Emma non ce l'aveva fatta.
Non era riuscita a rendere Matteo felice, si era ripromessa di fargli un bellissimo regalo per il compleanno, eppure aveva fallito.
Si era impegnata al massimo, ma anche lei aveva i suoi limiti.
Quel pomeriggio, quando aveva finito di preparare i biscotti, era uscita di casa, diretta alla fermata della metro. Sapeva l'indirizzo, aveva tutte le indicazioni, non poteva sbagliarsi.
Qualcosa però era andato storto. Una macchina gli aveva tagliato la strada, un conducente distratto dal cellulare o da chissà cos'altro.Lei fortunatamente era scampata al pericolo.
C'era stato un incidente nella metro, però. Strano come nel ventunesimo secolo succedessero ancora episodi del genere.
La strada di Emma era stata quindi bloccata, aveva dovuto prenderne un'altra.
Matteo l'avrebbe ancora aspettata?Finalmente era arrivata a destinazione, anche se non era come se l'era immaginato.. Non era riuscita a recuperare quello che voleva riportare a Matteo, perché non c'era più.
Si era ritrovata di fronte la ex dell'uomo che adorava. Quella donna dallo sguardo di ghiaccio, che a prima vista poteva sembrare un angelo, ma in realtà non era capace di amare, di mostrare comprensione e pazienza nei confronti degli altri.
Aveva rischiato di contagiare anche Matteo, che però ora era cambiato, era tornato la splendida persona che era stata un tempo.Emma si chiese come avesse fatto quella donna a tradire un ragazzo dal cuore puro come il suo Teo, però non aveva tempo di domandarglielo, perché era venuta a chiederle un'altra cosa.
«Ciao, ci conosciamo?» la salutò la donna che le aveva aperto la porta.
Emma scosse la testa. «Sono la ragazza di Matteo, mi chiedevo se potevi riaffidargli Briciola. Gli manca tanto.»
Eppure sapeva già che il cagnolino non doveva trovarsi lì. Matteo glielo aveva descritto minuziosamente, con nostalgia. Briciola era uno di quei cagnolini che appena sentivano una presenza nuova accorrevano, abbaiando. Era un adorabile rompiscatole, così diceva sempre Teo.
«Ha mandato una ragazzina a riprendersi quel sacco di pulci?»
Emma non perdeva quasi mai le staffe, ma sentire quella donna dal cuore arido chiamare così uno dei migliori amici del suo amore, la fece indispettire.
«Dove hai portato il cane?»
«Non sono affaracci tuoi. Vattene, torna da quell'idiota.»
Aveva insultato anche Matteo, era troppo.
«Con chi credi di avere a che fare? Io non sono una ragazzina come credi. Se c'è qualcuno che dimostra poca maturità qui, quella sei tu. Hai voluto tenere il cane solo per fare un dispetto a Matteo. Non ti era bastato avergli portato via tutto quello di positivo che aveva? Era diventato un guscio vuoto per colpa tua. Lui vuole bene a Briciola e io lo amo, quindi direi che sì, sono affari miei.»
Ringraziò la sua buona stella, perché era riuscita a pronunciare quel piccolo discorso senza farfugliare, anche se si sentiva stanca per le avventure della giornata.
«Chi è alla porta?» Una voce maschile si intromise e un tipo grande e grosso arrivò a guardare Emma in cagnesco.
«Cosa vuole questa pischella?»
«È un'amica del mio ex. La stavo mandando via.»
«Ci penso io.» L'uomo allungò una delle sue grandi mani e spintonò Emma, che cadde a terra.
«Forse hai esagerato.»
La vista di Emma si annebbiò, mentre guardava l'uscio chiudersi con un tonfo secco.No, non poteva finire così, non aveva ancora recuperato Briciola, era quello il regalo che voleva fare a Matteo. Quell'arpia li aveva abbandonati entrambi, non poteva averla vinta.
Emma doveva rialzarsi, continuare nella ricerca. Avrebbe controllato in tutti i canili e i centri della città, se fosse stato necessario. Desiderava che Matteo e Briciola si rincontrassero. Eppure quella panchina, in quella via tranquilla, sembrava così comoda. Forse, dopo che avesse dormito un po', sarebbe stata meglio e avrebbe continuato con la sua missione.
Sì, avrebbe chiuso gli occhi solo un po'.***
Manca solo l'epilogo. Grazie ancora di cuore a chi ha letto, commentato e votato la storia. Spero di non deludervi con il finale.
Maria C Scribacchina
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Le cose che vorrei cambiare
Nouvelles[COMPLETA] Lui la detesta, anche se non la conosce. La trova insopportabile: è perennemente allegra, senza alcun motivo evidente. Balla e si agita ogni mattina, sulla metro, infischiandosene della gente che può pensare che non ci sia molto con la t...