Il destino mescola
Le carte e noi giochiamo
-Arthur SchopenhaverIsaac:
Crystal mi osserva ostinata, pronta a disobbedire ai miei ordini; spostando il peso da un piede all'altro e incrociando le braccia al petto.
«Esci, subito» parla lentamente specificando ogni parola alzando le sopracciglia rosse verso l'alto. Mi appoggio al lavandino posizionato affianco alla doccia e non le rispondo mantenendo sempre il suo sguardo.
Assomiglia quasi a una sfida...O forse lo è; a chi molla per prima viene reputato sconfitto da questa lotta.
Una voce viene attutita dalla porta. Il Generale.
«Forza signorine non abbiamo tutto il giorno; per le otto vi voglio in sala mensa» urla per farsi udire da tutti.
Crystal sposta il suo sguardo sull'orologio posizionato sulla parete frontale; le 7:45.
«Va bene, non voglio arrivare in ritardo» dice con voce rassegnata mentre apre la maniglia dell'acqua «spero per te che questo sia un ordine del Generale».
In realtà non è su suo ordine; resto nella stanza perché voglio fargliela pagare per la sua disobbedienza; deve capire che quello che le viene detto deve fare.
È una ragazza molto forte e orgogliosa, un orgoglio che può anche ucciderla; questa punizione le servirà da lezione anche se so che non imparerà nulla e continuerà a fare di testa sua.
La conosco da poche ore e la sua testardaggine mi da già in testa.Mentre comincia a farsi la doccia cerco di uscire dalla stanza raccogliendo da terra gli abiti scolastici inzuppati d'acqua; non me l'ha voluta dare del tutto vinta, si è spogliata dentro la doccia pensando che io abbia interesse a guardare la sua nudità. Quanti pensieri inutile; non ho intenzione per nulla al mondo vederla nuda, non ha nulla da preoccuparsi.
Esco dal bagno ormai coperto da una leggera patina di nebbia e mi dirigo verso un piccolo mobiletto vicino alla porta della sala grande dove sono situate le tute da indossare degli Spartani.
Lascio i vecchi abiti e prendo la nuova tutta nera; la felpa ha un largo cappuccio che copre la stampa di un disegno del fuoco che divampa con la scritta 'Combattiamo per l'uomo non contro l'uomo' che frase misera è priva di senso; la scrivono cosicché prima di entrare nell'Arena possano far credere ai partecipanti che non ci sarà più di un omicidio solo per una Commemorazione?
Ritorno nel bagno dove avevo lasciato Crystal sotto la doccia entrando spensieratamente credendo che ci sia ancora sotto.
Mi sono sbagliato.
È proprio davanti ai miei occhi; con un piccolo telo che le copre a stento il suo corpo; qualcosa dietro di me fa rumore ma non ci faccio molto caso, sono troppo impegnato a studiarla con i miei occhi rapiti ogni suo minimo dettaglio: i suoi splendidi capelli rossi lunghi e sgocciolanti le infuocano la schiena con la sua pelle chiara e perfetta; quegli occhi che ricordano il mare in tempesta, l'arte avrebbe ucciso per poter imprimere così tanta bellezza dei suoi colori così vivi e sovrannaturali; le labbra rosse leggermente schiuse imperlate da piccole gocce d'acqua dolce, mentre le osservo non posso far a meno di pensare a quanto ero vicino ad assaporare tutta quell'arte racchiusa in una ragazza. Una Spartana.Le passo la tuta da indossare senza staccare i miei occhi dai suoi; i nostri sguardi sono così intensi di emozioni che non posso fare a meno di distoglierli e smetterla di studiarli.
«Grazie» sussurra mentre fa scivolare il tessuto scuro nelle sue mani segnati da piccole cicatrici quasi invisibili.
«Indosseremo questo nell'Arena?» mi domanda tranquillamente mentre il suo profumo ai frutti di bosco m'inondano le narici fameliche della sua fragranza.
«No, avremo una tuta militare» le spiego; i suoi occhi prima posati sul tessuto per studiarselo si muovono velocemente per cercare i miei.
«Avremo? Vuoi...vuoi dire che anche tu sarai protagonista di questo massacro?» mi domanda con occhi velati di tristezza. Non riesco ancora a lungo a sostenere il suo sguardo quindi decido di distoglierlo e darle le spalle cosicché possa vestirsi.
«Io...io pensavo che gareggassero solo i rapiti?» sussurra con voce colma di comprensione accompagnato a un rumore di movimento e sfregamento di tessuti.
«Partecipiamo tutti quelli che si trovano in questo palazzo; eccetto la Gherusia ossia il Generale e gli altri anziani; io mi trovo qui da più tempo perché sono un orfano e gli orfani vengono addestrati e fatti soldati» le spiego mentre i rumori piano piano cessano.
Mi volto per dirle di andare fuori e far cadere questo argomento piuttosto doloroso per me, e la trovo come incantata dal suo braccio; ma in particolare la scritta leggermente schiarita.
Alza lo sguardo su di me; dei è così perfetta: quella tuta nera evidenzia i capelli di fuoco raccolti in una coda disordinata; le bianche braccia scoperte dalla felpa priva di maniche e la scritta in grande e in un corsivo elegante quasi come un tatuaggio; fino ad arrivare ai suoi occhi interrogativi che mi osservano in cerca di una risposta.
Convinco a me stesso che non le posso dare la soluzione di quel dilemma; che è abbastanza intelligente da riuscirci ad arrivare da sola; o avremmo rischiato la vita entrambi inutilmente.
«Andiamo, il Generale ci attende» le dico bruscamente; senza aggiungere un'altra parola mi avvicino alla porta per aprirla.
Bloccata. Cosa?
«Cosa aspetti? Aprila» mi ordina Crystal.
La ignoro mentre cerco di studiare la serratura e capire quale fosse il problema.
«Non sai aprire neanche una porta...» mi sgrida annoiata mentre mi spinge via e prova ad aprire la porta.
«È...» dice mentre muove velocemente la maniglia.
«...bloccata» finisco la sua frase appoggiandomi al muro e lasciando il campo libero a lei; delle risate esterne arrivano attutite dalla porta; gli altri Spartani.
D'improvviso Crystal si gira nella mia direzione con gli occhi spalancati e sussurra «Ci hanno bloccati».
«Wow la tua perspicacia mi lascia di stucco» le dico sarcastico mentre batto le mani lentamente; mi avvicino alla porta e l'aiuto a trovare la soluzione per aprirla studiando ogni minimo dettaglio della serratura per trovare un punto debole.Passati cinque minuti a trovare un piano per liberarci — senonché urlare a squarciagola— Crystal esasperata si appoggia alla porta «Perché lo hanno fatto?» mi chiede.
«Semplice, hanno visto della dote in te e alcuni giocatori hanno deciso di farti fuori» le spiego mentre cerco di sforzare la porta.
«Scherzi vero? Non sono ancora iniziati i giochi e mi vogliono far già fuori? E poi che dote hanno potuto trovare in me?» chiede scettica con le sopracciglia rivolte verso l'alto.
«Per molti i giochi cominciano nel momento in cui sono consapevoli di essere Spartani; per quanto riguarda la dote io non sarei così scettico; chi ti ha studiata hanno capito che hai fatto arti marziali. Solo il 10% delle ragazze tira un pugno in pieno viso ad un ragazzo invece di uno schiaffo; sei molto forte, veloce e agile; non è difficile per loro fare due più due e trovarsi una valorosa guerriera davanti che mette in pericolo le loro vite vigliacche» distolgo per un secondo gli occhi dalla serrature per studiare il suo viso: ha la bocca spalancata in segno di sbalordimento e gli occhi quasi che le escono dalle orbite. È piuttosto buffo da vedere; se non ci trovassimo in questa situazione sarei potuto scoppiare dalle risate.
Dopo alcuni secondi di silenzio mi chiede «Cosa vogliono farmi?» vorrei non risponderle anche se so che ha già una risposta; lo riesco a leggere dal suo viso amareggiato.
«Vorranno ucciderti... probabilmente con qualche trappola o...squartandoti di notte come l'ultimo giocatore dei giochi precedenti» le ultime parole le sussurro sperando che non mi abbia sentito ma credo che mi sbagli.
Osservo Crystal con amarezza e mi chiedo ogni secondo sempre più convinto se è questo il destino che ci attende.
Se saremo in grado di superare ciò che è stato scritto da altri sulla nostra vita.
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Neverland
FantastikPensavi che la storia degli Spartiati e le prove degli Ebrei fossero dimenticati? Impossibile, non puoi dimenticare ciò che è stato scritto, sono come cicatrici. E noi ne siamo la prova, siamo eletti dal nostro sangue macchiato per ricordare agl...