sarebbe perso una marea di emozioni positive. Non si sarebbe innamorato di lei e di quella risata tanto fastidiosa, che ora era il suono che sognava ascoltare sopra ogni altro.
Si passò una mano sugli occhi lasciandosi trasportare dalla mente a quel primo momento intimo e surreale tra di loro nello sgabuzzino. Emma era davvero unica. Se non ci fosse stata, avrebbero dovuto inventarla.
Già, se non ci fosse stata...
Che ne sarebbe stato di lui?
Le ore passavano e lei non tornava. Telefonò alla nonna di Emma, che confermò di non aver visto la nipote da quella mattina, quando era andata all'appartamento di Matteo per preparare i biscotti.
Lui si prese la testa tra le mani, impotente. Non sapeva come comportarsi. Cosa avrebbe fatto senza di lei?***
Manca poco alla fine della storia, spero che vi stia piacendo. Voglio ringraziare ancora una volta i miei lettori qui su Wattpad, perchè da quando ho iniziato a pubblicarla ho deciso di cambiare alcune cose, che secondo me hanno reso migliore questa storia breve che avevo cominciato quasi per sbaglio. Anche se ho trascorso meno tempo con Emma e Matteo rispetto ad altri miei personaggi, mi sono molto affezionata alla loro storia e questo è successo anche ai vostri commenti e al sostegno che ho ricevuto.
Grazie!Maria C Scribacchina
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Le cose che vorrei cambiare
Short Story[COMPLETA] Lui la detesta, anche se non la conosce. La trova insopportabile: è perennemente allegra, senza alcun motivo evidente. Balla e si agita ogni mattina, sulla metro, infischiandosene della gente che può pensare che non ci sia molto con la t...