Marcy's POV
Lessi il messaggio di Martina.
Sì, si era dimenticata.MARCY: Passano prima gli altri. Io porto Charlie! Ti sei dimenticata tutto...
Ridacchiai appena. Poi, montai in macchina e mi diressi verso l'aeroporto. Il suo aereo sarebbe atterrato nel giro di poco. Non vedevo l'ora di vederla, mi mancava da morire. Mi aveva detto tutto di quanto successo con Martina ed ero disposto a fare di tutto per rivederle assieme.
Parcheggiai ed entrai nell'aeroporto. Raggiunsi il posto indicato da Charlie e la aspettai.
Improvvisamente, vidi i suoi capelli riccioluti in mezzo alla folla.
Sorrisi.
Charlie mi vide, mi corse in contro e mi abbracciò.
-Martina?- chiese speranzosa.
Dispiaciuto, scossi la testa.
-Dormirai da me.-dissi.-Vieni, ti porto a casa.
Per un pezzo del viaggio rimanemmo in silenzio.
-Racconta dai. Com'è stato il viaggio?-chiedi.
-Triste. Ho pensato tutto il tempo a Martina.
Mi morsi il labbro.
-Sono diventata astemia, lo sai? Dopo... Dopo quel che è successo...
Guardai con la coda dell'occhio Charlie che guardava fuori dal finestrino trattenendo le lacrime.
-Ehi, Charlie, non piangere. Troveremo un modo per risolvere tutto.-dissi.-Promesso.
Le presi la mano e gliela strinsi.
-Grazie Marcy. Sei come un fratello per me.
Sorrisi.
-E tu come una sorella.MARTINA'S POV
Piano piano, la casa si riempiva. Erano tutte persone che avevamo conosciuto io e Charlie nel tempo passato assieme. Non eravamo tanto, ma meglio essere in pochi ma buoni che in tanti rischiando di creare casini.
Lasciai fare le cose agli altri, io mi rinchiudo in camera.
"La abbraccio o non la abbraccio?" Pensai.
Abbracciai il suo pupazzo.
"Dopotutto siamo state lontane a lungo..." pensai ancora.
Una parte di me, voleva perdonarla. Un'altra, voleva tenerla sulle spine.
Scesi di corsa in cucina alla ricerca di qualcosa da fare ma era tutto pronto. Esasperata guardai l'ora: 19:30.
Tornai in camera e mi sedetti per terra tenendo abbracciato il pupazzo di Charlie.Charlie's POV
Alle 20 in punto Marcy parcheggiò davanti alla casa che un tempo io e Martina condividevamo.
-È uno scherzo?- chiesi.
Marcy rise e aprì la porta e si unì al coro che si era alzato improvvisamente dal salotto: "BENTORNATA!"
Sorrisi e abbracciai tutti quanti. Poi, cercai disperatamente Martina.
-Vado in bagno.-dissi.
Raggiunsi di corsa la stanza della ragazza che amavo. Aprii lentamente la porta e vidi la ragazza seduta con il mio puzzo in braccio.
Il cuore iniziò a battere più velocemente. Non riuscivo a non sorridere, non la vedevo da troppo tempo.
-Martina...
Alzò la testa e mi guardò.
Rividi la luce che le brillava nei suoi occhi scuri la sera che avevamo passato sotto le stelle.
Ma fu solo per un istante.
-Esci.-disse.
Trattenni una lacrima.
-Devo dirti una cosa.-le dissi.
Lei fece un mezzo sorriso rassegnato e scosse la testa.
-Non voglio sentirti.
Era bellissima anche da arrabbiata.
-Io te lo dico lo stesso.-risposi.
Martina si alzò lasciando il pupazzo sul letto e fece per uscire. La bloccai e provai un brivido nel ritoccare la sua pelle.
-Charlie, lasciami.
L'aveva detto tranquilla, ma avevo sentito un leggero tremito nella sua voce.
-Sono astemia.-dissi.- In America non ho fatto altro che pensare a te, a piangere perché mi mancavi, a cercare qualcosa da abbracciare la notte per cercare di scacciare la solitudine, ma niente poteva rimpiazzarti. Io ti amo Martina, non ti farei mai del male. Mai.
Vidi Martina vacillare un istante.
Le lasciai il braccio e lei mi guardò negli occhi.
-Ma lo hai fatto.
Non resistei.
La baciai.Martina's POV
-...Martina, io ti amo.
"Anche io Charlie, ti amo da morire." Pensai.
Ma non lo dissi.
Quando Charlie di avvicinò, la parte apatica di me prese il sopravvento.
Resistetti al bacio, scappai da quella stanza. Corsi fuori dalla casa prima di ritornare indietro a stringere Charlie fra le mie braccia e salii in macchina. Guidai fuori città, in un campo illuminato dalla luce della luna e delle stelle.
Una lacrima scese lungo la mia guancia.
Silenziosa, invisibile.
Quando toccò terra, sparì.
Proprio come me.
La gente entra ed esce di continuo dalla vita delle persone, alcune lasciano il segno mentre altre passando portando con sé ogni ricordo.
Prima o poi, tutti se ne sarebbero andati dalla mia, ma questa era una mia scelta. Più tempo passavo con loro e meno mi veniva voglia di ridere, piangere, arrabbiarmi e persino parlare.
Charlie era il mio φαρμακός.
Il mio antidoto.
Il mio veleno.Φαρμακός si legge farmacòs ed è greco. È la mia parola preferita perché significa, appunto, sia cura che veleno. Un controsenso insomma.
Anyway, ho finito per oggi. (Sappiate che la storia l'ho quasi finita di scrivere, non so bene come la dividerò ma manca relativamente poco.)
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Maybe KeMoon Is Real
FanfictionÈ giunta l'ora dell'Università. Una nuova casa, una nuova città, nuovi amici, un nuovo inizio. Come affrontare tutte queste novità? A fianco a una persona che si ama, forse.