Capitolo 11- Passato

28 5 4
                                    

L'inferno è vuoto
Tutti i diavoli sono qui.


Isaac:

Da quanto tempo siamo in questa stanza ad ascoltare il passato che ha formato ognuno di noi in questo piccolo spazio illuminato da una luce tenue?
È piuttosto strano parlare della propria vita e trentasette paia di occhi seduti in un grande cerchio, che ti guardano cercando di catturare più informazioni possibili che possano essere utili per l'Arena.
Sono tutti rivolti su un ragazzo che dice di esser vissuto in una casa aristocratica serviti da centinai di camerieri. Menzogne. Ha le mani segnate da qualche cicatrice e da screpolature; le braccia tagliate e abbronzate segno di un lavoro da campo o qualcosa del genere.
Solo due occhi turchesi sono fissi per terra che cercano di fuggire dalla realtà per nascondersi nei suoi segreti; li osservo. Hanno paura, sono scuri, quasi privi di vita. Guardo i suoi occhi e per la prima volta dopo tanti anni un pensiero mi riaffiora nella mente: è davvero importante parlare del proprio passato? Qual'è la sua utilità? Sembra che voglia solo mettere a nudo le nostre azioni per metterci in ridicolo.
«Soldato Isaac ci vuoi raccontare la tua storia?» mi chiede con voce priva di emozione il Generale seduto a una delle sedie nere per ascoltare ciò che diciamo.
Gli sguardi dal ragazzo si posano su di me bramosi di sapere di più sul mio conto; anche Crystal posa i suoi scuri occhi semi-vitrei su di me.
Abbasso lo sguardo cercando di dimenticare che loro esistano e mi concentro.
«Sono nato da due genitori Spartiati, avevo un fratello più grande di me anche lui Spartano come me...» incomincio a raccontare muovendo nervosamente le gambe e posando i gomiti su di essi incrociando le mani sudate «... I miei genitori si sono suicidati insieme appena hanno saputo che il loro ultimo figlio, all'età di sette anni, era anch'esso uno con il sangue "dannato"; è così che ci aveva chiamato nel bigliettino che ho trovato il giorno dopo, vicino ai loro corpi tagliati e insanguinati per segnare il loro sangue "puro". Ricordo che avevo imparato a leggere da poco e dopo che lessi quel messaggio scritto con il sangue di mia madre non volli più provare a leggere. Le parole sbavate e gocciolanti erano pieni di odio e disprezzo mentre sussurravano parole crudeli : "Non possiamo accettare due esseri con il sangue dannato, non vogliamo soffrire per colpa vostra". Non avevano usato la parola figli ma esseri... Non umani non animali solo...esseri» dico con voce un po' roca cercando di scacciare le lacrime « Mio fratello, che aveva quindici anni, si liberò dei corpi mentre io ero incantato sul pavimento insanguinato cercando una valida spiegazione... valida per la mia mente. Non parlai per due settimane e non riuscii a dormire; la loro immagine era impressa nella mia mente e non aveva intenzione di togliersi. Mio fratello non sopportando più la dura realtà decide di allearsi nell'esercito Spartano abbandonandomi come hanno fatto tutti della mia famiglia; fui portato in un orfanotrofio e dopo due settimane fui portato qui per l'addestramento. Nove anni fa venni a sapere che mio fratello era morto in guerra all'età di diciassette anni... è strano sapere che tra qualche settimana sarò più grande di mio fratello maggiore anche se alcune volte mi chiedo se sia stato realmente un fratello per me...» finisco di dire con voce cupa alzando lo sguardo e fissando i miei occhi in quelli del Generale in cerca di una risposta inesistente, ma come sempre i suoi occhi sono privi di qualsiasi emozione; non so se sia un suo difetto o la conseguenza dell'Arena.
Ma tutto ciò mi terrorizza, mi smuove dentro.
«Bene, grazie per aver condiviso il tuo passato con noi» dice il Generale aggiustandosi sulla sedia in ruvida plastica nera «Soldato Crystal...» incita alla ragazza posta a qualche metro di distanza da me che si agita nervosamente cercando qualche motivo per correre via come le femminucce; la vedo già rannicchiata a un angolino dei bagni a piangere e a cercare i suoi genitori come una bambina viziata.
«Io...Io» incomincia a balbettare fissando per terra e togliendosi i lunghi capelli rossi dal viso sudato «Sono nata da un genitore Spartano e l'altro Spartiato...» deglutisce amaramente cercando di calmare «...Mio padre tradì sua moglie con mia madre e mise al mondo me non sapendo che mia madre avesse del sangue guerriero che le scorreva nelle vene, contemporaneamente la vera moglie di mio padre era anch'essa in cinta. Appena sono nata mio padre scambiò me con mio fratello che scomparì misteriosamente; la mia vera madre mi abbandonò. Molte volte mi sono chiesta che profumo avesse, se era gentile, forte, tenace, se anche lei amava sedersi vicino ai davanzali a leggere libri. Molte volte ho pensato in che situazione mi troverei in questo momento avendo una famiglia normale come tutti gli altri cittadini. Ora vivo...Vivevo con solo mio padre; la mia mamma adottiva, quando avevo sette anni che mi ha fatto fare il test ha scoperto che non ero figlia sua e si suicidò con la corda in camera mia mentre io ero rannicchiata in un angolino del letto cercando di non vedere l'orrenda realtà che mi circondava. Mio padre non mi fece uscire dalla mia stanza per più di un mese senza che potessi fare nulla, perché pensava che ero io la causa della morte... Fino a quando non mi liberò...Fino a quando...» vedo la sua gola fare su e giù faticosamente cercando di buttare giù le lacrime amare che si nasconde dentro da quando era piccola «...Fino a quando non...Non incominciò ad abusare del mio corpo gridandomi contro che era tutta colpa mia se aveva perso suo figlio, sua moglie e la sua amata e che era quello il destino che mi attendeva...Buttata su un letto malridotto sotto un uomo che mi ha rovinato la vita mentre sentivo i suoi gemiti nel mio orecchio che entravano dentro distruggendo la mia anima e quel poco che rimaneva in me...» conclude non aggiungendo altro, mantenendo segreto le sue doti di stratega e di arti marziali; anche se è in sotto shock non ha smesso di dimostrarsi quello che ha fatto crede agli altri quello che è.
In questo momento non capisco cosa sento: provo odio e disprezzo, lo stesso che hanno avuto i miei...Procreatori, per il padre di Crystal, per la sua famiglia, per il destino che le attende; ha già sofferto troppo e ora non so quanto possa sopportare altro dolore.
Provo anche stima totale nei suo confronti, ha combattuto con unghia e denti per difendere Samantha dal destino che tanto Crystal cerca di sfuggire; è una donna protettiva e generosa mette chiunque prima di lei; è forte, tenace, intelligente, anche se stava male ha cercato di mantenere la lucidità mentale cercando di non versare lacrime per un uomo che non si merita nulla dalla vita.
Alcune volte non capisco la crudeltà degli esseri umani; sono disposti a tutto per far uscire il loro Io interiore e sprigionarlo verso gli altri in modo aggressivo, crudele ed egoista ciò che prova dentro.
Ma provo anche dispiacere; ho sbagliato... Ho creato dei pregiudizi sul suo conto quando ancora non sapevo la sua storia e mi sento in colpa per questo perché ha dovuto vivere, come me, nel dolore e nella differenza.

Non so quanto tempo sia passato da quando abbiamo lasciato la sala è ci siamo recati nelle nostre due camerate, uno per gli Spartani e l'altro per i Bambini, ho perso la cognizione del tempo rimanendo steso a pancia in su a riflettere e immaginare la vita di Crystal: un piccola bambina dalla pelle bianca esangue come un fiume di latte, gli occhi chiari, limpidi e intimoriti; un corpicino coperto da folti capelli rossi come il fuoco che squarcia la nera notte, in un angolino a dondolarsi e a recarsi nel suo mondo felice pieno di fantasie che ogni bambino crea, mente va in frantumi come uno specchio rotto, inutile e tagliente. Immagino una bambina che chiede tra un singhiozzo e l'altro di smetterla di fare tutto quel male mentre la parte intima del padre spingeva persistente e bramosa nel suo piccolo corpo gracile e prive di forza smosso dai rochi gemiti di piacere di un uomo che non deve esser chiamato tale, accompagnati da insulti che la uccidevano dentro come un coltello bollente che squarciava la carne lesa.
È un'immagine che mi fa salire tutta la mia rabbia, un uomo rispetta una donna che sia piccola o grande, cerca di accontentarla perché è speciale... Unica come un...
Un urlo di terrore mi smuove dai miei pensieri proviene dalla stanza dei Bambini...Cosa sarà successo?
Mi alzo di fretta e mi dirigo nell'altra stanza insieme al mio amico Leo, che si è svegliato di soprassalto, e ad altri due; arrivato nel corridoio mi accorgo che non indosso un paio di scarpe e dei pantaloni ma solo una t-shirt e dei boxer bianchi; una minima idea mi sfiora la testa per convincermi ad andare a cambiarmi quando un altro urlo esce a squarciagola da una ragazza impaurita.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 11, 2018 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora