Un piano

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Charlie's POV

Non avevo più lacrime da versare.
Sentii Marcy pronunciare quella frase come se mi trovassi in una stanza chiusa a chiave senza finestre.

Se solo potessimo tornare ad essere sconosciute.

-Ho un piano.
Sentii a malapena ciò che mi aveva appena detto.
-Charlie?-disse Marcy.
Mi scosse appena e fu come se mi fossi risvegliata da un sogno.
-Ho un piano.-ripeté.
Annuii poco convinta, per fargli capire che poteva andare avanti a parlare.
-Ora devi partire, andartene. Cambia telefono, cancella il numero di Martina. Divertiti, lontana da tutto questo schifo. Torna fra due settimane, troverò un modo per risolvere tutto per quel giorno.
Lo guardai.
-Dovrò ripartire per l'America in poco tempo.-dissi.-Non posso andarmene.
Marcy si tolse gli occhiali e si sfregò gli occhi. Non notai la sua stanchezza, le sue occhiaie, la sua sofferenza nel vedermi così vuota da ogni tipo di emozione o sensazione. Non notai nulla, troppo concentrata a rigirarmi nel mio dolore.
-Non possiamo fare altrimenti.
-Non posso dimenticare.
-Ma devi!
Guardai disperata Marcy.
-NON POSSO!-urlai.-Io la amo, capisci?! Io la amo con ogni cellula del mio corpo, con ogni singolo pezzo di me che si vuole così dannatamente male perché sa che ha fatto soffrire la ragazza per cui morirebbe. Marcy, io non posso dimenticare.
Lui mi prese una mano e me la strinse.
-Dimmi allora cosa devo fare.
Liberai la mano dalla sua stretta e uscii dalla casa. Corsi fino al parco e mi sedetti sotto un albero. Avrei aspettato la sera e poi sarei andata da Martina. Sapevo già dove portarla, sapevo già cosa fare.

I know, è corto... Ma sono stanchissima e non ho voglia di copiare dal quaderno sul telefono. Domani non sarò mai a casa e sarò senza internet, non pubblicherò nulla. Sorry

Maybe KeMoon Is Real Where stories live. Discover now