Ho dei gusti semplicissimi;
Mi accontento sempre del
Meglio
-Oscar WildeIsaac:
Osservo la ragazza che è stesa sulle mie gambe.
È bellissima. L'ho guardata attentamente stamattina quando le ho chiesto informazioni che non mi erano utili. Non sembrava umana; assomigliava a un'incarnazione divina rifugiatasi sulla Terra.I suoi lunghi capelli ondulati le circonda il viso coprendo completamente le mie gambe con il loro splendido colore, la stessa sfumatura del tramonto in un giorno d'estate; penso che sarebbe il colore preferito di un pittore, eppure sono certo che non lo userebbe, lo troverebbe troppo divino per imprigionarlo dentro un dipinto contornato da altri colori privi di vita in confronto ad esso; un perfetto miscuglio di rosso, arancio e castano.
Le lunghe corone di ciglia infuocate coprono gli occhi dello stesso colore del mare in tempesta; una lotta tra il blu, l'azzurro e il verde; un vero spettacolo naturale, tanto da far impazzire chi la guarda attentamente. Le labbra leggermente carnose, semichiuse e secche, a causa del veleno iniettato, hanno lo stesso colore delle ciliegie in piena estate; nella mia mente immagino che chiunque baci quelle labbra possa avere lo stesso effetto di assaporare la rotondità, lucidità e squisitezza di un frutto maturo.
Assomiglia alla dea Atena; così forte e bella; quasi abbagliante agli occhi di un comune essere mortale.
È davvero questo il destino che le attende? Chissà se sarà così in gamba da riuscire a sfuggire dal suo fato.Crystal:
Le ultime parole che ricordo prima di cadere in un lungo sonno provengono da una voce suadente «Complimenti principessina, sei resistita più degli altri con il grande record di venti minuti, chi se lo sarebbe mai aspettato da una femminuccia» accompagnata da una risata di puro sarcasmo e divertimento.
Quelle parole mi risuonano ancora nelle orecchie mentre vengo avvolta nelle tenebre che non sembrano avere fine; cosa voleva dire? Chi era quella voce?Apro gli occhi doloranti e pesanti ma una luce accecante mi obbliga a tenerli chiusi; le mie pupille piano piano si abituano fino a farmi ritornare nella realtà; la prima cosa che i miei occhi focalizzano sono dei grandi anelli color ghiaccio che avvolgono un punto nero. Lui.
Mi dimeno, non voglio stare tra le sue braccia; cerco di liberarmi cadendo per terra e rialzandomi subito per timore che possa fare qualcosa.
«Dove mi trovo?» mi domando tra me e me senza aspettarmi nessuna risposta.
Mi guardo intorno: è un luogo piccolo e lungo illuminato da luci blu elettrico che accende col suo colore le pareti bianche e ricurve rivolte verso l'alto. Un camion.
«Nel castello reale principessina» sussurra in un tono sarcastico che mi fa contorcere le budella. Vorrei tirargli un pugno su quel bel faccino dagli occhi azzurri risaltati da questa luce soffusa;
«Un po' piccolo per una principessa non cred...» non riesco a finire la frase che una forte scossa mi fa perdere l'equilibrio facendomi cadere su di lui, seduto sulla panca a un fianco del furgone, mi prende all'istante e mi ritrovo inginocchiata col viso sulle sue gambe e i capelli scompigliati.
Alzo lo sguardo e il suo viso è a pochi centimetri da me; ' che profumo' penso, lo stesso di un bucato appena steso, bagnoschiuma maschile e colonia.
I capelli leggermente lunghi gli ricadono sugli occhi così intensi; le mani mi prudono, qualcuno dentro di me vorrebbe che le allunghi e gli spostassi i capelli per fotografare e tenere segretamente stretta a sé il ritratto dei suoi occhi splendenti.
Ricomponiti!! Urla la mia mente.
«Lasciami» sbraito strattonandomi da lui e creando distanza. Mi alzo e mi avvicino alle porte anteriori scuotendole per aprirle.
«APRITEMI! APRITEMI!» grido per farmi sentire fuori.
«Smettila non ti sentirà nessuno» si avvicina da dietro a me apoggiando le sue mani sui miei fianchi.
«Non provarci minimamente a mettermi le mani addosso» gli urlo contro spingendolo e facendogli perdere l'equilibrio ritrovandosi per terra; non ricordo di aver messo così tanta forza. Mi sento confusa. Non riesco a capire se l'abbia fatto di proposito tanto da mettere le mani sotto la testa o se cerca di rialzarsi.
Cosa fa? Ride? Perché, cosa ho fatto di buffo? Non riesco a capire; che mi succede?
Piano piano le mie forze vengono assorbite come il mare si assorbe il sole al tramonto. No di nuovo, NO!
Non posso, non devo svenire; non può essere vero, mi ha avvelenato di nuovo.
Il camion comincia a curvare o è la mia testa a girare, non riesco a trovare una risposta, la mia mente è troppo occupata a trovare una soluzione per riacquistare la vista e rimanere cosciente...
Il mio corpo esanime cade su un qualcosa di morbido e duro allo stesso tempo.
Un corpo.
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Neverland
FantasyPensavi che la storia degli Spartiati e le prove degli Ebrei fossero dimenticati? Impossibile, non puoi dimenticare ciò che è stato scritto, sono come cicatrici. E noi ne siamo la prova, siamo eletti dal nostro sangue macchiato per ricordare agl...